dal settimanale Riviera Oggi numero 847 del 15 novembre 2010

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Ambiente, natura, ricerca e soprattutto spirito d’intraprendenza. Tutti elementi che contribuiscono a descrivere il talento di Stefano Chelli, 26 anni, un giovane naturalista ascolano attualmente impegnato in una collaborazione con la Riserva naturale regionale della Sentina per rinaturalizzare la zona a tutela Integrale dell’area protetta con il ripristino delle zone umide e degli stagni salmastri.
Dopo il corso di laurea triennale in Scienze della natura e dell’ambiente e quella specialistica in Gestione delle Ambiente e delle Aree Protette, entrambi svolti all’Università di Camerino, la sua formazione prosegue con un master in Pianificazione del territorio e un dottorato di ricerca sempre in materia di ambiente ed ecologia. Il suo curriculum però si arricchisce con la work experience della Provincia di Ascoli che porta il giovane ascolano a intraprendere una collaborazione con la Riserva.
La Riserva Sentina negli ultimi mesi ha stilato un progetto e attraverso l’apporto tecnico-scientifico di Stefano Chelli ha partecipato al bando Life Plus dell’Unione Europea. Il finanziamento funge da supporto per quegli interventi finalizzati all’ambiente rivolti ai siti che rientrano nel progetto Natura 2000, una rete che individua in tutta Europa i siti caratteristici per il loro habitat e per la loro flora e fauna allo scopo di costruire una rete ecologica europea. Uno dei siti appartenenti al network è proprio la Riserva Sentina.
Insomma, la sua preparazione e il suo impegno contribuiscono a stendere un progetto curato nei minimi dettagli tanto da essere ammesso a un finanziamento pari a un milione e 120.000 euro.
Un esempio, quello di Chelli, che fa da ponte di collegamento tra la buona formazione universitaria e il mondo del lavoro. Una tematica giovanile questa che oggigiorno è particolarmente sentita nella società.

Il percorso di studi naturalistici rappresenta il suo laboratorio formativo, le attività in cui è impegnato si circoscrivono al solo settore ambientale?
“Mi sono occupato e continuo a occuparmi solo di questo ambito, un settore che comprende anche l’educazione ambientale e i vari progetti sulla flora e sulla fauna. Fortunatamente dopo l’uscita dall’università sono entrato subito nel mondo del lavoro in un settore per cui ho studiato”.

La consulenza come naturalista alla Riserva Sentina ha dato vita a un progetto per la “rinaturalizzazione” dell’area protetta attraverso un finanziamento dell’Unione Europea che è riuscito a vincere con il bando Life Plus. Un esempio che dimostra, per un giovane della sua età, che quando si lavora con impegno e dedizione si può aspirare ai migliori traguardi?
“Assolutamente si. Certo è che questo finanziamento non l’ho vinto io ma ho contribuito a ottenerlo poiché questo bando è stato vinto dal Comune di San Benedetto, dalla Riserva Sentina e dagli altri partner coinvolti all’iniziativa”.

In cosa consiste il processo di rinaturalizzazione?
“Sostanzialmente si tratta di ripristinare la zona umida, meglio conosciuta come zona Integrale. Nel corso degli anni Settanta e Ottanta quest’area è stata purtroppo oggetto di interventi che l’hanno fortemente degradata fino a provocare la totale scomparsa degli specchi lacustri. Con questo progetto si interviene quindi al fine di ripristinarli attraverso uno stagno di acqua dolce e uno di acqua salmastra con tutti i benefici connessi per la flora e la fauna dell’area protetta. È infatti anche prevista la reintroduzione di specie che attualmente sono estinte nell’area”.

Oltre ai benefici per la flora e la fauna, tale iniziativa favorirebbe l’incremento del turismo sostenibile?
“Certamente. Non si ripristina soltanto la zona umida ma intendiamo realizzare un sistema di fruizione compatibile, costituito da sentieri accessibili anche per i portatori di handicap oltre a dei capanni per il bird watching che favoriranno lo sviluppo turistico dell’area. Numerosi sono gli esempi in Italia e all’estero di economie fondate sul turismo naturalistico, basti pensare alle Valli di Comacchio, al Delta del Po e alcune aree costiere della Toscana. Tutto questo potrebbe garantire per la città un incremento oltre a una diversificazione dell’offerta turistica”.

Il progetto di riqualificazione della Sentina rappresenta dunque un’opportunità di lavoro in cui ha l’occasione di mettere in atto ciò per cui si è specializzato?
“Assolutamente si. Per quanto mi riguarda, la fase di elaborazione di questo progetto è stata alquanto formativa ed eccezionale poiché ho avuto a che fare con persone capaci e competenti e che credono nel loro lavoro”.

Occupazione e giovani rappresentano oggi una delle problematiche con cui la società si trova a dover fare i conti. Nel suo caso, ritiene che l’offerta universitaria offra un’adeguata preparazione a coloro che poi si mettono alla ricerca di un impiego?
“Si. Mi ha fornito tutti gli strumenti necessari per il tipo di attività che sto svolgendo. Mi ritengo uno dei pochi fortunati a trovare un’occupazione immediatamente dopo aver terminato gli studi. Nel settore ambientale, come del resto anche in altri ambiti non è facile addentrarsi subito nel mondo del lavoro”.

Oltre alla collaborazione con la Riserva, ci sono altri progetti a cui si sta dedicando?
“Attualmente sono impegnato in un dottorato di ricerca in materia di ecologia vegetale, in particolare della risposta di alcune piante ai cambiamenti climatici. Lo considero un doppio lavoro anche perché la collaborazione alla Riserva è tutt’ora in corso. A inizio 2011 invece partiranno i lavori di rinaturalizzazione inizialmente con la progettazione esecutiva e poi con l’inizio effettivo dei lavori”.