SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Area per la Grande Opera, nonostante il Consiglio comunale abbia appena deciso ufficialmente quale terreno proporre alla Fondazione Carisap (clicca qui), giunge la formale proposta della società ColVerde, che offre come “liberalità” al Comune una porzione del suo vasto appezzamento di terreno fra la collina di zona Ragnola e la strada Salaria (via Torino).
Il 31 dicembre, comunica una nota della società immobiliare presieduta dal noto costruttore sambenedettese Gino Gasparretti, è stata protocollata la lettera al Comune di San Benedetto del Tronto e per conoscenza alla Fondazione Carisap. Nel testo si legge: “Nel prendere atto di ciò che ha riportato la stampa locale sulla vicenda della Fondazione Carisap, il consiglio di amministrazione della sottoscritta società, tramite il presidente Cav. Gino Gasparretti, ritiene opportuno confermare e formalizzare la volontà di cedere gratuitamente l’appezzamento di terreno. In relazione a quanto sopra la Colverde srl si impegna a donare, incondizionatamente, al Comune di San Benedetto del Tronto un’area avente la estensione di 15 mila mq. con il vincolo di destinazione per l’opera che vi dovrà realizzare la Fondazione Carisap”.
E ancora nella lettera: “L’atto di liberalità potrà essere stipulato non appena sarà data comunicazione da parte dell’amministrazione comunale della volontà di accettazione per lo scopo anzidetto, accettazione che dovrà essere manifestata in tempi ragionevoli e quindi entro un paio di mesi. La Colverde srl da subito è a disposizione dell’ufficio tecnico di questo Comune e dei delegati della Fondazione per ogni necessità. Si ritiene che la collettività possa trarre dei benefici in termini di rivalutazione del territorio, occupazione, immagine e quant’altro. Nella certezza di poter così contribuire alla crescita e allo sviluppo della città, la Colverde srl e per essa i soci e il consiglio di amministrazione restano in attesa di conoscere le determinazioni dell’amministrazione comunale e della stessa Fondazione Carisap”.
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… con vincolo di destinazione…. Il cosa farci va chiarito, altrimenti è il gioco delle 3 carte. Grottammare a differenza di SBT sta cosa l’ha chiarita subito. A SBT invece si sbaglia e si persevera…
basta guardare l’archivio di rivieraoggi: Gaspari ha avuto almeno milleduecento giorni per fare (ma non l’ha fatto) quello che Merli ha fatto in quattrocento giorni: confronto con la popolazione, dialogare con TUTTI i privati che potessero essere utili al raggiungimento dell’obiettivo. Ma questo si può fare sapendo COSA si vuole fare; Grottammare , se avrà la Grande Opera come tutti pensano, se la sarà guadagnata con il proprio lavoro politico e amministrativo; San Benedetto non solo non è stato capace di ricevere una donazione già fatta, ma ha anche saputo perdere i finanziamenti regionali per la NECESSARIA E INDISPENSABILE VARIANTE… Leggi il resto »
Grande Opera > grandi chiacchiere…..
Ma solo a San Benedetto; paghiamo l’inefficienza e l’inefficacia di un “Decisore” inadeguato a fronteggiare le problematiche di una città come San Benedetto. Merli ha dimostrato che la Grande Opera può essere un’opportunità per il territorio, in viale De Gasperi regna la confusione.
Avere una società di costruzioni di nome ColVerde è un ossimoro!!
Perspicace osservatore!
la Volverde è ancora vaga, (oppure i giornali non lo riportano), qual’è questa area? io continuo a vedere come “papabile” l’area di fronte la finanza, per intenderci, e continuo ad essere dell’idea che nemmeno un’archistar ha il dititto di toglierci l’ultimo fazzoletto di verde naturale affianco al parco della villa Laureati, toglierci dalla vista la collina di Monterenzo nei suoi vari aspetti stagionali ed a coprire la torre guelfa, simbolo di Porto d’Ascoli, anche se gli automobilisti distratti, da anni non guardano più!
Visto che ognuno propone la sua, e visto la vicinanza dell’ultima offerta, perchè la fondazione con questi 10 milioni non acquista la villa Laureati, la restaura e ci fa la propria sede con parte dell’immobile fruibile dall’amministrazione per eventi e mostre, restaura la torre ed apre al pubblico il parco della villa? è nelle sue competenze farlo, come per il caffè Meletti e il cinema Piceno ad Ascoli.
La proposta è tipo quella dell’ “uovo di Colombo”. Mi sembra che la propose anche qualcuno della provincia o dell’opposizione. Sarebbe un “grande risultato” senza “colare” altro cemento.E poi, se ricordo bene, questo monumento è legato alla storia di tutto il territorio compreso Fermo. Almeno non farebbe la fine della villa fornace Cerboni -proprietà comunale- di cui non si hanno più notizie (non riescono a gestire questo “problema” , altro che grandi opere).