da Espresso Rossoblu N. 1092

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Un mio pensiero alla lettura delle formazioni: la Samb in panchina schiera tre under, il Cesenatico tutti e sette under.  In pratica se si infortunano o escono “over”, gli under in campo possono diventare 5 o 6 o 7. Ne è uscito uno di over e gli under sono diventati cinque e tutti in mezzo al campo, la Samb non se ne può permettere 4, portiere escluso, per chissà quale astruso motivo. Dalla classifica invece scaturiscono numeri interessanti: la Samb ha subìto fuori casa appena un gol in più del Cesenatico ma loro.. sono penultimi!
Sin dai primi minuti la gara sembra il proseguo dello 0-1 con il Fossombrone. Ci scappa, ma prima, anche il gol ospite dopo che i romagnoli avevano sfiorato il vantaggio al 5’. Serve un rigore alla fine del primo tempo per riportare la gara in parità. Tutto lascia prevedere una ripresa con tanti gol rossoblu dopo che si è sbloccata contro una squadra molto modesta. Non è così, la gara finisce in parità anche se con due legni colpiti dai rossoblu ma anche con un altro paio di occasioni limpide per gli avversari e un rigore negato (al 58’) che qualcuno in sala stampa ha giurato di aver visto, io onestamente non me ne sono accorto. Anzi, in certi momenti è sembrata una gara tra formazioni di pari livello.
Tutte mie considerazioni che oggi, però, credo interessino molto relativamente ai nostri lettori. I quali vogliono cercare di capire i motivi per cui la Samb sta finendo in zona retrocessione dopo che la dirigenza aveva allestito una squadra per vincere addirittura il campionato.
Il punto è tutto qui e dopo oggi (forse vado contro corrente) credo che le colpe del diesse Spadoni o della dirigenza siano molto relative, anche se qualche errore per eccessivo amore e per troppa precipitazione è stato commesso. Mi serve un ritorno al passato per spiegarmi meglio: Spina e soci sono partiti con le intenzioni giuste e con l’intento di investire oggi sui calciatori e dopo per un progetto futuro.
Visto che i risultati non arrivavano, hanno un po’ messo alle strette prima Palladini poi Giudici che, in risposta, si sono dimessi ma in un decoroso silenzio e senza nemmeno far trapelare che la rosa non era attrezzata per vincere. Si erano forse resi conto che la loro poca esperienza era stata messa a dura prova in una piazza come quella rossoblu.
La forte volontà della società di raggiungere la meta ad ogni costo, si è vista quando ha ingaggiato l’allenatore più accreditato per la categoria e tutti abbiamo apprezzato e concordato. Tanto è vero che io stesso, dopo l’arrivo del mister di Recanati, dissi che, se la squadra non si fosse ripresa con un simile allenatore, Spadoni in primis diventerebbe il principale colpevole per via di una campagna acquisti molto deficitaria. Oggi, alla realtà dei fatti, non la penso più così. Proprio il candidato ad essere salvatore della patria, Luigi Boccolini, si sta rilevando il punto debole e non in grado, come se avesse perso tutte qualità che lo avevano reso il miglior tecnico per queste categorie.
Se qualcosa avevo intuito in funzione della scarsa attenzione che lui dà al nostro reparto peggiore (la difesa) mentre cerca di trovare continuamente soluzioni per attacco e centrocampo, il dopo gara di oggi mi ha convinto che, come allenatore, è al capolinea.
Nelle interviste, alla domanda su quale fosse il reparto peggiore, non ha risposto la difesa (eppure i numeri lo dicono chiaramente) ma ha girato tutti i suoi discorsi sulla sfortuna e sui tanti gol mancati. Nel mezzo ha lasciato trapelare che i mezzi a sua disposizione sono questi, lasciando chiaramente intendere che lui questi ha trovato. E non è la prima volta. La sua difesa però non è convincente e proprio per questo motivo credo di poter assolvere Giulio Spadoni che, non è immune da colpe, ma l’atteggiamento di Boccolini gliele attenua di molto.
Più volte in settimana ho sollecitato la società a far capire al tecnico che la stampa, specialmente quando tutti sono d’accordo, non critica per il giusto di farlo ma perché vuole vincere, come vogliono vincere Bartolomei, Spina e lo stesso Spadoni, Evidentemente, per troppa signorilità non lo hanno fatto, quindi anche oggi Boccolini ha lasciato immutato il reparto più importante (dopo quella del centravanti) di una squadra di calcio; portiere e difensori centrali. Ruoli nei quali vanno inseriti giocatori in grado di dare sicurezza a tutti gli undici in campo. Vista e accertata la scarsa bravura con cui Mengo ricopre un ruolo così delicato (qualcuno in sala stampa mi ha detto: “visto che non era colpa mia”), visto che Porpora da Boccolini ben conosciuto, non sta rendendo per quello che dovrebbe valere, visto che non abbiamo portieri giovani in grado di giustificare un Chessari in tribuna, nessun intervento è stato effettuato dal tecnico per porre riparo a tali gravi carenze.
Sono altresì convinto che il rendimento dei giovani esterni difensivi sia dipendente dalle carenze strettamente difensive da me appena espresse. E qui, secondo me, il diesse Spadoni potrebbe avere qualcosa da dire.
C’è poi un altro episodio, secondo me sconcertante, sempre a sfavore di Boccolini: domenica scorsa, al 93′, ainvece di dire al suo vicino di panchina che avremmo preso il gol, perché non si alzato e messo in allarme l’intera squadra? Sonetti, per dirne uno che conosciamo, sarebbe quasi entrato in campo e, a forza di urli, avrebbe preannunciato il pericolo. A cosa serve l’esperienza sennò?