ANCONA – Tu hai 20 anni, lavori per 45, e nessuno ti assicura che a 65 anni avrai la tua pensione. Tu di anni ne hai, mettiamo, 40, per cinque anni sei consigliere regionale, e il tuo futuro è assicurato.

Chiamalo, se vuoi, costo della democrazia.

Chiamalo, se vuoi, partitocrazia.

Chiamalo, se vuoi, la Casta.

Fatto sta che la Regione Marche arranca: non bastavano i voti bipartisan in Parlamento, con eccezione, di recente, dell’Idv. Anche nella terra di Leopardi non manca chi si vuole adeguare alla bella vita romana. Così Sinistra Ecologia e Libertà, attraverso le parole del consigliere regionale Massimo Binci, chiede l’abolizione del vitalizio per i consiglieri regionali marchigiani (“Ma è una proposta un po’ troppo facile – risponde il presidente Spacca – visto che riguardava i consiglieri che verranno eletti nella prossima legislatura”), ma il resto del Consiglio Regionale sonnecchia. O sogghigna. O si sbellica, magari, dalle risate. Fate voi, anche stavolta.

“Se non si fanno le cose semplici, come si possono fare quelle difficili?” risponde infatti Binci, che aggiunge: “Ritengo invece che le giustificazioni portate in Consiglio Regionale per bocciarla siano troppo complicate e difficili da capire dai cittadini marchigiani. L’abolizione dei vitalizi dalla prossima legislatura permetterà di risparmiare 3 milioni di euro ogni anno per finanziare interventi a favore di categorie di persone più svantaggiate. L’Emilia Romagna questo ha fatto con una legge nel dicembre scorso. Si può fare di più ma questo è il minimo e mi sembra che tutti cerchino facili scuse per non iniziare a tagliare almeno i costi più ingiustificati, come il vitalizio che percepiamo noi classe politica”.

Da parte sua Spacca, in un incontro pubblico ad Ancona, ha ribattuto: “Con un po’ più di coraggio – ha detto tra l’altro Spacca – il taglio dei vitalizi dei consiglieri regionali si farà: anzi, se il Governo varerà una manovra correttiva, che si preannuncia da 40 miliardi di euro, saremo costretti a tagliare da subito, non dalla prossima legislatura”.

Costretti (costretti?) o meno, applaudiremo nel caso si rinunci a questa indecorosa e aristocratica (?, ancora) prerogativa.

Chissà se qualche consigliere regionale piceno, o assessore addirittura, voglia passare alla storia.

Chissà.