ASCOLI PICENO – Dal festival di Cannes al Circolo di Cultura Cinematografica “Don Mauro”. Dopo aver girato mezzo mondo nei più prestigiosi festival internazionali per presentare il suo ultimo film, Daniele Luchetti è stato ricevuto dal circolo di Monticelli, che in queste settimane ha dedicato una retrospettiva al regista romano con la proiezione di diversi film.

Dai grandi palcoscenici, dunque, alle sale di periferia. “Ma tutto è mondo – dice Luchetti parlando con la stampa presso la libreria Rinascita – anzi a volte il pubblico di periferia è più motivato e c’è più attenzione alla qualità.  Soprattutto rispetto ai multiplex, che non sono adatti per un certo tipo di cinema e per molti film italiani”.

Le sale di quartiere, di parrocchia -spiega – che hanno tenuto duro cercando di preservare un cinema di livello più alto, sono scomparse. Non c’è stato nessun disegno politico che abbia pensato a conservarle”.

Il pensiero, per quello che riguarda Ascoli, va anche all’ex Cinema Olimpia, struttura liberty in pieno centro storico, abbandonata da decenni e che ora verrà messa all’asta per poterne favorire il recupero. Anche se con una destinazione diversa da quella di sala cinematografica.

Entrando nel dettaglio del film del momento, “La Nostra Vita”, unico film italiano in concorso all’ultimo festival di Cannes e che ha permesso al protagonista Elio Germano di aggiudicarsi la Palma d’Oro di miglior attore ex aequo con Javier Bardem, Luchetti spiega:  “La storia parla di un ragazzo che non è in grado di elaborare la perdita della moglie e pensa di poter risarcire i propri figli  cercando la ricchezza economica. Cosa che non riuscirà ad ottenere ma forse riuscirà a superare questo  momento e capire che quel dolore è una cosa che va comunque accettata”. “Mai come in questo caso – aggiunge –ho realizzato un film partendo dall’ attore protagonista e dalle sue caratteristiche. Di solito si scrive prima il personaggio, poi si cerca l’interprete adatto”.

E sul momento che sta attraversando il cinema italiano Luchetti non risparmia critiche contro i  tagli alla cultura. “E’ diminuta la produzione, – afferma – e su questo il governo non ha fatto nulla a differenza degli Stati Uniti, dove ci sono quaranta leggi a tutela del cinema che hanno permesso di abbassare i costi. Ma  il cinema italiano non è in crisi, c’è la stessa qualità di una volta. Solo che esportiamo un quarto di quello che si esportava allora”.

Infiine una proposta per combattere l’altro grande fattore di crisi, la pirateria. “Scaricando film da Internet, chi si arricchisce sono i provider. Si pagano connessioni sempre più veloci non per leggere un quotidiano ma per poter scaricare. Allora una piccola percentuale degli enormi guadagni delle compagnie telefoniche dovrebbe andare a musica e cinema”.