ASCOLI PICENO – Cassa integrazione in scadenza a marzo e ancora incerte le sorti dell’Atr di Colonnella. A denunciare la mancanza di informazione sul polo produttivo del carbonio è l’Usb di Ascoli Piceno. “I 500 lavoratori dell’Atr – afferma Andrea Quaglietti, coordinatore provinciale del sindacato e membro del direttivo nazionale – in cassa integrazione a turno da oltre due anni, sono molto preoccupati per la mancanza di informazioni sull’evoluzione delle trattative in corso per l’acquisto della loro azienda da parte di 5 potenziali compratori. A marzo scade la cassa integrazione e in caso di vendita è indispensabile che venga salvaguardato il posto di lavoro a tutti i dipendenti del sito produttivo.”
Il 20 gennaio sono scaduti i termini per la presentazione delle offerte di acquisto dell’azienda di Colonnella e la prossima settimana si dovrebbe procedere all’apertura delle buste.
“Fino ad ora delle offerte pervenute si è saputo ben poco – prosegue Quaglietti – Da qui il rischio che queste potrebbero non aver buon esito per l’azienda e i 500 lavoratori (con la mobilità e il licenziamento dietro l’angolo, a due mesi da oggi) o che la cessione venga realizzata a condizioni non accettabili per le maestranze”.
L’Unione sindacale di base da tempo segue la vicenda, poiché presso l’Atr sono occupati circa 350 dipendenti provenienti dall’ascolano, e sottolinea come i termini della Cig, già in corso da due anni e rinnovati ulteriormente a dicembre, scadranno a marzo 2011.
“I politici e le istituzioni sono stati assenti fino ad ora – prosegue l’Usb – e noi ora insieme ai lavoratori chiediamo che sia la Provincia di Ascoli (a proposito dove è l’assessore al Lavoro Petrucci? che mestiere fa?) che quella di Teramo si facciano sentire e facilitino un esito positivo della trattativa in atto. Le professionalità acquisite in molti anni dai lavoratori dell’Atr – prosegue la nota – e il contesto di crisi industriale e occupazionale enorme che vivono sia l’ascolano che il teramano, dovrebbero far scongiurare le parti a chiudere accordi di cessione o altro che non prevedano il mantenimento di tutti i posti di lavoro. In caso contrario per il Piceno, e non solo, sarebbe un’altra catastrofe sociale.”
Lascia un commento
in caso di vendita è “indispensabile” che venga salvaguardato il posto di lavoro a tutti i dipendenti del sito produttivo. Mi spiegate cosa significa la frase sopra? Facendo il punto della situazione: l’attuale proprietà non è in grado di gestire l’azienda quindi ha deciso di vendere. Facciamo l’esempio più semplice (anche il più probabile), se nessuno degli acquirenti garantirà tutti e 500 i posti di lavoro significa che il sindacato non permetterà la vendita e preferisce far rimanere a casa tutti e 500 i lavoratori invece che solo una parte?!!! Come al solito i sindacati ci danno prova della loro… Leggi il resto »
Bisognerebbe riflettere e molto prima di sparare a zero sui sindacati, chi conosce quella realtà (ATR) sa benissimo che la situazione che ha portato l’azienda alla rovina è stata l’incapacità dei manager che sono riusciti a far saltare commesse su commesse perché il prodotto che producevano aveva perso in qualità; gli unici ad avere Know-how per far ripartire l’azienda sono proprio le maestranze quindi un eventuale accordo di vendita passa dalla riconferma di tutti i dipendenti; certo è che nessun sindacato si opporrà mai se dietro la vendita ci sarà un progetto serio che vede la riassunzione magari anche a… Leggi il resto »