SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Uno sciopero della fame avviato mercoledì scorso per denunciare presunte vessazioni subite da parte di alcuni funzionari comunali. Fa discutere la decisione di Enrico Papalino, dipendente municipale intento a richiamare l’attenzione dei vertici dell’amministrazione sambenedettese che, a suo avviso, dovrebbe provvedere a un suo immediato spostamento d’incarico. “Sono bloccato a casa – dice il diretto interessato – a causa di un disturbo ansioso depressivo reattivo di notevole gravità. Avvertii il malore in seguito ad una severa sgridata per una pratica non espletata, ma non di mia competenza”.

“Ci piacerebbe capire l’entità dei suoi problemi – ha dichiarato il sindaco Gaspari, interpellato sulla vicenda – ma ci troviamo di fronte ad un soggetto malato che non lavora da oltre cinque mesi. Quando tornerà saremo disposti a discutere”.

Certo è però che l’accusa di mobbing non va giù al primo cittadino: “Non è la prima volta che andiamo incontro alle sue esigenze. Avremmo voluto parlare con lui, purtroppo però ha preferito rivolgersi alla stampa piuttosto che a noi. Posso comunque dire che il Comune è un’azienda dove si deve lavorare e l’organizzazione spetta al datore. Nessuno può pensare di scegliere dove esercitare il proprio lavoro”.