CUPRA MARITTIMA – Lo scorso 22 gennaio il Pdl cuprense ha inaugurato la sede della sua nuova sezione cittadina, intitolata a Umberto Pagliarini, che, come scrivevamo a seguito della nota stampa del Pdl, era un “uomo politico locale che ha avuto il merito di infondere in tanti giovani l’amore e la passione per la politica nell’interesse della comunità locale”. Alla cerimonia erano presenti la moglie Rita e dalla figlia Daniela.

Ci ha scritto, oggi, 8 febbraio, il nipote Federico Portelli, che vive a Londra, criticando aspramente l’intitolazione a Pagliarini di una sede a nome di un partito che non rappresentava i suoi ideali di uomo. Riportiamo di seguito, integralmente, la lettera.

Se m’avessero raccontato, allora, che dopo 12 anni avrei dovuto spendere tempo a separare per iscritto la verità da una storia buffa, beh non ci avrei creduto affatto. A quel tempo, quando nel 1999 moriva mio nonno, il Cavalier Umberto Pagliarini, ero invece sicuro che prima o poi una futura Amministrazione Comunale (ben più memore e coerente di quella da lui lungamente partecipata) avrebbe in qualche modo ricordato, se non addirittura onorato ufficialmente l’uomo e il personaggio pubblico per gli anni di intensa attività civica legata alla lunga militanza politica.

Il tempo è volato sbiadendo i ricordi.

Poi improvvisamente, dal nulla, è stata arbitrariamente intitolata a “Umberto Pagliarini” la sezione cuprense del Pdl… E perché? Ditemi voi, più attempati o che magari ricordate mio nonno, la sua vita e la pagina politica locale dei decenni passati, ditemi cosa diamine c’entra lui col Pdl? Che c’entrano la sua semplice laboriosità ”proletaria” degli inizi, la sua vita dal profilo basso e tutta all’insegna poi della Democrazia e della Cristianità (come valori prima che simboli), il suo tempo e l’impegno gratuitamente spesi per la comunità cuprense fino agli ultimi suoi giorni; e quella sua indiscutibile onestà di ideali e d’intenti che l’hanno visto poi allontanarsi, alla fine dell’attività politica, proprio dai suoi storici alleati e dall’ex sindaco Giuseppe Torquati (guarda caso gli stessi che oggi, con “nuove” casacche, rispolverano il suo nome e il suo rassicurante ricordo appropriandosene come d’un vecchio trofeo allora notoriamente snobbato e finora dimenticato…).

Cosa c’entra quest’uomo col Pdl? Che c’entra mio nonno, un semplice e un giusto, con le linee politiche di un “partito di potere”, con la figura “neoliberista” del suo rampante capo, con l’audace “superuomo” che sbreccia con sorriso diamantato anche le ultime rovine della morale in un Paese ormai alla frutta? Se non per un improprio e insincero uso dell’altrui onorabilità, a garanzia e specchio d’un buonismo elettoralmente funzionale o d’un conveniente lustro locale (persino post mortem!). Che cavolo c’entrerebbe tutto questo co’ Pajarì, con la sua bicicletta, e con la memoria di un uomo onesto del secolo passato..?

Ve lo dico io: assolutamente (e vergognosamente!) nulla.

Se a sua moglie, mia nonna Rita, lascio con sincero affetto il comprensibile, sacrosanto diritto di gioire amorevolemente, come si fa quando la pubblica istituzione comunale ricorda con una civica intitolazione ufficiale un tuo caro e ne loda ad esempio il passato, a tutti gli altri consegno altresì il dovere di riflettere sul vero senso dell’intitolazione avvenuta da parte di una fazione politica non condivisa da mio nonno, e quindi assolutamente di nessun valore ed con la coerenza politica, col senso etico e coi fatti incontrovertibili.

Agli autori della improvvida intitolazione partitica voglio dire che coartare la volontà di un individuo è comunque atto privo di onore, flettere a proprio uso quella di un defunto che non può difenderla, nè può (come fece allora) allontanarsi e dissentire, è di un livello senza pari.