(immagine reperibile all’url http://unmig.sviluppoeconomico.gov.it/deposito/istanze/tavole/sanbenedettostoccaggio.jpg)

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Nessuna grotta sotterranea, bensì delle rocce naturali che ad oltre tremila metri di profondità hanno, come una spugna, prima regalato gas naturale mediante estrazione ed ora, al contrario, finirebbero col riospitarlo artificialmente grazie al procedimento opposto. Il tutto in un’area compresa in circa 85 chilometri quadrati (tre volte e mezzo l’estensione di San Benedetto) che a questo punto andrebbe ad interessare pure comuni limitrofi quali Monteprandone e probabilmente Martinsicuro.

Eccolo, spiegato nel concreto ed in poche parole, il progetto del mega deposito sotterraneo che per volontà del Ministero dello Sviluppo Economico dovrebbe sorgere in una zona non più circoscritta alla sola Agraria. “Qui probabilmente sarà installata la stazione di pompaggio”, conferma il consigliere comunale e geologo Giuseppe Cappelli, che tuttavia precisa: “Sarebbe il caso di conoscere il quadro completo prima di esprimersi, in ogni caso il nostro territorio ha sempre avuto giacimenti naturali di metano. Sappiamo benissimo che il nostro Paese non gode di autonomia in questo senso e comprendo che possa esistere un piano strategico nazionale di emergenza”.

L’impianto piceno sarebbe il secondo esperimento di immissione “forzata” in Italia, dopo quello di Cornegliano in provincia di Lodi. L’avviso d’interessamento del Ministero al Comune è arrivato il 4 agosto scorso, con la Regione Marche che ha invece avviato il processo di valutazione di impatto ambientale il 10 settembre. “Due giorni prima – afferma il sindaco Gaspari – la Gas Plus ci aveva illustrato il piano e noi ci eravamo impegnati a chiedere tutte le delucidazioni del caso per poi successivamente effettuare un incontro con i residenti. Non ho mai avuto nulla da temere, per me la sicurezza è sempre stata un fattore prioritario”.

Paradossalmente infatti, ad irritare maggiormente la cittadinanza è stata la mancata informazione offerta finora dall’amministrazione comunale piuttosto che l’ipotesi della costruzione dell’impianto stesso. “Qualcuno voleva giocare e ha giocato e non mi riferisco ovviamente ai nostri politici locali che hanno semplicemente diffuso una velina”, prosegue irritato il primo cittadino. “Avrei voluto aspettare i chiarimenti di Palazzo Raffaello, che ad oggi non ci sono arrivati. L’assemblea avrei preferito farla con le carte in mano per poter dare risposte precise ed esaurienti. Ma siccome sembra che senza conferenza caschi il mondo, ho dato disponibilità per l’aula. Ci dicano solo il giorno in cui vogliono venire”.

Intanto, lunedì scorso Gaspari ha incontrato Jonni Perozzi ed Elvezio Grandoni, rispettivamente presidenti del quartiere Agraria e Fosso dei Galli.