GROTTAMMARE – “Adottiamo Viale Colombo e ….. le sue palme”. È questo il titolo di un’iniziativa che è anche l’impegno assunto da parte dei florovivaisti aderenti a Marcheflor della Cia (Confederazione Italiana Agricoltori). I florovivaisti di Grottammare, infatti, chiedono all’amministrazione comunale di poter sostituire a proprie spese le palme che verranno abbattute a seguito dell’azione del Punteruolo rosso lungo la caratteristica Viale Colombo, sempre più “massacrata” nella sua identità di viale palmizio dal punteruolo rosso e dagli effetti dei tentativi di cura, che agiscono potando la corolla e facendo rimanere provvisoriamente solo i tronchi.

I vivaisti, uniti e concordi, sostituiranno dunque  le palme malate, a loro spese, con nuovi arbusti. “ Con quest’azione – afferma il presidente della Cia Massimo Sandroni– intendiamo sensibilizzare le istituzioni anche sulla realtà che si sta abbattendo sul distretto Vivaistico di Grottammare che è uno dei più importanti in Italia e in Europa”. La Regione Marche, infatti, ha bloccato la commercializzazione di alcune specie di piante, togliendo loro il “passaporto”, per via della “paysandisia archon”, (è un insetto, farfalla, che infesta alcune specie di piante, tra cui le palme) risultato  infettivo e pericoloso e di conseguenza messo in quarantena. Una stangata per l’economia grottammarese, poiché il vivaismo è la seconda fonte di reddito dopo il turismo. E questo provvedimento ha bloccato di fatto la commercializzazione delle palme prodotte nel Piceno.
“Il problema è importante- afferma il sindaco Luigi Merli– soprattutto perché stiamo parlando della seconda economia cittadina e le istituzioni a livello regionale devono intervenire in questo settore, cercando di fare arrivare risorse”. Intervenuto anche Giuseppe Santori presidente MarcheFlor: “I provvedimenti presi sono troppo rigidi e rischiamo seri problemi. L’unica decisione che possiamo prendere oggi è quella di andare in Spagna per la nostra produzione, dove i provvedimenti ci sono, vengono rispettati ma permettono agli imprenditori di continuare il loro lavoro. Quando siamo arrivati in Spagna ci hanno steso i tappeti rossi”.