SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Un corteo di donne, uomini, soprattutto giovanissimi, domenica 13 febbraio dalle 10:30 alle 11:40, ha invaso Viale De Gasperi e Viale Secondo Moretti.

Berlusconi non siamo un supermercato”, “Noi le donne non le paghiamo”,”Per pagare le ragazze ti serve il bancomat!” “Dimettiti!” o “Nonostante i tacchi non sarai mai alla nostra altezza!”.

Il popolo rosa (colore dettato dallo sfondo di ogni cartellone), ha espresso il proprio dissenso verso l’atteggiamento della società italiana verso le donne, comportamento avallato dalle recenti cronache riguardanti il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, contro il quale il corteo si è palesemente schierato.

L’orgoglio femminile manifestato in duecentotrenta città italiane, unite dallo slogan “Se non ora quando?”, a San Benedetto si espresso anche con la poesia di Alda Merini e con un brano tratto dall’antologia di “Spoon River” di Edgard Lee Masters.

Durante la manifestazione, sotto il gazebo posizionato in Viale Moretti, si sono susseguite poi tante storie di donne. Donne reali, non quelle che riempiono le copertine, ma che vivono la quotidianietà:  professoresse, precarie, studentesse, musiciste, immigrate.

Il corteo ha attraversato la città pacificamente, senza creare disordini ed è stato accolto positivamente dai passanti. Sono state raccolte anche delle firme per la petizione Mobilitazione nazionale donne.

Una considerazione, che non vuole essere una critica. Le donne degli anni ’70 se la prendevano con il “sesso forte”, tutto: “Maschi tremate le streghe son tornate”. Quelle del 2011 hanno manifestato contro Berlusconi, diventato ormai l’icona di una certa categoria di uomini, che continua ancora, nel ventunesimo secolo, a considerare la donna un oggetto: “Non sono una donna a sua disposizione”.

Forse, come in una partita di scacchi, stavolta si è deciso di colpire subito il Re. Nella realtà questo “scacco matto”sarebbe sufficiente per chiudere i giochi?Ai posteri l’ardua sentenza.