ASCOLI PICENO – “Integrazione. E’ la nuova parola d’ordine della sanità, già ascolana ed ora picena. Altro che direttore di zona! Se la sanità dalle nostre parti va male è perché non c’è integrazione”.
Ecco la sostanza della lettera inviata alla stampa da un gruppo di unidici consiglieri di maggioranza del Comune di Ascoli. Nello specifico Barboni, Isopi, Lattanzi, Falciani, Marco Cappelli, Luca Cappelli, Matteucci, Petracci, Edoardo Cappelli e Ciabattoni.
“I 10 direttori di zona (in cinque anni): – scrivono – Mario Maresca, Mauro Marabini, Michele Carmosino, Gilberto Gentili, Giuseppe Zuccatelli, Roberto Malucelli, Massimo Del Moro, Gabriele Rinaldi, Piero Ciccarelli ed ora, si mormora, Fausto Mannucci, sono soltanto un accidente della storia, una assoluta casualità che nulla hanno a che vedere con il non funzionamento della sanità locale.
“I motivi, invece, sono altri e li ha spiegati l’assessore regionale con delega al Piceno intervenendo ad un incontro del Rotary. Sono da ricercare in una classe politica, locale ovviamente, che rema contro, in una classe politica, sempre locale ovviamente, che guarda più che agli interessi generali a logiche spicciole di bottega, locale ovviamente e questa “resistenza” frena l’integrazione con l’ospedale di San Benedetto, strada maestra per giungere all’eccellenza sanitaria”.
E proprio a San Benedetto i consiglieri chiedono di fare altrettanto. “Oddio, anche i sambenedettesi ci stanno mettendo del loro insistendo per la nomina dei nuovi primari del Madonna del Soccorso e questo frena, accidenti se frena, l’integrazione e quindi il miglioramento dei servizi”
“Incominciamo quindi ad introdurre nel nostro vocabolario (sanitario s’intende) termini quali: aree vaste, azienda ospedaliera, ospedale unico di vallata. Non restiamo ancorati a vecchie logiche campanilistiche ma guardiamo sereni al futuro (radioso ovviamente) della sanità non più ascolana, vuoi mettere, ma picena! Servizi all’avanguardia, cure ottimali, assistenza al top. Questa è l’integrazione! Altro che direttore di zona! E la classe politica, per favore, allarghi i propri orizzonti come suggerisce l’assessore regionale sempre con delega al Piceno. La smetta di guardare al proprio orticello e faccia fronte comune per rendere non più debole questo territorio ma forte e all’avanguardia. Ed ora si concentri sull’integrazione con San Benedetto… Ma dato che dobbiamo integrarci perché non cominciare subito con un univo direttore di zona? Ah! Già. Il nuovo piano sanitario regionale prevede nuove strutture ma non la contrazione delle zone sanitarie attuali. Intanto integriamoci. Male che vada il direttore di zona di San Benedetto vedrà di occuparsi anche di Ascoli!”.
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Area Vasta mi sta bene, Ospedale Unico anche ma come verrà gestito tutto ciò? Chi vuole parlare di queste cose si rende conto che dovrà fare i conti con il dimensionamento dei servizi per tutta la vallata, dove prima c’erano due ospedali ce ne dovrà essere uno grande (inteso come volumi di persone che potrà curare) il doppio rispetto ai precedenti, con tempi attesa almeno uguali alla media degli ospedali precedenti. I politici hanno considerato tutto ciò? Vogliono continuare con le lottizzazioni o passeranno ad un approccio più manageriale. Questo è quello che preoccupa i cittadini.
Proprio ieri girando per i corridoi dell’ospedale Mazzoni, notavo come con tanta enfasi erano affisse sulle pareti di alcuni reparti tabelle dati, report e foto di progetti dell’ospedale unico di Ascoli Piceno e della vallata del Tronto, da realizzare a Spinetoli. Da campanilista che sono ho notato subito che come per la San Benedetto-Monti o raccordo autostradale RA11, mai e poi mai che dal paesino dell’entroterra che si nomini SAN BENEDETTO DEL TRONTO………e questi hanno il coraggio di dire “Non restiamo ancorati a vecchie logice campanilistiche, etc. etc”. A me ricorda una trasmissione del 1977, quando dagli studi di TVP… Leggi il resto »