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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si inizia alle 17:39. Parla il Presidente del Consiglio Comunale Giulietta Capriotti. Le domande potranno durare 8 minuti, sia da parte dei consiglieri che dei cittadini, numerosi, intervenuti.
Alle 17:44 (primo minuto di diretta web) interviene il sindaco Giovanni Gaspari.

Gaspari spiega che le ultime tre amministrazioni comunali non sono riuscite ad aggiornare i piani regolatori a causa del problema del reperimento degli standard urbanistici richiesti: “Da qui la ricerca spasmodica: come dare disponibilità di crescita mantenendo qualità urbana? L’altra grande questione da cui siamo partiti è che i vincoli del Piano Regolatore, scaduti nel 1995, devono essere o liquidati (quindi fare un esproprio) oppure la proprietà deve essere acquisita dal pubblico entro cinque anni. Se reitero un vincolo con il Prg allora devo pagare l’esproprio, altrimenti diventa illegittimo e chiunque può impugnare quell’atto”.

Gaspari accusa anche chi “sfrutta le legittime domande dei cittadini. Noi non vogliamo la speculazione come dicono ma la vogliamo fermare. Noi dobbiamo unire San Benedetto e Porto d’Ascoli come, finalmente, una unica città. Questo avverrà con questa amministrazioni o con le future. Lo stesso si dice di San Benedetto e Grottammare. Una volta il costo dell’esproprio era certo: 19.800 lire al metro quadro. Ora il valore delle aree è nel valore di mercato maggiorato del 10%”.

“Di percorsi partecipativi, come li abbiamo definiti, non possiamo essere accusati di essere stati assenti e sordi da questo punto di vista, anzi, abbiamo fatto qualcosa in più. Le nostre esigenze sono: 1) acquisire l’area Brancadoro e per la Grande Opera, per noi indispensabile; 2) bonifica ambientale per quel che riguarda l’inquinamento elettromagnetico, qualche anno fa il problema dei problemi, per cui spostare la sottostazione e abbassare la tensione elettrica. Oggi il costo è di 6-7 milioni di euro; 3) quindi un impianto sportivo che è la piscina che ha l’urgenza di essere rifatto, oramai sono 35 anni che è stata realizzata. Occorre un nuovo impianto natatorio. Riccione ha speso 6-7 milioni di euro, noi ci dobbiamo confrontare con questo per fare turismo sportivo; 4) infine dobbiamo riqualificare il Ballarin, priorità cittadina”.

“Il tutto – continua il sindaco – indicando quale è l’area nella quale è possibile intervenire con l’edilizia. Ci sono persone, anche piccoli proprietari, che hanno acquistato in quest’area appezzamenti di terra con la speranza di poter costruire. In questa città è avvenuto un grande consumo di territorio perché c’è stato un individualismo spinto all’ennesima potenza, perché non vi è stata una progettazione unitaria. Noi abbiamo detto: la proposta deve avere un obiettivo pubblico ma abbiamo anche detto che non si può abbassare la quantità di standard prevista in quel comparto. Dovrà essere previsto che ogni 24 mq di metri e servizi generati per abitante equivalente, dovranno essere trovati in più rispetto a quelli esigenti. E abbiamo detto addirittura: non potrà essere occupato per costruire più del 30% di quel territorio, il restante 70% deve essere lasciato a verde e servizi. E infine abbiamo stabilito la cubatura limite, 300 mila metri cubi, all’interno dei quali occorre che ci siano servizi, commerciale, ricettivo. Quindi vanno individuate le aree e quindi gli investitori. Non è possibile che noi siamo la città regina delle Marche e non vi sia però un 4 Stelle “super”, o un numero di camere che non possa ospitare un congresso di livello nazionale. Questa è la nostra sfida. Entro il 15 giugno ci sarà una nuova amministrazione, e noi abbiamo portato questa opportunità per la discussione e valutazione di tutta la città per scegliere la cosa migliore per la città”.

“Una città che non riesce a trattenere i giovani, che nonostante la crisi immobiliare continua ad avere dei prezzi del mercato edilizio del tutto impossibili per giovani con uno stipendio normale”.

“Si pensava che potevano essere tantissime le proposte private, un assalto alla diligenza. Ne è arrivata una all’ultimo minuto utile, è apprezzabile, non sviluppa tutto quanto chiesto come volumetria. Ed oggi è all’attenzione della città tutta. Ne discuteremo tutte insieme, questo è lo spirito della delibera”.

GASPARI TERMINA ALLE 18,17

Inizia Luca Spadoni, comitato Prg a Crescita Zero Mi sono impegnato nella raccolta di firme per il referendum di abrogazione della Megavariante. Se ci sono stati momenti di confronto, lo dobbiamo al nostro movimento, compreso questo momento. Noi abbiamo utilizzato un percorso istituzionale, ovvero il referendum, e inserendo questa battaglia all’opzione “crescita zero”, ma un’opzione di crescita reale, sostenibile, perché una città è un essere vivente che ha dei limiti anche di carico e supportazione. Abbiamo ricevuto più di 4500 firme. Lo dico perché qualche candidato sindaco cita la “crescita zero” nel programma elettorale, ma non può farlo se poi non rispetta quello che è la crescita zero.

Sono rimasto deluso dall’intervento del sindaco, sembra rimasto al 23 dicembre 2009. Sono successe alcune cose nel frattempo: tanti cittadini hanno chiesto che ci fosse un momento di partecipazione effettiva, non si può far finta di niente nascondendosi dietro tecnicismi. Quelle firme sono domande di politica, una buona politica. Parliamo del 12% degli elettori sambenedettesi!

E’ anche successo che è stata presentata una proposta insufficiente e inadeguata alle esigenze. La proposta non dà alcuna risposta ai problemi veri di San Benedetto. Il 23 dicembre 2009 si è dibattuto 20 minuti per una scelta di questo genere, e quel poco tempo fu una vergogna. La Megavariante non è una risposta, per averne certezza basta vedere la proposta. Non vi sono criteri di sostenibilità. Piazze incastonate in cinque palazzine… invito i cittadini a verificare. Queste sono idee sorpassate, lo sviluppo passa per ben altre vie. Questa è la domanda che quei cittadini fanno a questo consiglio comunale, che deve fare una scelta di responsabilità. I consiglieri saranno chiamati a pronunciarsi sulla delibera del referendum. Io chiedo loro di annullare la delibera del 23 dicembre 2009. La Megavariante non è la risposta. Lo faccio a nome del comitato e dei cittadini sottoscrittori.

18:26, interviene Andrea Marinucci, consigliere dei Verdi Chiarisco la posizione dei Verdi. Ad oggi il nuovo Prg è nella fase strategica, e speriamo che entro la fine del mandato possiamo dire la nostra. Alcuni degli obiettivi previsti dal programma di mandato sono lo spostamento della stazione elettrica di via Piemonte. Problema annoso e sentito. Sarebbe utopico poi pensare di preservare l’area Brancadoro senza fare espropri. Ricordiamo che il Prg di Bellagamba prevedeva quasi 200 mila metri cubi solo in area Brancadoro, senza dimenticare che i Prusst prevedevano lì 11 palazzine.

La nostra città non può essere una vacca da mungere, e questo lo devono sapere politici e imprenditori. La proposta è arrivata, ringraziamo i proponenti che hanno raccolto la nostra sfida, mentre ci dispiace per chi non ha aderito nella speranza del vecchio metodo, non trasparente, e che ora minaccia ricorsi per far saltare il tutto o avanza altre proposte (si riferisce a Gasparretti, ndr).

La proposta, pur se con 80 mila metri in meno rispetto al limite, presenta alcune criticità, sulla distribuzione dei volumi, sui parcheggi, sulle piazze. La destinazione degli edifici previsti è quasi tutta a edilizia privata. Lodevole la previsione dell’hotel ma manca la delocalizzazione delle strutture di edilizia sanitaria.

Per noi questa proposta è soltanto un punto di inizio, uno stimolo alla discussione per il Consiglio Comunale. E qui dobbiamo valutare le 4300 firme raccolte dal Comitato per l’abrogazione della delibera del 23 dicembre 2009. Per i Verdi il raggiungimento del quorum di firme per il referendum non è cosa di poco conto, anzi, è un elemento che porterà alla discussione cittadina. Voteremo a favore della tenuta del referendum, pur con qualche dubbio sul quesito, anche se questo potrà avvenire, da regolamento, soltanto dopo il voto amministrativo.

Solo dopo l’avvenuto referendum si potrà avere il “dialogo competitivo” con le imprese. Chiediamo quindi di sospendere il dialogo competitivo, e rimandarlo all’esito. Per noi Verdi, però, il tema della sottostazione è necessario, e chiunque si candida deve dirci come farlo. Lo stesso lo diciamo per l’area Brancadoro, non ci basta il vincolo attuale del Prg. Vogliamo fatti: non diteci che non ci sono soldi per gli espropri. Amministrare significa trovare soluzioni, non propaganda.

GABRIELE MARCOZZI, Rifondazione Comunista, ore 18:36. Legge un documento di Gaspari del passato – anzi il programma di mandato dell’amministrazione – in cui si fa riferimento al Piano Regolatore come guida dell’urbanistica sambenedettese. A rigore di logica – aggiunge Marcozzi – tutte queste assemblee non si sarebbero dovute tenere. Tutto ciò è avvenuto perché qualcuno non ha rispettato i patti per i quali è stato chiamato a governare la città. Non solo non si è fatto il Prg, ma la delibera dello scorso 23 dicembre deve essere ritirata. Voglio sapere come sia possibile, in 20 minuti, decidere una cosa così importante per la città. Sulle decisioni prese non vi è partecipazione, la partecipazione è prima di prendere delle decisioni. Noi non siamo un comitato anti-megavariante, ma “crescita zero”. Io ho 25 anni, magari il futuro lo vedo un poco più lontano. Non possiamo più mangiarci il territorio con il cemento. Noi non alimentiamo istinti primordiali. Noi abbiamo una visione diversa di città. Noi non possiamo sempre pensare come il Pil: se noi vogliamo una crescita infinita allora anche la nostra città diventa infinita… Ma non è così. Non ci sono soldi? Allora occorre essere austeri nella spesa, mentre da ultimo bilancio i costi sono saliti… Prg a Crescita Zero è già esistente, ad esempio, in un comune vicino Milano dove non si costruiscono nuove case: si ristruttura, e i residenti sono anche aumentati.

GIUSEPPE CAPPELLI, consigliere del Pd, ore 18:44 Una piccola polemica per un’assenza del sindaco che è nell’Auditorium per una presentazione di un libro: “Mi dispiace, come fa a replicare se non c’è?”.

Il sindaco in commissione ha parlato di “opportunità e preoccupazione”. Ha detto che questo “consiglio è un momento di approfondimento”. “Io voglio fare una riflessione critica – dice Cappelli – per il futuro di questa città. E dare un contributo per il “dialogo competitivo”, che parte adesso. Una delibera che non ha contenuti immodificabili, lo ripeto tre volte. Lo dice lo stesso ingegner Fiscaletti che ha parlato a nome delle imprese, ne è consapevole. Ha parlato della necessità di approfondire dettagli tecnici. Dagli articoli 2,6 e 9 del bando si capisce che la sfida parte ora. Lo dico con onestà: ho votato, non senza fatica. Ci sono anche atti di responsabilità che vanno fatti per dovere di maggioranza. Sono anche stato accusato di essere un cementificatore. Devo fare delle considerazioni, però (il sindaco Gaspari è tornato, ndr).

Lo spazio dove viviamo non è un bene astratto. Uno scrittore famoso, Luca Goldoni, ha descritto le Marche come una enorme zattera col peso tutto da una parte. Nella Valdaso ci sono 25 mila abitanti, nel dopoguerra erano 40 mila. Negli anni ’80 sentivo che dovevamo fare come le trote, tornare nell’entroterra. In Europa stanno riequilibrando con successo da anni il territorio. In Italia oggi non sono più di moda. Sulla nostra Riviera c’è un eccesso di antropizzazione. Senza soluzione di sostenibilità. Eccetto la Sentina e la zona collinare, San Benedetto è costruita per un terzo. Qui la densità è di 4 mila abitanti per kmq. Gli ultimi scampoli di suolo vanno gestiti con parsimonia, con amore! Ci vorrebbe chi sa prevedere il futuro tra 30 anni. Cito un libro molto caro: Paesaggio, Costituzione e Cemento del professor Settis. L’Italia ha il consumo di territorio più alto d’Europa. Sapere che le città italiane fin dal 1100 avevano delle precise unità di spazio, che poi abbiamo perso con l’unità d’Italia. Anche San Benedetto è una città sparpagliata. I Prg sono stati considerati dei collettori passivi, in un totale capovolgimento delle ragioni dell’urbanizzazione. Poi ci sono gli oneri di urbanizzazione, l’abbattimento dell’Ici… Tutto questo ha portato gli amministratori a dilatare i permessi di edificazione per fare cassa. Lo dice il sindaco di Bari!

Alcuni dei nostri amministratori parlano con entusiasmo delle nuove costruzioni e chi dissente viene trattato come “filosofo con pancia piena”. Parlano in modo caricaturale dello “sviluppo zero”. Ci sono altri modi per fare ricchezza, non c’è solo l’edilizia. Ma ci sono politici che dicono di invertire la rotta, come il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. Non si può costruire all’infinito. Le mie vedute non sempre coincidono con gli amici consiglieri, anche se a volte devo votare per non essere un don Chisciotte. Le aree scelte per costruire non sono “continue”, come articolo 6 del bando, ma “casuali”, ovvero in base delle proprietà dei costruttori. Questo, dunque, dobbiamo contrastare.

Referendum: se hanno raccolto 5 mila firme, dico che in questa fase storica, se si muovono per l’acqua, per il suolo, sono benvenuti. Io nel tempo sono diventato scettico verso i partiti e i politici. Se i cittadini si muovono allora un’amministrazione, specie se di sinistra, non può chiudersi nella sua torre d’avorio. E’ simbolo di debolezza. Spero di sì.

RIEGO GAMBINI, Comitato Prg Crescita Zero, ore 19 Ho dedicato quattro mesi per la raccolta delle firme, abbiamo raggiunto un quorum elevatissimo, che tiene conto anche dei residenti all’estero. Dicevo – spiega accoratamente Riego – che ho la speranza che le cose potevano essere cambiate democraticamente, senza urlare nè alzare le mani. Io ho garantito per quel che potevo che avrei difeso, a spada tratta, la fiducia non elettorale ma morale che i cittadini ci hanno consegnato attraverso le loro firme. Per me è stato un impegno, e per questo sono qui. Sto parlando con la massima sincerità e con il cuore.

Il suolo è come l’aria: San Benedetto ce la stiamo finendo, perché viene raccontata una balla, cioè che è il mercato immobiliare che muove l’economia di una città. Le case sono un luogo sacro, inviolabile. Noi non siamo contrari alle case, ma allo spreco: consumo insensato di prezioso suolo. Soltanto 20 anni fa questi terreni erano coltivati. Mentre a San Benedetto ci sono circa 10 mila appartamenti vuoti. Una casa su tre è vuota. Non può giustificarsi con il turismo un percorso che non ha una logica. Ci stiamo giocando un bene prezioso che non cresce come il frumento. Finisce, semplicemente.

Io questo ho promesso ai cittadini che si sono avvicinati e mi hanno chiesto cosa facevo. Dicevo: “Credo in un progetto”. Tutti i cittadini hanno il dovere di interagire con questa importante decisione”. La Megavariante modificherà il paesaggio di San Benedetto per sempre. Le case non possono essere sempre trattate come “un conto in banca”. In una città cementificata da capo a fondo, gli unici territori ancora disponibili… Inutile pensare alla Sentina e al Parco Marino del Piceno se intorno c’è degrado e merda. Come dire: ho il fegato a posto, ma il resto è marcio. Io ho preso un impegno, spero lo facciano anche i consiglieri comunali. Invito tutti a prendere posizione ed evitare astensioni (applausi dei presenti)

GIOVANNI MARUCCI, MOVIMENTO 5 STELLE Abbiamo aderito immediatamente al Comitato perché crediamo alla “Crescita Zero”. San Benedetto è cresciuta male, ha la densità abitativa seconda nelle Marche. La viabilità è al collasso. Io da piccolo ricordo: Ridente località turistica, località climatica. Oppure: “Natura benevola, e la mano dell’uomo ha sapientamente completato l’opera”.

Si parla di sviluppo in senso positivo. Anche una malattia “sviluppa”. E’ positivo. Noi non siamo contrari all’edilizia. Ma occorre valutare bene. C’è chi dice che se riparte l’edilizia la crisi scompare. Vogliamo ridurre l’economia all’edilizia?

Da altri giornali leggo: enorme numero di case vuote, e che i costruttori hanno anche dell’invenduto. A che serve allora costruire ancora?

Parliamo di contabilità: quando mettiamo il costo della “perdita del territorio”? Quanto lo valutiamo?

Ricordo con piacere un intervento del sindaco a Ragnola, in cui, a proposito di una rissa a San Benedetto tra bande giovanili, diceva di prestare attenzione. E appunto: anche lo sviluppo urbanistico di una città contribuisce, se mal fatto, contribuisce. Io sono padre di tre figli, e posso constatare che non è più la città di quando ero bambino io. C’è qualche parco. Ma per gli adolescenti? Non ci sono spazi, nè centri aggregativi. La finanza di un Comune non può reggersi sull’edilizia. La città è satura. E’ ora di dire basta. Chiediamo una misura coraggiosa, popolare. A meno che non si facciano i confronti coi cittadini prima delle decisioni.

Una amministrazione dovrebbe salvaguardare i beni comuni: edificare su un terreno di propria proprietà non è un diritto, non va posto sulla stessa base della qualità della vita.

GIORGIO MANCINI, SEL Il neoliberismo ha sostituito la pianificazione urbanistica con la proprietà fondiaria che edifica dove e come vuole. Ma c’è anche un altro tema: la finitezza degli spazi. Si apre così la cementificazione del paese. Bisognerà poi verificare la perversione tra grandi imprese, politica e informazione. La speculazione fondiaria ha davanti a sè una comoda autostrada. Sono stati comprati terreni a 10-20 euro mq e non appena la pressione sulla politica rende appetibili quei terreni, i prezzi vanno a 100-200 euro. Quindi, quasi 20 milioni di euro per cedere area Brancadoro, senza nessun nuovo posto di lavoro.

In Europa impongono di costruire solo su terreni già edificati, dove si guadagna solo sul loro lavoro.

Quarta novità: i Comuni sono senza risorse. Allora alcuni sindaci dicono che si risolvono i problemi moltiplicando all’infinito. Noi invece dobbiamo evitare l’ipertrofia e l’espansione urbana.

Dobbiamo agire politicamente.Inutile pensare che con gli accordi di programma si riesce a modificare la situazione. Occorre rompere il circuito infernale della rendita assoluta e rompere per sempre la speculazione della rendita: lasciamo strillare gli speculatori.

Vengo alla Megavariante: cinque palazzine di altezza massima di 18 metri in via Cacciatore, zona Sentina. Altre in via Mare. Sette in Viale dello Sport, sempre 18 metri. Albergo in zona PalaRiviera. 217 mila metri cubi complessivi.

La proposta dei privati non prevede l’area Ballarin. Deve essere il Comune a dire se questo è un elemento che inficia l’interoprogetto.

Trovo difficile da dire da parte del sindaco che se i vincoli del Prg scadono allora il privato ottiene l’edificabilità. Non è vero. Restano zone bianche.

Conclusione: appello ai consiglieri di maggioranza. Leggo dal mandato di programma: “edificazione limitata ad est della ferrovia”, e invece in maggioranza si è costruito lì. Fate per una volta, in materia urbanistica, ciò per cui siete stati eletti.

MARIO NARCISI, Socialisti, ore 19,28 Questa assemblea pubblica è la manifestazione più lampante del fallimento di questa amministrazione. E’ come se tutti fosse fermo a cinque anni fa. Ci troviamo ancora coi Prusst, in pratica… Faccio un esempio sulla Grande Opera: si è detto che l’area da destinare fosse in area Brancadoro, ma dopo pochi giorni dalla chiusura del bando si è detto che l’area fosse in via Togliatti. Insomma: era solo un alibi per riproporre i Prusst.

Noi ci battemmo per la discontinuità nei confronti del Piano Bellagamba, ma anche un passato “remoto”, i Prusst. Ecco perché dico che l’amministrazione è rimasta ferma. Narcisi espone una locandina di un giornale locale in cui c’è scritto GASPARI: E’ ORA DI FARE IL PRG. Ci vuole una faccia tosta per dire il contrario, ora. Io penso che se nel bando era prevista un’area e poi adesso, per la Grande Opera, si dichiari il contrario, allora ritengo che la Megavariante non abbia motivo di esistere e venga dichiarata nulla.

Per me San Benedetto è una città compiuta, deve pensare ai servizi e non alle case. Continuare a creare camere senza avere a disposizione dei servizi significa creare dei loculi. Queste persone si allontaneranno dalla città, non verranno più a San Benedetto.

LUCA VIGNOLI Pdl, ore 19:37 La Megavariante non mi è mai piaciuta. Ribadisco la mia ennesima contestazione. In maniera pacata. Perché con tutto quel che è avvenuto, con la raccolta di migliaia di firme, non oso pensare cosa sarebbe accaduto se noi fossimo stati al governo e la sinistra all’opposizione…

Io ricordo la sera del 23 dicembre 2009, quando in Consiglio comunale apparve, è il caso di dirlo, la Megavariante. Nessuno di noi ne conosceva i dettagli. Contestai la delibera e emendai perché la delibera prevedeva che al bando potesse partecipare soltanto il proprietario dell’area Brancadoro, come poi accaduto.

Ci sono problemi tecnici-politici: solo il proprietario poteva partecipare. Non sembra un bel modo di operare. Alla faccia della trasparenza dell’amministrazione pubblica. Strada facendo è stata esclusa la riqualificazione dell’area Ballarin, in maniera illegittima secondo me, perché la delibera prevedeva esplicitamente che gli interventi venissero realizzati in un “unicuum”. Poi è saltata l’area per la Grande Opera. Così partiva quella delibera. Sembrava una scusa: trovare quest’area e poi il resto.

Problemi pratici. Mezza variante è già saltata (Ballarin, area Brancadoro), tale da rendere illegittimo tutto il procedimento. Piscina e sottostazione, restano. Ma dico: chi ha deciso queste priorità? Non era il caso di discutere prima? Non dopo! Può darsi anche che ci trovavamo d’accordo. Ma non ci dite che questo è il vostro progetto di città: una piscina e lo spostamento della sottostazione? Non ci prendete in giro. Due opere?

E in cambio di cosa? L’occupazione di tutte le aree libere. Alla faccia! Mi sembra che si sia un poco esagerato. Conosciamo l’impatto su viabilità, parcheggi, servizi? Non sappiamo neanche cosa ne pensa il dirigente, perché sta lavorando su una cosa molto complessa. Il dirigente ha bisogno di un mese per analizzare tutto, noi invece ce la siamo ritrovata all’improvviso.

Allora io mi chiedo: perché l’amministrazione ha agito in maniera tanto maldestra? Opere così importanti, e avete fatto un blitz il 23 dicembre? Quello è il vulnus originario. Il titolo della delibera è “Grande Opera e relativi interventi connessi”. A giudicare il collega Cappelli me lo immaginavo tra i contrari alla megavariante, questa vergogna sta venendo a galla. Che timore c’era di fare un percorso di partecipazione e coinvolgimento? Prima, non dopo…

Io non sono ipocrita nè contrario a priori ad accordi coi privati. Ma voglio ragionare. Io ho firmato per il referendum, e penso sia puerile dire al sindaco, collega Cappelli con stima e rispetto, fai svolgere il referendum. Ma ci mancherebbe altro! Ci sono dubbi su questo? Non capisco perché l’amministrazione, almeno inizialmente, ha fatto resistenza. Mi è sembrata una caduta di stile. Chiedo per l’ennesima volta il ritiro della Megavariante. Abbiate la lungimiranza di ammettere l’errore.

LINA LAZZARI, PD, ore 19:50 Questo Consiglio Comunale aperto è molto interessante. Ritengo che chiunque di noi è stato eletto e siede in questo contesto debba fare politica per la città, non contro. La politica, prima di scegliere, deve ascoltare, assolutamente. Non lo dico solo io, la stampa ci riporta virgolettato una affermazione del presidente della Confindustria del Piceno Bucciarelli: “Sulla questione occorre meditare e tanto”. Se lo dice lui… nessuna scelta in effetti è stata fatta. Cito un comma del bando: “In ogni caso le risultanze del dialogo competitivo vincoleranno l’amministrazione per gli atti successivi”. Presentai poi un mio emendamento, recepito: “qualora a seguito della procedura di evidenza pubblica risulti che per realizzare tutte le opere previste sia necessario un consistente consumo del territorio, la decisione finale in merito all’accordo verrà assunta dal Consiglio Comunale che si riserva fin d’ora di inviduare le opere di interesse pubblico da realizzare diminuende il corrispondente consumo di territorio.

La qualità di una città non viene dall’edilizia ma dalla creatività urbanistica. Non abbiamo un Prg. Ci sono molte ragioni. Sarebbe stata la cosa migliore, ma quando si parla di una idea di città, in molti siamo d’accordo. Mi ha colpito molto Riego Gambini, perché crede nelle cose che ha detto, e anche tutti noi siamo d’accordo. Ma i problemi nascono quando, invece che parlare dell’idea di città, si parla di come e cosa.

Se vogliamo essere città turistica, non può esserci uno sviluppo “continuato” ma sostenibile. Parola a me cara da riempire di contenuti. L’accordo di programma non è il Prg né può esserlo. Ero già scettica sulla Megavariante, ma presenta delle opportunità. Molte criticità ma molte opportunità. Però in Italia oltre che agli accordi coi privati non ci sono molte possibilità per nuovi servizi.

FABIO URBINATI, Pd Speravo che gli interventi dei consiglieri comunali fossero stati a margine, il contrario di quel che accade sempre, per dare spazio ai cittadini. Dibattito sulla Megavariante c’è stato, grazie a tanti cittadini che hanno raccolto più di 4 mila firme. Non ho dubbi: il referendum si fa se le firme sono sufficienti e conformi.

Mi spiace che dagli interventi passa un messaggio: noi consiglieri comunali di maggioranza siamo i “cementificatori pazzi”, dall’altra i difensori del verde. Non è accettabile. Vignoli dice che noi abbiamo proposto la Megavariante in maniera subdola, il 23 dicembre 2009. Invece ora gli uffici stanno valutando se la proposta è conforme al bando. Bisogna anche spiegare i benefici. Gli ex compagni di Sel stavano distribuendo volantini che non corrispondono alla realtà. Per incanto non ci sono i problemi che ci attanagliano da anni.

La piscina: invecchia ogni anno per dieci, non possiamo neanche fare una gara regionale di nuoto per raazzi, perché non abbiamo una piscina a norma, nonostante che nell’hinterland molti comuni si siano organizzati, è frequentata da 600 persone al giorno. Abbiamo stanziato 200 mila euro nell’ultimo bilancio. Non è una priorità? Lo chiedo ai cittadini.

Anche per incanto i tralicci di via Bianchi non sono più dannosi per la salute. Gli stessi che dicono che i rilevamenti dell’Arpam sulla cassa di colmata non erano reali… Queste cose abbiate il coraggio di dirlo in campagna elettorale: sappiate che ci sono delle forze politiche che dicono che i tralicci di via Bianchi non fanno male. Da questo accordo viene fuori che in zona Brancadoro avremo 270 mila metri quadri di verde! Questo non vuole dire nulla?

Dicevano che volevamo cementificare la collina, mentre il proprietario di quella collina ha iniziato a strepitare, perché lo abbiamo detto e ripetuto e questo è stato capito. Il referendum è un motivo di vanto e di discussione, dove queste cose emergeranno.

Ribadisco, non me la prendo con la stampa locale nè con Vignoli che è quello che parla più spesso nel Pdl. Non può dire soltanto che ha votato il referendum, ma deve dire qualcosa di più sull’urbanistica, devono dirlo.

EMIDIO GIROLAMI, Comitato Prg a crescita zero, ore 20:18 Legge una relazione sull’urbanistica. Poi dice: “Non si può dire che una piscina e interrare quattro cavi di cui sarebbe bello sapere la potenza e la pericolosità, e altre piccole amenità, farle diventare il bisogno di questa città, che quando piove, pioviccica direi, ha problemi in più parti.

Abbiamo problemi di traffico normali, in un fine settimana qualsiasi e ci sono code lunghissime. Serve una mobilità diversa che non esiste. In alcune zone centrali problemi di qualità di vita come se fosse periferia. Mi fa brutto pensare che la piscina può rendere attiva una amministrazione. Non si può annullare un referendum. Abbiamo registrato che una città ha dimostrato una parte viva, non ci sono sudditi. Se il comune sentire fa ancora ragione, ancora fede… Certo che si è presentata una sola ditta. Si è parlato di un mega albergo da 150 stanze, ma quelli che ci sono si fanno chiudere. Si vuol fare turismo congressuale? In questa città ci sono delle zone centrali che hanno delle buche grandissime... io ho un negozio in via Calatafimi, l’unico intervento fatto in quella zona è stato merito del Commissario. Mi ha ricevuto, e poi ha fatto l’intervento.

Vogliamo fare un riscontro delle cose che servono? Possibile che questa giunta – nonostante sia stato promesso il Prg – devo dire che negli ultimi 15 anni l’assessore all’Urbanistica e il sindaco siano stati la stessa persona… Non esiste, non so se lo fanno a Tunisi, grazie al cielo lì si stanno ribellando, spero che anche qui lo facciano sulle strutture. E’ assurdo che questa città punti sullo sviluppo sugli appartamenti sfitti. Ci dobbiamo chiedere perché ha aperto 60 sportelli bancari e Saviano dice che tra le 5 province dove si intende bene c’è Ascoli.

Lo ripeto: amo finocchi, patate e barbabietole. Non passerà nessun altro modello di sviluppo. Gradirei che tutte le persone che hanno il mal di pancia in questo consesso, vengano fuori. Basta con lo sviluppo in appartamenti per lavoro per 500 persone. No! Si crea ricchezza ancora di più per 4 persone e gli altri schiavizzati per pagare il mutuo.

FELICETTI Pri, ore 20:28. Le Marche, insieme a Molise e Campania, non hanno ancora una legge regionale urbanistica. Questo ci impedisce di fare molte cose. Con Bellagamba nel 2002 facemmo il Piano Idea. Bellagamba simulò il Prg su quello di Roma. Il Ptc della Provincia, fatto dalla giunta Rossi, dà i carichi sulla costa. Bellagamba dava 2 milioni di metri cubi a San Benedetto, il Ptc poi dava un milione di mc. E allora dico: per fortuna non abbiamo fatto il Prg di Bellagamba, e per fortuna che le Marche non ha fatto legge urbanistica… Perché il Consiglio di Stato poi ha cambiato gli indirizzi.

L’inquinamento elettromagnetico è un problema serio, è giusto provvederci, le Ferrovie hanno detto chiaro e tondo che non ci penserebbero mai loro a risolvere quel problema. Le piscine e il parco Brancadoro idem, servono eccome alla città. I Prusst? Eravate pochi a fare battaglia, e solo su area Brancadoro scaricavano 170mila metri cubi. Il Piano Bellagamba 110mila metri cubi. Ora la recuperiamo al Comune, quell’area, come si tentò di fare fin dagli anni ’70. Ora si cominci il dialogo con i proponenti. Verifichino gli uffici, e alla fine del percorso, che io condivido perchè non vedo altre soluzioni. Bisogna poi anche rispondere alla crisi del settore edile.

Emanuela Mazzocchi, esponente Pd, ore 20:41 Sono un progettista di professione. Il mercato non si può dimenticare, dobbiamo saperlo gestire, le amministrazioni comunali devono considerare che bisogna condurre i giochi, regolare il mercato. Vorrei anche rispondere a Gambini. Non si possono dare rassicurazioni, pur se in buone intenzioni, sul fatto che un’area non sarà mai edificata, se non si regola il mercato, se l’ente pubblico non dà indicazioni. Ogni area è soggetta a speculazioni. E la caduta dei Prusst, lo vedemmo anni fa, non ha risolto i problemi della città. La città diffusa? Non c’è modo migliore per cementificare il territorio. Non dobbiamo solo pensare al paesaggio aulico, a montagne e mare. Abbiamo il dovere di pensare al paesaggio urbano, a realizzare una città a misura d’uomo, che sia anche bella, vissuta da tutti. Confermo le cifre di Felicetti su area Brancadoro.

Nazzareno Menzietti, consigliere gruppo misto, ex Pd 20:48 Bello che la città partecipi così numerosa, certo che gli interventi dei cittadini mi sono sembrati critici, non possiamo non tener conto di queste 4300 firme. Dobbiamo dare una risposta immediata, non possiamo sottrarci da questo volere popolare. Dal punto di vista tecnico, con la megavariante si violano i principi della libera concorrenza, e ritengo illegittima la delibera, in quanto va in verso contrario alla delibera del dicembre 2009 che prevedeva come oggetto specifico della megavariante l’individuazione dell’area da donare alla Fondazione Carisap, nella zona Brancadoro. Ora l’oggetto mi sembra del tutto diverso. Per quanto riguarda l’offerta dei privati: nuova piscina, bene ci mancherebbe altro. Manca riqualificazione Ballarin? Male. Sulla sottostazione ho qualche perplessità, se è a norma non si può chiedere alle Ferrovie di spostarla. Il piano regolatore generale è lo strumento idoneo per regolare la città, sono stati spesi soldi, tanti soldi, ora la Megavariante è una pennellata. L’occupazione, lo sviluppo delle imprese edili, passa per un piano regolatore e non per una variante.

Francesco Bruni, Italia dei Valori ore 20:54 Si parla da anni del problema dell’elettrodotto, si portarono dati allarmanti sull’incidenza di certe malattie sui residenti di quella zona, c’era il comitato Cogigem. I cellulari? Molti studi paragonano il danno che provocano al cervello con i danni dell’amianto ai polmoni. La piscina? Ormai è vecchia e obsoleta, si spera che la nuova sia di dimensioni maggiori. Per quanto riguarda l’hotel a cinque stelle, dico solo che a maggio di quest’anno al Casale ci sarà un congresso con duemila cardiologi. Il Casale non è in grado di recepirli tutti, e in quel periodo verranno occupati gli alberghi della Riviera.

Si porterebbe lavoro in città con un nuovo grande hotel. Porterebbe anche a un uso migliore del PalaRiviera, ma non penso ai benefici per i gestori, ma alla creazione di ricchezza e lavoro per San Benedetto e il circondario.

Gli enti pubblici vivono crisi economiche, quindi non sono contrario ad accordi di programma, ovviamente se hanno convenienza per la collettività. La meritoria raccolta di firme per evitare la cementificazione è stata fatta prima dell’arrivo di questa proposta della cordata di imprese, ora perchè non esaminarla per bene? Non ci fasciamo la testa prima di essercela rotta.

Gianluca Pompei, iscritto Pd, ore 21:03 Questa giunta nel pieno dei suoi poteri propone un accordo di programma, unico mezzo oggi per creare sviluppo e reperire risorse. E qualcuno chiede ai cittadini se sono favorevoli alle colate di cemento? Certo che rispondono di no. Nessuno le vuole. Voi del comitato Prg a crescita zero volete strumentalizzare questa questione, per mettere paura alla gente. Siete conservatori, piu chic delle destre, ma siete conservatori. Siete con la destra in questa battaglia. Se è vero che su 15mila cittadini solo 5000 hanno firmato, fatevi qualche domanda.

Bruno Gabrielli, consigliere Pdl ore 21:05 Sembra che nelle Marche i piani regolatori non si facciano, a me non risulta che sia così, si fanno dovunque, è questione di capacità e volontà. Noi della giunta Martinelli non ci riuscimmo, forse anche per incapacità, ma abbiamo pagato pegno. Siete arrivati voi, proclamavate discontinuità, ma così non è stato. Avete ansia di prestazione, ora, visto che dopo cinque anni non avete concluso nulla del vostro programma in ambito urbanistico. Ma le cose fatte in fretta non generano mai delle buone risposte.

Il 23 dicembre 2009? Ha segnato un grande torto ai sambenedettesi, persone che erano state elette come opposizione sono passate ad appoggiare Gaspari, e lo hanno salvato. Questo io ricordo di quella data. Se Gaspari fosse andato a casa, si sarebbe votato a marzo 2010, il commissario prefettizio ci sarebbe stato solo per tre mesi. E invece questa giunta in un anno cosa ha prodotto? Nulla.

Nel 2001 avevamo lo scenario dei Prusst, davanti. I cittadini hanno a cuore la loro vita, e io in questi anni di opposizione ho fatto dura battaglia per difendere gli standard qualitativi della vita comune, ogni volta che si andava avanti nell’urbanistica a colpi di variante. Noi dobbiamo dare, piuttosto, uno sviluppo commerciale alla città, perchè si iniziano ad avere veri problemi. Qui vanno coinvolti gli imprenditori.

Sono rimasto colpito dall’intervento di Pompei, io ho firmato il referendum in maniera cosciente, come me anche gli altri. Non si può paventare la loro dabbenaggine, parlare degli spettri della cementificazione. Potremmo dire che l’arma degli spettri la usano anche coloro che parlano di elettromagnetismo, allora? Bisogna avere rispetto per chi ha raccolto quelle firme.

I veri problemi della città sono l’inquinamento, i parcheggi, la viabilità. Questo chiedono i cittadini. Piscina o elettrodotto sono situazioni da tenere in conto, ma non sono la priorità delle priorità.

Guido Rossetti, architetto, membro del comitato contrario alla Megavariante ore 21:15 Questo non è il luogo di discussione? Ma come, questo è momento di discussione estremamente politica. Noi non riconosciamo al gruppo di imprese la potenzialità di programmare lo sviluppo della città. Mancano 130mila metri quadrati di standard, questo è un punto su cui discutere. L’area Brancadoro completamente libera? Ok, ma chi abita in altre zone deve prendere la macchina per andarci, lì ci sono gli standard ma per chi non ci vive come facciamo? E a chi non ha partecipato al bando,cosa facciamo reiteriamo i vincoli sulle loro aree? Ma se la megavariante è stata fatta proprio per la questione della reiterazione dei vincoli?

Palma Del Zompo, consigliere comunale Italia dei Valori, ore 21:20 La preoccupazione dei cittadini indica una preoccupazione per il territorio che noi condividiamo. In questa discussione però c’è una specie di convitato di pietra, mai messo a fuoco, ed è la Fondazione Carisap. Mi spiego meglio: Tutta questa storia nasce prima del 23 dicembre scorso. Nasce dalla grande opportunità offerta dalla Fondazione, dalla voglia di non farla perdere alla città. E il resto come mai ci è entrato? Perchè in quel momento l’area individuata, da offrire, era nella zona Brancadoro. Sono felice di questa mobilitazione dei cittadini, la partecipazione non è mai negativa, è l’indifferenza che genera i mostri. Noi non siamo infallibili, ma siamo in buona fede. La Fondazione è un convitato di pietra perchè stamattina dice che si sarebbe espressa a fine febbraio, ma sembra che ci siano dei problemi perchè non è stata una donazione ma una concessione novantanovennale, quindi potrebbero esserci problemi a considerare idonea la nostra offerta.Non mi piace che sia la finanza  a condizionarci, già amministrare è tanto complicato. Dico a Sel: se non dagli oneri di urbanizzazione, da dove prendiamo i fondi per offrire i servizi? Penso a quelli per gli anziani, per il sociale.. abbiamo un tasso di longevità fra i più alti d’Italia.

Abbiamo fatto un Progetto Casa che pensava proprio alle ristrutturazioni al posto delle cementificazioni…quindi siamo sensibili a questo tema

Giorgio De Vecchis, consigliere Futuro e Libertà, ore 21:32 Abbiamo una grande densità abitativa, un’opera di questo genere che prende tutte le aree libere al di qua della ferrovia non può essere considerata un accordo di programma. Un accordo di programma riguarda un fazzoletto di territorio.  Voi nel programma elettorale parlavate di un piano regolatore improntato al non consumo del territorio. E a dicembre invece faceste una delibera che, con il “coperchio” della Grande Opera, apriva alla variante urbanistica di grandi dimensioni che in un territorio così urbanizzato come il nostro è totalmente contrario al programma votato dalla città.

Questo consiglio comunale aperto andava fatto prima del 23 dicembre 2009. Perchè si andavano già allora a stravolgere i temi del vostro programma di mandato, e non è vero che nessuno parlò contro, allora.

La necessità di trovare l’area per la Fondazione Carisap servì solo per ammansire i cittadini, tanto è vero che pochi giorni fa avete approvato il piano B che offre alla Fondazione l’area di via Togliatti.

L’interesse dei cittadini su questo tema è stato più volte manifestato, ma non solo con queste 4300 firme, ma con le ultime elezioni, 2001 contro i Prusst e 2006 per il Prg che prometteva Gaspari. Ed è sterile dire che non abbiamo risorse economiche per i servizi sociali, una volta che abbiamo cementificato tutto cosa ci vendiamo, la spiaggia (ammesso che diventi nostra dal Demanio).,.. Ricordatevi che il territorio, come diceva qualcuno, non lo fabbricano più.

Io ho tre figli, un quarto in arrivo,mi sono trasferito ad Acquaviva Picena, e devo dire che su si sta molto meglio per quanto riguarda il traffico e la vivibilità.

Daniele Primavera, consigliere Rifondazione Comunista, ore 21:44 Il discorso più di destra, più mercatista, stasera l’ha fatto Felicetti. La domanda a cui nessuno risponde è: ma la proposta soddisfa i vostri desiderata politici? A parte che già da stasera bisognava sapere se la proposta è accettabile tecnicamente. Ma voi vi dovete esprimere politicamente. Nel bando, ad esempio, non c’è scritto che il Ballarin si poteva escludere. Il fatto che i cavi di via Bianchi non vengono interrati ma spostati, vi soddisfa? L’albergo? Non si sa chi lo farà, come lo farà, nella proposta c’è solo l’intenzione di chiedere un giorno il diritto edificatorio per un albergo. Rimane sulla carta, perciò.

E’ pianificazione, questa? No, è l’esatto contrario. Non si sa quanti abitanti porta questa proposta, bisogna vedere la proposta, ma come? E’ il costruttore a decidere? Come avete fatto a votare una cosa del genere? Voi fate il contrario di quanto avete sempre detto, siete voi con Felicetti, non Felicetti con voi. Felicetti è coerente, voi no.

Insomma, questa proposta non vi soddisfa, nessuno di voi l’ho visto esultare. Ritiratela, e dite che nel prossimo mandato farete un altro bando, in modo da avere più concorrenza e ricevere più proposte.

Claudio Benigni, capogruppo Pd ore 21:55 Da tempo leggo commenti e considerazioni su questo bando, secondo i quali l’urbanistica sarebbe uno sfacelo, una città in mano agli speculatori…. altro che deserto, in questi anni abbiamo fatto Piano Hotel, Progetto Casa, Piano Spiaggia, variante articolo 48 e 29… insomma, ora abbiamo rivolto una sfida ai privati, affinchè si uniscano per dare opere pubbliche in cambio di volumetrie.

Si è parlato di colline devastate, ma la proposta non prevede costruzioni lì. Ci sono 150 appartamenti di housing sociale. Forse questo progetto non è così male? Non so se sia la migliore per San Benedetto, anche perchè molti imprenditori non hanno aderito. Comuque ora il dirigente tecnico dà la sua opinione, e occorrerà un esame scrupoloso. I tempi ristretti che sono rimasti, mi fanno dire che sia inevitabile, e anche giusto, che questo tema così importante venga affrontato anche dalla prossima giunta comunale.

Comunque,secondo me, la pianificazione urbanistica e le opere pubbliche non potranno prescindere, in futuro, dagli accordi con i privati. L’ostilità a questo bando mi sembra sospetta, il comitato chiede da tempo il non consumo del territorio, parlando di riqualificazione dell’esistente. Giusto, condivisibile. Ma non è spiegabile come alcuni esponenti della minoranza, che si stracciarono le vesti contro la Torre all’Agraria che aveva metodologie costruttive all’avanguardia, ora chiedono tante torri in giro per la città, visto che chiedono di dare indici di cubatura maggiori invece di costruire in zone non edificate.

Giovanni Gaspari, sindaco, ore 22:06 ringrazio chi è restato fino alla fine. Sono contento di questa partecipazione. Ho ascoltato quasi tutti gli interventi ad eccezione di un brevissimo intervallo per partecipare a un convegno all’auditorium al quale avevo già dato la mia adesione.

E’ un discorso che non pretendo di concludere, siamo in cammino verso qualche cosa che abbiamo iniziato a discutere.

Fa specie che chi a San Benedetto si è definito rappresentante del Governo Centrale (Bruno Gabrielli, ndr), etichetti Felicetti come traditore del centrodestra, per poi dire che a Roma gli “acquisti” sono i salvatori della patria. Siate coerenti no?

Capisco poi l’enfasi del Comitato Prg a crescita zero, e ho evidenziato il loro grande lavoro e grande impegno, ma non vorrei che si cancelli anche il passato. Non è la prima volta che a San Benedetto si raccolgono firme per un referendum consultivo, fu fatta una raccolta di firme sul monumento di Nespolo all’inizio del lungomare. Non esistono impegni civili migliori maggiori più importanti, è un dato di cronaca dire che non è il primo. Poi voglio far rilevare che se io dal Canada mi collego su Rivieraoggi.it e guardo le riprese, traggo le conclusioni che questa giunta comunale rappresenta una esigua minoranza, mentre il resto della città vuole altro. Io credo che non sia così, questa di stasera non è la rappresentazione fedele del tessuto sociale di questa città.

Abbiamo la fortuna di essere in prossimità delle elezioni, e quelle diranno dove è la maggioranza del volere dei cittadini. Ora invece tutti possono dire di parlare a nome e per conto del popolo. Ho grande rispetto di quelle firme, ma dobbiamo avere rispetto di tutti.

Il programma elettorale fa lo spartiacque, ma il consiglio comunale ha sua autonomia per poter decidere e risponde ai cittadini di quello che fa. Sempre per la coerenza, dico a Menzietti Nazzareno che parla di “trucco sporco di una variante su un prg che non c’è”.

Bene, sono d’accordo. A patto che queste cose valgano a San Benedetto come ad Ascoli. Trovo singolare che sull’area della Sgl Carbon ci sia una condivisione generalizzata di tutto l’arco costituzionale e forse di più pure, per fare un intervento che è tre volte quello di San Benedetto in termini economici, e forse di più in termini di volume. Ma qui sarebbe speculazione, su ad Ascoli invece è grande opportunità. Lì si fa intervento al di fuori del Prg, ma per tutti va bene?

Il problema non è vincere, ma governare, non si devono fare alleanze a tutti i costi.

sulla proposta dico: nessuno di noi oggi sa quando si voterà. Marinucci credo abbia detto se non capisco male sostanzialmente le stesse cose dette da Benigni, Bruni, la Lazzari, insomma tutta la maggioranza. Siamo in una fase interlocutoria, ci serve sapere se c’è rispondenza tecnica, quella politica c’è già e l’ho detto in apertura. Abbiamo la consapevolezza che questa giunta non potrà chiudere, la lasceremo la decisione alla prossima giunta. Possiamo cominciare l’iter, la discussione.

Affermare che a San Benedetto non ci sono spazi verdi fruibili,ma se abbiamo rivitalizzato e riqualificato 27 parchi urbani? Non abbiamobisogno di un verde come la Florentia, a ridosso della ferrovia. Dialogo competivo significa che se l’area verde proposta in via del Cacciatore non va bene, si discute. Dire ciò che non va fatto sono capaci tutti, più difficile è dire solo quello che non va.