SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Letteratura di provincia ma per niente provinciale. Anzi, nelle parole del critico Generoso Picone la provincia è una “esperienza memorabile” ed è al centro dell’interesse dell’associazione culturale “I luoghi della scrittura” che, a San Benedetto, propone Un libro e il suo autore: appuntamenti periodici per presentare al pubblico i narratori locali. All’hotel Progresso (lungomare Trieste 40), il prossimo venerdì 18 febbraio ore 21, sarà la volta di Maria Cristina Miragliotta con il suo ultimo titolo Verde e oro.

La Miragliotta è un giovane avvocato ed insegnante con il vizio della scrittura. Approda a questo romanzo dopo esperienze nella recitazione prima e nella produzione di testi teatrali poi. Il libro, stampato in proprio (distribuzione Feltrinelli), consta di 178 pagine fitte di sentimenti che imbastiscono la storia di Andrea e Angelica, ambientata in una cittadina di provincia: trama con sviluppo efficace, profilo dei protagonisti ben delineato, dialoghi convincenti e stile scorrevole. Da leggere tutto d’un fiato.

Dunque le piccole storie delle persone ‘normali’ ambientate in piccoli centri, caratterizzate da una quotidianità percepita dal lettore come vicina e connotata da tratti riconoscibili sono al tempo stesso storie speciali, insolite o addirittura uniche, come unici sono i percorsi e le esperienze di ciascuno nella vita fuori dai romanzi e vivificano una letteratura importante che purtroppo oggi fa un po’ fatica ad emergere. E sulla scia di queste riflessioni abbiamo conversato con la narratrice di Verde e Oro del “Fare letteratura in provincia“.

“È complesso”, afferma Maria Cristina Miragliotta. “La maggiore difficoltà è dover contrastare la convinzione che la letteratura di provincia sia una letteratura ‘provinciale’. Ciò comporta l’idea di un prodotto minore, anacronistico, non appetibile, sia per l’eventuale editore, sia come preconcetto nel lettore”.

E come dovrebbe essere invece?

“Se la letteratura locale venisse intesa per quello che è, cioè un modello autentico, ancòra di riferimento, pieno di risorse, accattivante, si scroprirebbe un inaspettato piacere a leggerla e quindi anche a diffonderla”.

Il suo romanzo si innesta in questa dichiarazione d’intenti?

“Sì. Verde e oro fa parte di questa concezione di rilancio di ciò che si potrebbe definire ‘modello qualunque’, intendendo con ciò la storia che può capitare a ciascuno di noi, nel piccolo, noioso, ma nostrano contesto di vita. Gli ingredienti sociali che si incontrano fanno parte di una realtà somigliante alla nostra: la piccola banca, il parrucchiere di fiducia, l’ospedale che si intasa con poco, il commissariato dove non è difficile incontrarsi casualmente più volte. La storia di Andrea ed Angelica è un gradevole corto circuito emotivo che potrebbe capitare a ciascuno di noi se rispondessimo all’appello dell’amore”.

Contribuiranno ad animare il dibattito con il pubblico don Vincenzo Catani, parroco nella chiesa sambenedettese di San Pio X e noto studioso di storia locale e Maria Lina Vitturini, assessore nella Giunta di Porto San Giorgio con delega ai Servizi sociali.