SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si dà la colpa all’anidride carbonica, che pure rimane il primo gas serra, ma il metano ha una capacità di trattenere calore fino a trenta volte superiore. La scorsa settimana l’Organizzazione meteorologica mondiale ha diffuso i dati circa la concentrazione nell’atmosfera di questo idrocarburo: rispetto all’era preindustriale è aumentata del 158%, una enormità e sta aumentando con un tasso medio annuo valutato tra l’1,1 e l’1,4%. Di contro l’anidride carbonica è aumentata da allora solo del 38%.

Chiariamo subito che è il prodotto della degradazione di materiale organico in ambiente anaerobico e si produce in natura ad esempio dai terreni paludosi, dalle risaie, dalla fermentazione del concime organico. L’uomo ci mette lo zampino e contribuisce all’immissione di metano in atmosfera con la combustione della biomassa, con la produzione e la distribuzione di gas naturale, con l’estrazione del carbone e, in tempi recenti con le discariche che, solo nel nostro Paese, “sono responsabili del 30% delle emissioni di metano da attività produttive: in termini assoluti equivalgono a 11 milioni di tonnellate di anidride carbonica, la stessa quantità prodotta da tutte le auto circolanti nel Lazio. E le discariche sono uno dei pochi settori il cui contributo alle emissioni di gas serra continua a crescere in tutta Europa”.

Lo dichiara Francesco Galanzino, capo di Entsorga società specializzata nel compostaggio dei rifiuti che, con Catanzaro Costruzioni, gruppo siciliano che gestisce una delle più grandi discariche dell’isola, ha dato vita, qualche mese fa, a CO2 balance società in grado di eliminare il biogas che fuoriesce dalle discariche a causa della fermentazione dei rifiuti.

Ancora CO2 balance: “Le emissioni evitate in discarica da macchine ‘acchiappametano’ come il GeCO2, un biofiltro che lo scompone in anidride carbonica e trattiene gli inquinanti più letali, vengono contabilizzate ai fini del sistema di calcolo dei gas serra e possono servire a diminuire il peso ambientale di aziende, istituzioni e singoli, in termini di cambiamento climatico globale”.

“Le leggi europee – continua Galanzino – e quella italiana obbligano tra l’altro gli Stati a eliminare il 100% delle fuoriuscite di biogas dalle discariche per motivi ambientali, sanitari e di sicurezza ma in realtà almeno un 25% sfugge“.