ASCOLI PICENO – Proteste da parte della sezione Funzione Pubblica della Cgil per la gestione delle attività operatorie nelle zone 12 e 13 e cioè negli ospedali di Ascoli San Benedetto.
La riduzione delle attività ha creato una sorta di intasamento delle domande e di impossibilità a soddisfare le esigenze dei cittadini che, secondo il sindacato, sembra rispondere ad una volontà di favorire la sanità privata.
“Da oltre un mese – scrive il segretario provinciale Francesco Neroni – le attività operatorie dei due ospedali sono ridotte, o pressoché sospese, senza che le Direzioni di zona intervengano concretamente. Mentre in Ascoli la riduzione drastica dell’attività chirurgica ha fatto esplodere il numero degli interventi d’urgenza e in libera professione, a San Benedetto registriamo che alcune specialità sono costrette a programmare sedute pesantissime o a rinviare interventi, con i ringraziamenti delle strutture private“.
In particolare a soffrire maggiormente questa situazione è il reaprto di Oculistica, “che avendo in programma numerosi interventi da eseguire, si è vista decurtare, dalla Direzione sanitaria, il numero già esiguo di sedute operatorie assegnate”.
“Va precisato – spiega ancora Neroni – che questa specialità, nell’ultimo anno, ha registrato un incremento straordinario di attività, effettuando circa 1.500 prestazioni ambulatoriali mensili, ed oltre 1.000 interventi chirurgici“.
“A chi da fastidio questa specialità che ha invertito di fatto il trend negativo che da sempre contraddistingueva l’ospedale di San Benedetto del Tronto?- si domanda il sindacalista, che conclude: ” La FP CGIL, nel sostenere con convinzione tutti i servizi pubblici di qualità, non permetterà che una politica sciagurata permetta la privatizzazione dei servizi costringendo i cittadini a pagarli di tasca propria”.
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