MONTEPRANDONE – “Voi non sapete cosa significa aver ricevuto di continuo telefonate da parte di gente impaurita che voleva fuggire di casa in pigiama per andare a dormire in hotel”. All’indomani dell’alluvione, il primo cittadino di Monteprandone è a dir poco adirato contro chi avrebbe diffuso la falsa notizia dell’esondazione del fiume Tronto: “La stampa ha creato inutili allarmismi con questa alluvione. Non ci sono argini rotti: rispetto al 1992 il Tronto non è fuoriuscito, ma l’acqua straripata è quella del sistema di raccolta (affluenti, condotte fognarie, canali) che non potendo conferire nel Tronto, il cui livello si era innalzato, è refluita indietro provocando gli allagamenti”.

A Centobuchi i disagi maggiori li hanno vissuto gli abitanti di Contrada Isola, dove il problema sarebbe derivato dall’affluente Fosso dei Galli, e le aziende della zona industriale, i cui danni ammonterebbero a milioni di euro, in particolare quelle situate in via dell’Industria, come la Seba spa, la Giesse, la Cento Ceramica, l’Elettromeccanica Falaschetti, per citarne solo alcune. Qui due tubi di raccolta dell’acqua sarebbero andati in crisi nel momento del conferimento, causando l’allagamento, che in queste fabbriche ha raggiunto la quota di quasi 40 centimetri.

Cosa farete per evitare il ripresentarsi di questi problemi in futuro?

“Quello che noi possiamo fare è mettere in sicurezza Fosso dei Galli, che è un fosso provinciale. Nel 2008 abbiamo avviato un progetto esecutivo per alzarne gli argini. La prossima settimana avremo un incontro, già deciso prima di quest’alluvione, per arrivare alla firma della convenzione fra i Comuni di Monteprandone, San Benedetto e la provincia di Ascoli”.