SAN BENEDETTO DEL TRONTO – E’ furibonda Giulietta Capriotti, dopo aver appreso dal Ministero dell’Interno gli importi dei gettoni di presenza da assegnare ai consiglieri comunali a partire dal prossimo mandato. 90 euro lordi ad ogni consiglio comunale che, con l’insediamento della nuova giunta diventeranno appena 36, in virtù dei tagli effettuati dal Viminale di concerto con il dicastero dell’Economia per ridurre i costi della politica. “E’ una vergogna – sbotta la Presidente del Consiglio Comunale – così facendo si umilia il lavoro dei Comuni. Si dovrebbe cominciare con interventi dall’alto, invece partono da noi”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il consigliere comunale di Rifondazione Comunista, Daniele Primavera: “La Costituzione dice chiaramente che deve essere rimosso l’ostacolo al diritto dei cittadini di partecipare ad organizzazioni politiche del Paese. Questa possibilità oggi si capovolge; chi non gode di rendita non può fare politica. Spiace dirlo ma è così. Il privilegio inizia dal consigliere regionale in su, per finire in Parlamento”.

L’esponente di Rifondazione Comunista arriva addirittura a parlare di “atto antidemocratico”, che fa il paio con la già grave futura riduzione dei consiglieri comunali da 30 a 24: “L’intera assise costa la metà di un semplice dirigente. La decisione va contro l’interesse di tutti. Mi auguro che ci sia una reazione forte nel centrodestra, ma dubito”. Una sensazione confermata in pieno dalle successive parole di che considera la mossa del Governo condivisibile: “Sono d’accordo, che sia d’esempio. E’ un ottimo segnale, che tuttavia deve essere amplificato alle altre sfere politiche, dove le indennità sono maggiori. La politica per me non deve essere una professione, la faccio per passione. Limitare i guadagni potrebbe addirittura essere una opportunità per effettuare una bella scrematura”.