Nessuno tocchi Julian Assange. Nessuno tocchi Wikileaks. Il giornalista australiano è oggetto di una furiosa e inaccettabile campagna di denigrazione mondiale da parte di tutti gli Stati nazione che contestano la pubblicazione di documenti diplomatici riservati riguardanti i rapporti tra gli Stati Uniti e il resto del mondo.
Ora più che mai, nella contrapposizione dei poteri novecenteschi degli Stati nazione, incapaci di dominare le forze economiche e sociali del mondo globalizzato, e la rete di informazione internet, libera, indipendente e realmente globale, è tempo di prendere una posizione.
Il sambenedettese Luigi Maria Perotti, regista e figlio del direttore di RivieraOggi.it Nazzareno, ha creato su Facebook, il social network che più di ogni altro rappresenta il simbolo del web 2.0, un gruppo a sostegno di Julian Assange, denominato “Nessuno tocchi Assange” (clicca qui per aderire).
Il motto, scritto nelle “info” della pagina, è preso dalla celebre frase di Voltaire: “Non sono d’accordo con te, ma darei la vita per consentirti di esprimere le tue idee.” Anche se non siete d’accordo con Wikileaks, Julian Assange ha diritto di non essere perseguito
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Assange ha diritto a non essere perseguito per WiKiLeaks nella misura in cui venga dimostrato che le informazioni in suo possesso non siano state rubate ai legittimi proprietari. Se passasse il concetto che chiunque può rubare documenti riservati in nome di una non meglio precisata “lotta al potere deviato”, da domani chiunque potrebbe sentirsi autorizzato (o incentivato, visto che già succede fin troppo spesso!) a entrare in una procura o in un qualsiasi altro ufficio pubblico e sbirciare nei fascicoli d’inchiesta a suo proprio piacimento, sentendosi in diritto di impunità solo in virtù di una presunta “funzione sociale” da lui… Leggi il resto »
Caro Luigi, non so fino a che punto questa affermazione di “nessuno tocchi” può essere valida ed accettabile. Personalmente non so se é possibile che una persona pubblichi notizie di tutto e tutti, divulgandole in tutto il mondo ( sperando ovviamente che siano vere, ma penso di si), e poi sperare che nessuno gli dia la caccia. Ognuno di noi, a San Benedetto del Tronto, é a conoscenza di segreti e confidenze: immaginiamo che domani apriamo un sito e lo chiamiamo “le vernecchie di San Benedetto”: ci buttiamo dentro tutto ciò che sappiamo di tizio e caio, di chi é… Leggi il resto »
La citazione a Voltaire non è casuale. Io stesso non sono completamente d’accordo sul fatto che non debbano esistere segreti di stato. Immagino che se li chiamano servizi segreti, debbano essere segreti. Ma non sto discutendo di questo. Wikileaks trova delle informazioni e le condivide. I giornali di tutto il mondo li riportano. I giornalisti che fanno il loro mestiere, cercano informazioni, le analizzano e poi le comunicano ai propri destinatari. Wikileaks fornisce informazioni autentiche ai giornali che poi le pubblicano. Almeno concettualmente, il sito è semplicemente un raccoglitore di fonti (vere). Io sono fermamente convinto che non deve passare… Leggi il resto »
Il problema di Assange è che adesso è diventato il motivo per limitare la libertà di tutti su internet.
Caro Luigi Pulcini, cosa significa “rubare” le informazioni? Occorre accettare un “bavaglio” mondiale sull’informazione in nome del rispetto di un potere costituito che pubblicamente dichiara un intento e in realtà ne persegue un altro? E quindi la colpa è di chi divulga informazioni vere? Caro “Oratore”, ovviamente tutti si assumono la responsabilità dei propri atti e dei propri scritti. Scrivere di tutto e tutti? Dipende, le notizie devono essere di interesse pubblico e non di gossip o di “vernecchie” di quartiere, e Wikileaks ha avuto la fortuna e il genio di colpire i “leaks” del sistema informativo e divulgarle in… Leggi il resto »
Vedi Pierpaolo, non devo certo insegnarti che differenza passa tra diritto di cronaca e violazione della privacy o, peggio, di un segreto di stato. Se poi parliamo di questioni nazionali, non spetta certo a noi valutare le ragioni che hanno portato alla secretazione di un documento: noi possiamo solo prenderne atto e tutto il resto diventa inevitabilmente illegale. Prova a entrare in una Procura e appropriarti di un fascicolo oppure prova ad andare in ospedale e prelevare una cartella clinica: appellarti al diritto di cronaca non potrà certo salvarti rispetto al reato che stai commettendo. Ed è proprio di questo… Leggi il resto »
No Luigi, credo stiamo spostando la discussione dal suo centro. Ti dico perché appoggio l’amico Luigi Perotti. 1) Un conto è una condanna ad una multa,o amministrativa, un conto il carcere. Perché, al di là dell’accusa di stupro che avrà del tutto un suo iter, stiamo parlando di un uomo che gli Stati Uniti e anche il nostro ministro Frattini stanno accumunando a Bin Laden (“L’11 settembre della democrazia”, “vuole distruggere il mondo”). Gli Usa vogliono Assange silenziato, punito. Perché altri Assange non nascono. Questo non è tollerabile. Nessun uomo deve essere punito per i suoi pensieri con la reclusione.… Leggi il resto »
Suggerire al mondo – ivi compresi i molti gruppi terroristici che lo popolano – dove su tutto il pianeta sono situati i siti che il governo americano ritiene strategici per ragioni economiche, logistiche, militari, geografiche è un macroscopico errore che si spinge ben oltre il semplice diritto di “raccogliere e comunicare informazioni”. Chi non comprende la gravità che sta assumendo questa situazione, sta semplicemente chiudendo gli occhi di fronte agli scenari che simili iniziative potrebbero configurare. Le tue considerazioni sulla vulnerabilità sono piuttosto deboli: se uno si introduce in casa mia sostenendo che la porta era facile da scassinare, commette… Leggi il resto »
Caro Luigi, non ho detto che non esiste punizione per un giornalista. Noi stessi siamo soggetti a quasi giornaliere “minacce” di denuncia, e stiamo attenti a non cadere in qualche tranello. Tuttavia mai mi sognerei di appoggiare qualcuno che propone il carcere per una persona che diffonde informazioni: la legislazione italiana è abbastanza chiara, nonostante vogliano “imbavagliarla”. Non vi è alcuna appropriazione indebita di notizie di pubblico interesse, quando queste sono di pubblico interesse: se svelo le reali intenzioni del potere, camuffate da una micidiale macchina burocratica-mediatica atta a ingannare i cittadini (la pagliacciata di Hillary Clinton ne è un… Leggi il resto »
Sono d’accordo su ogni tuo punto.
Ribadisco tuttavia il timore che questa isterica voglia di trasparenza possa avvantaggiare poco il singolo cittadino, ma fare piuttosto il gioco di chi sa come tutelare il segreto delle proprie nefandezze.
Domanda provocatoria: perché Assange non ha concentrato il proprio impegno a scovare falle nei sistemi segreti deviati di regimi terroristici e totalitari? Forse paga meno, in termini di curiosità…e di “donazioni”?!
La storia nel corso dei secoli ci ha insegnato,o meglio ci avrebbe dovuto insegnare,cheiI cambiamenti sociali,economici o di potere nelle varie societa’ non sono avvenuti repentinamente,ma solo dopo molteplici segnali che non sono stati mai recepiti o che non sono stati voluti essere recepiti.Per esempio.La caduta dell’Impero Romano non e’ avvenuta da un giorno all’altro,ma la societa’ imperante di quel tempo pur di non perdere i propri previlegi fece finta di non accorgersi dei cambiamenti in atto e tutti sappiamo come e’ andata a finire.Una classe politica meno occupata agli intrighi interni ed una societa’ civile piu’ lungimirante e meno… Leggi il resto »
Perché, tra i tanti “documenti segreti”, Assange non ci comunica pure quanto ha finora guadagnato con il sistema delle donazioni collegato al suo sito (donazioni che PayPal ha bloccato e ha ricevuto come risposta un attacco da un gruppo di hacker) o quant’era l’ammontare del suo conto (in Svizzera!) prima che la PostFinance glielo chiudesse?
Ognuno si sceglie i Robin Hood che vuole…
A margine della questione, va anche rilevato che nell’era digitale tutto può essere manipolato, pilotato e spacciato per “scottanti rivelazioni”. A tal proposito vi propongo questa interessante lettura da Il Sole 24 Ore: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2010-12-04/wikileaks-consenso-201840.shtml?uuid=AY2hlHpC
Sottolineo un punto molto interessante dell’articolo precedentemente segnalato:
“Nel panorama internazionale, le democrazie sono costrette a competere in svantaggio contro le tirannie, i terroristi e le reti criminali rappresentate dalle società segrete. Quindi, un altro effetto indesiderato dalle rivelazioni di WikiLeaks è che la lotta per un mondo più trasparente, dove i governi siano costretti a rivelare tutte le loro azioni, possa involontariamente agevolare la vita dei tiranni.” (Moisés Naím e Evgeny Morozov)