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Intervista Pier Paolo Flammini, riprese e montaggio Maria Josè Fernandez Moreno.

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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Pinne, fucili ed occhiali? Anche. Ma il turismo, ormai, è diventato anche altro: un viaggio, come sempre, ma spesso “esperenziale” oltre che fisico. Il turista non vuole soltanto mare, sole, o anche montagna, arte, ma desidera sempre più immedesimarsi nello stile di vita dei residenti, conoscerne abitudini, tuffarsi (metaforicamente stavolta) in un nuovo stile di vita.

“Sono i city users” spiega Renato Novelli, professore di Sociologia del Turismo e del Territorio alla Facoltà di Economia di Ancona (corso, tra l’altro, tenuto proprio a San Benedetto), che in collaborazione con l’Associazione Albergatori di San Benedetto del Tronto e del suo presidente Gaetano Sorge ha avviato un interessante progetto: un ciclo di tre seminari con gli operatori turistici di San Benedetto che serviranno per trarre spunti da riportare agli studenti (la prima lezione per gli studenti sarà il 21 febbraio). Una sorta di forma partecipativa e integrata tra imprenditori del settore e studiosi dello stesso: un web 2.0 orale, verrebbe da dire. Il primo riguarderà appunto il tema dei city users.

“Vogliamo così formare anche gli albergatori alle nuove culture del turismo – spiega Sorge – Se il turista, a sua volta, si immedesima nella vita del cittadino, riusciamo ad innalzare, in questo modo, la qualità del turismo e della vita a San Benedetto”.

“Non dobbiamo pensare che un city user sia diverso dal turista abituale, anzi, come sappiamo dall’esperienza personale, spesso le due cose coincidono. I turisti vengono, nel caso di San Benedetto, per trascorrere il tempo al mare – spiega Novelli – ma non possiamo permetterci che la città intera e le politiche turistiche non colgano la volontà dei turisti di ‘mescolarsi’ nel vissuto cittadino”.

Novelli cita alcuni esempi: “Woody Allen ha creato un vero circuito turistico newyorkese, senza neanche volerlo, perché sono migliaia i turisti che visitano New York e vogliono vedere Woody Allen che si esibisce al sax; lo stesso avviene in Sicilia, dove addirittura i luoghi dove sono state girate le scene del Montalbano di Camilleri sono diventate una grande attrazione turistica”. E a San Benedetto non si tratta di un fenomeno nuovo: “Lo sviluppo turistico di inizio ‘900 fu legato moltissimo alla presenza dei pescatori che fornivano ai turisti romani e milanesi dell’epoca una antropologia esotica che altrove non era facile rintracciare”.

Ma l’esotismo di quell’epoca può essere riprodotto, con le opportune differenze, anche oggi? Sorge spiega che “possiamo valorizzare l’esperienza e la tipicità in una maniera migliore: pensiamo ad una passeggiata al porto, che è una passeggiata nel principale porto adriatico, attraverso la quale sarebbe possibile ripercorrere anche una via del gusto tipico sambenedettese”. E Novelli: “Con una piccola passeggiata, dal Paese Alto al lungomare, si attraversano 400 anni di storia italiana e sambenedettese: lo sappiamo già, bisogna però sviluppare dei sistemi che rendano coscienti i city user di questo percorso”.
Seguiranno altre lezioni, tra le quali una sul territorio piceno.