TERAMO – Il ruolo della donna, quello del centrosinistra, il rapporto di contrastato amore per il teatro, le contraddizioni della società moderna: è un fiume in piena Grazia Scuccimarra, attrice di successo che tuttavia dice di non amare “la polvere del palcoscenico”; intellettuale che da sempre sostiene le battaglie per l’affermazione dei diritti delle donne, e che tuttavia non risparmia qualche stoccata per il gentil sesso; autrice satirica che nei suoi testi non manca di lanciare impietosi ma realistici strali all’attuale sistema politico italiano.

Lo Scuccimarra-pensiero affiora in particolar modo negli spettacoli teatrali, dove l’attrice sciorina tutto il proprio disappunto per una realtà sempre più instrisa di contraddizioni che indignano e disorientano. Nell’ultimo lavoro “Belladentro (fuori non ce l’ho fatta)” la Scuccimarra è una “giornalista indignata speciale in giro per l’Italia” che racconta le varie situazioni con le quali viene in contatto.

E proprio nel corso di uno dei suoi numerosi viaggi lungo la penisola, dove sta portando in scena il nuovo spettacolo (il venticinquesimo della sua trentennale carriera), che abbiamo intervistato l’attrice:

Date le origini teramane, con lo spettacolo del 26 febbraio a Colonnella, in anteprima abruzzese, Grazia Scuccimarra fa “una capatina” a casa. Com’è il suo rapporto con Teramo?

“Anche se vivo da sempre a Roma e per motivi di lavoro mi sposto in tutta Italia, con la mia città d’origine ho sempre un rapporto molto stretto: a Teramo ho la mia famiglia e le persone care, e ci torno ogni volta che posso”.

Lei è insegnante e attrice: un binomio insolito che però ha saputo incarnare in maniera egregia. Come è avvenuto il passaggio dalla cattedra al palcoscenico?

“Come insegnante mi confrontavo quotidianamente con una platea molto esigente ed impietosa, quella degli studenti: ho avuto modo quindi di fare tantissimi anni di dura palestra. Nel contempo mi dilettavo a scrivere testi teatrali, ma non riuscivo a trovare nessuno che volesse portarli in scena rispettandone l’originalità: ognuno voleva rimetterci mano, fare modifiche frivole o delle aggiunte discutibili. Fino a che un giorno ho deciso che sarei stata io stessa ad interpretarli”.

In tutti i suoi spettacoli teatrali lei è sia autrice che attrice. In quale di questi due ruoli si riconosce maggiormente?

“Devo dire che non ho mai amato la polvere del palcoscenico e, più che sul palco, preferisco stare dietro le quinte, scrivere i testi e curarne la regia. D’altronde sono un’attrice sui generis, provengo dal mondo della scuola, ho cominciato tardi ad intraprendere questa nuova carriera, e ho portato in scena gli spettacoli senza aver frequentato i classici corsi e scuole di recitazione che costituiscono un passaggio obbligato per chi vuole fare questo mestiere”.

I suo monologhi come nascono?

“Prendono spunto dalla realtà. Da trent’anni mi guardo attorno e su molti argomenti mi sono accorta che ho precorso i tempi, facendo critiche ed attacchi che poi sono stati ripresi anche da altri, ma molto tempo dopo”.

Come si fa a precorrere i tempi guardando con lungimiranza alla realtà che ci circonda?

“Credo che questo sia possibile se si ha la capacità di leggere i tanti segnali che ci sono nella società, interpretandoli con grande onestà intellettuale”.

Nello spettacolo lei esprime indignazione per molte situazioni del quotidiano. Ma qual è la cosa su cui non riesce proprio a soprassedere?

“Se c’è una cosa che non sopporto è la disonestà intellettuale, che è la più difficile da combattere nelle persone”.

Qual è il ruolo della satira nei suoi spettacoli e qual è il ruolo che dovrebbe avere nella società?

“La satira può essere paragonata ad una “valvola di sfogo”, sia per chi l’attore che la fa che per il pubblico che la recepisce. Dovrebbe poi indurre alla riflessione, provocare indignazione e suscitare il desiderio di cambiare le cose che non ci soddisfano. Il rischio invece è che si fermi solo al primo livello, ossia che resti uno sfogo che anzi smorza l’indignazione. Questo accade quando ci si limita ad approvare la satira dell’attore, ci si immedesima nelle sue parole su determinate situazioni e questo basta per poterle sopportare o tollerare. Senza avere il desiderio di andare oltre”.

Lei da sempre ha sostenuto molte battaglie per i diritti delle donne e ha incentrato molti suoi spettacoli sulla figura della donna: è d’obbligo quindi una domanda sulla situazione politica attuale e sullo stravolgimento del modello femminile, anche in correlazione con i recenti fatti che hanno interessato il Presidente del Consiglio.

“Ho partecipato a Bari, dove mi trovavo per uno spettacolo, alla manifestazione di domenica scorsa organizzata dalle donne.  Ho però detto ironicamente a molte di loro che secondo me la risposta al motto “Se non ora, quando?” sarebbe dovuta essere “Prima!” e non “Adesso!”. Le donne avrebbero dovuto prendere coscienza della propria condizione almeno una ventina di anni fa, scendendo in piazza unite come lo sono state domenica, per manifestare e rivendicare i propri diritti. Ho anche detto loro che però la protesta non dovrebbe accomunarle solo per chiedere pari opportunità, ma anche per le altre questioni di rilevanza nazionale che investono tutte le categorie sociali. Altrimenti si rischia di restare confinate in una sorta di “ghettizzazione”. Ci sono tanti temi per cui le donne dovrebbero mobilitarsi, manifestando contro la corruzione, le leggi ad personam, gli attacchi alla Costituzione, ecc”.

Pensa che le donne che hanno scelto di avviare frequentazioni private con politici per avere la strada spianata al guadagno e al successo abbiano contribuito nella mistificazione dell’immagine femminile che si è avuta negli ultimi tempi?

“Il termine scelta può essere definito tale quando ci si trova davanti a numerose opportunità, ma finora per le donne non è stato così, anzi. Credo che quelle donne abbiano deciso per la strada più facile verso il successo perché quella che dovrebbe essere la strada “normale” è purtroppo difficilissima da intraprendere.  In una società in cui quasi tutti i posti di responsabilità sono in mano agli uomini e dove anche le poche donne al potere si comportano in maniera poco solidale nei confronti delle altre donne (rivelandosi anzi in molti casi più spietate dei colleghi uomini), le possibilità di far valere le proprie capacità e competenze sono davvero poche. Dopo le rivoluzioni del ’68 e l’emancipazione femminile, nei decenni successivi c’è stata un’involuzione: l’uomo è ripiombato nel becerismo più tragico e la donna lo ha seguito a ruota, adattandosi ai nuovi modelli imposti”.

Come giudica la posizione del centrosinistra nel panorama politico attuale?

“Il centrosinistra da troppo tempo sembra come Alice nel paese delle meraviglie: è poco attento a quello che accade, sempre troppo preso dalle beghe interne, poco agguerrito nel fare opposizione e nell’affrontare questioni importanti che interessano i cittadini. Insomma, se continua su questa strada, non lascia ben sperare nemmeno per l’immediato futuro”.

Grazia Scuccimarra sarà a Colonnella con lo spettacolo “Belladentro (fuori non ce l’ho fatta)” il 26 febbraio alle ore 21 presso la sala polifunzionale dell’Hotel Bellavista. Costo del biglietto 10 euro.

Punti vendita: Villa Rosa: cartoleria Tek&Art, Via Roma 542; San Benedetto del Tronto: Libreria Nuovi Orizzonti, Via Calatafimi 52; Colonnella: Edicola di Straccia Elisa in Via Roma; Giulianova: Mixer Sas – Via Ippolito Nievo, 21; Teramo: Pc Service, via Vezzola; Bar Del Corso, C.so Cerulli,78; Pescara: Tabaccheria 84 Ricevitoria Via Benedetto Croce, 199