SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Nonostante siano trascorsi circa due mesi dalla proditoria applicazione delle nuove rette alberghiere presso la Rsa San Giuseppe e nonostante le decise rimostranze portate avanti dal comitato familiari degli anziani, non vi è stato alcun segnale chiarificatore sull’esito di tale vertenza né alcuna disponibilità da parte degli esponenti della stessa Rsa di rivedere in termini più ragionevoli gli aumenti richiesti che, ricordiamo, implicano un pesante, drammatico appesantimento delle rette a carico degli assistiti”: alza nuovamente la voce il comitato dei familiari degli anziani residenti nella struttura di via Luciani, che attende ancora le motivazioni per l’incremento delle rette del centro e chiede allo stesso tempo di sospendere l’applicazione degli aumenti in attesa di un incontro presso la Asl della zona 12, nel quale chiarire la legittimità di un tale comportamento.

“L’atteggiamento del responsabile della struttura è stato di netta chiusura. E’ da sottolineare la impostazione intransigente del dottor Frassinito, il quale dopo aver comunicato, praticamente senza preavviso, l’aumento delle rette disattendendo le più elementari norme di correttezza , insiste in un atteggiamento che rasenta l’arroganza rifiutando qualunque tipo di ulteriore confronto utile per addivenire ad una ragionevole soluzione della questione e ciò nonostante che a suo tempo sia stata offerta, da parte del comitato familiari, la disponibilità ad accettare un incremento fino al 10% delle rette”.

“Al di là – prosegue il comitato – delle pretestuose ragioni riferibili al miglioramento dei servizi resi agli ospiti che appaiono labili considerando che rispetto alla situazione attuale di fatto non cambia nulla, la realtà è che il dottor Frassinito ha un unico obiettivo e cioè quello di assicurare un adeguato aumento del margine di utili alla attività svolta dalla società di gestione della Rsa Ideas Srl di Roma. Le indicazioni più o meno velate che vengono riferite a coloro che, giustamente, chiedono chiarimenti è che la Rsa è una struttura privata e che quindi è importante assicurare un adeguato ritorno reddituale. Se poi tali considerazioni non vengono accettate, c’è sempre la soluzione di portare l’anziano presso qualche altra struttura più a buon mercato. Dimenticando in tutto ciò alcuni aspetti fondamentali: la RSA non è una fabbrica di scarpe ma svolge un ruolo di prioritaria valenza sociale; inoltre sul territorio comunale non esistono altre strutture similari e la Rsa agisce in regime di monopolio.

Visto l’atteggiamento, viene da chiedersi, come mai la Asl che è in regime di convenzione con la maggioranza degli anziani in RSA con rette prestabilite, consenta senza intervenire direttamente nella questione, un simile atteggiamento agli esponenti della IDEAS SRL”.