SAN BENEDETTO DEL TRONTO – In Veneto un modello per impianti di energia alternativa su larga scala. È stato inaugurato ieri 23 novembre a Rovigo, precisamente a San Bellino, dalla società SunEdison, il maggior fornitore nordamericano di servizi solari, l’impianto fotovoltaico più grande d’Europa.
La struttura è stata costruita impiegando 500 lavoratori, con 280mila moduli solari per una potenza di 72 mega Watt in grado, già durante il primo anno a pieno regime, di alimentare più di 17 mila abitazioni con un taglio sulle emissioni di anidride carbonica di circa 41 mila tonnellate. Un enorme beneficio in termini di inquinamento atmosferico: un po’ come se si eliminassero 8 mila automobili dalla strada.
SunEdison, con il partner finanziatore Banco Santander e grazie alla manodopera di Isolux Corsán, gruppo di ingegneria edile spagnolo, ha realizzato un impianto del costo di 276 milioni di euro. Tanto è stato sborsato dalla First Reserve Corporation, investitore specializzato nell’industria energetica, nel solco di una joint venture siglata lo scorso 25 maggio 2010 con SunEdison che prevede l’acquisto fino a 1,5 miliardi di dollari di progetti basati su energia solare fotovoltaica.
A marzo 2010 il Governo italiano aveva dato il via libera alla società per l’avvio del progetto che è stato completato in soli nove mesi. Un tempo record, considerando che l’area copre 850 mila metri quadri, utilizza 840 chilometri di cavi, 50 chilometri di condutture, più di 6mila tonnellate di acciaio.
La città di Rovigo non è nuova alle cronache dell’energia verde. È membro infatti del progetto dell’Unione Europea denominato Clear (contabilità ambientale per gli enti locali) che “nasce dalla constatazione che nelle grandi città come nei piccoli centri abitati, la questione ambientale è un problema molto concreto di cui gli amministratori sono tenuti a identificare e comunicare i costi. Un progetto che ambisce a migliorare la governance locale in materia di ambiente, costituendo uno strumento pratico di supporto alle decisioni per gli amministratori locali e uno strumento di trasparenza che permette ai cittadini di valutare a ragion veduta l’operato di chi governa le città.”
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E nessuno si è lamentato? Nessuno che ha detto che deturpava il paesaggio? Nessun abitante della zona che ha protestato perchè al mattino, aprendo le sue finestre, non vedeva più lo splendido paesaggio campestre come succede a Monteprandone? Nessuno che protesta dicendo che 850 mila metri quadri di pannelli solari dovevano essere messi soltanto sulle coperture abitative? No? Allora è proprio vero che al nord sono anni luce davanti a noi!
Un colpo al cerchio e uno alla botte, sig. Sfrinca.
La zona di San Bellino è, come tutti i paesi del rodigino, altamente agricola, con enormi distese coltivate.
Gli spazi consentono di dislocare anche più di 850mila metri quadri in zone sufficientemente lontane dai centri abitati (anche se, visto che parliamo di PIANURA. anche fossero in pieno centro non darebbero fastidio a non nasconderebbero la visuale a nessuno!!).
In più, là nessuno vive di turismo, e il “paesaggio deturpato” non comporterebbe danni all’attività di nessuno.
Non solo ma è una zona dove spessisimo la nebbia non da modo di vedere neanche la casa del vicino…
Nel pensare all’energia “verde”, non so perché mi viene da pensare al “verde” del dollaro.
Rispetto alle 17.000 abitazioni, non si potevano coprire i rispettivi tetti? Non ci sarebbe stato anche un risparmio rispetto alle minori dispersioni dovute alle distanze da coprire per la fornitura di energia?
Ma che stai a dire????
Sig. Marucci, lei non ha la più pallida idea di dove si trovi Rovigo vero? O, se lo sa, non ha la più pallida idea di QUANTO distano tra di loro le 17mila abitazioni… Fare 17mila piccoli singoli cantieri per 17mila singoli interventi, con 17mila singoli allacci e 17mila singoli contratti… non mi sembra plausibile che la risultanza possa poi essere meno dispendiosa… Dispersioni? Ma lei davvero crede che ogni abitazione provvista di impianto fotovoltaico prenda l’elettricità di cui necessita dal sole che batte sui suoi pannelli?? Mi sa che prima di sproloquiare su verdi dollari e amene vallate bisognerebbe… Leggi il resto »
Installare, quindi, i pannelli sui tetti delle case è sbagliato?
Le case che installano i pannelli non prendono energia da questi?
A che servono allora?
E’ una notizia interessante questa che ha appeno scritto: bisogna informare immediatamente anche il Comune di SBT per quella campagna dei 500 tetti fotovoltaici, perché è una truffa!
Messa così, però, la vicenda sembra confermare la teoria del “verde” dollaro.
L’energia prodotta dai pannelli solari è trasformata in corrente diretta, mentre quella normalmente utilizzata nelle abitazioni è corrente aternata. Questa distinzione fa si che si necessiti di una centrale dove la “diretta” diventa “alternata”. Dal pannello alla centrale, dalla centrale all’abitazione. Questo è il tragitto dell’energia, con tutte le dispersioni del caso. A chi installa i pannelli viene pagata l’energia prodotta facendo la differenza in bolletta.. Credevo fosse ormai una questione chiarita. Fare i pannelli sul tetto non è sbagliato, anzi, ma è una scelta del singolo, che si dovrebbe sobbarcare gli oneri di installazione. Ovviamente gli imprenditori cercano il… Leggi il resto »
Per ricevere il contributo statale sull’installazione dei pannelli la casa non utilizza direttamente l’energia prodotta ma la immette sulla rete poi sulla bolletta vedrai come saldo a credito l’energia prodotta e come saldo a debito la solita bolletta che rivevi anche ora. Un impianto medio da 3 Kw può produrre tra i 1200/1600 €/anno di conto a credito e oggi il prezzo di mercato per un impianto del genere è di circa 20.000 €.
Mentre installando in campagna impianti da 1 mega i costi scendono del 40%, è per questo che tutti vogliono installare sulle campagne e non sui tetti.
Per Sfrinca e per quelli che parlano giusto perchè sono incappati nella notizia: precisazione. Questo parco sorge in una enorme area ex industriale . Cito da giornali locali: “Il parco fotovoltaico è nato da un’idea dell’ingegnere rodigino Maurizio Zamana, che ha deciso di utilizzare una macroarea industriale abbandonata dal 2002. «Ho pensato subito – ha spiegato – di creare un impianto enorme, capace di attirare l’attenzione di grossi investitori». Quindi, come dire, area in disuso. Noi stiamo ancora aspettando il tanto decantato parco fotovoltaico piceno (annunciato con tanto di trombe su tutte le testate giornalistiche come il più grande del… Leggi il resto »
Ma perchè ci vuoi far credere che se l’impianto veniva fatto in una campagna (incolta) come quella di Monteprandone lì facevano le proteste??
Ma che dici!!!!!
Scusa maxone (a parte la precisazione che “rovigini” non esiste, semmai “rodigini”!!), la questione dell’area in disuso e/o dei terreni agricoli, se permetti, è una variante RODIGINA delle bagarre politiche “nostrane”: tanto rumore per nulla!! Prova ad andare dall’agricoltore, chiedigli quanto vuole per vendere i suoi terreni e senti che ti risponde… Prova a chiedere agli agricoltori che hanno venduto, nei pressi del nuovo casello autostradale di Villamarzana (RO), i loro terreni per permettere la realizzazione di una nuova, enorme zona industriale a ridosso della Transpolesana, se sono soddisfatti. Chiedigli so sono contenti di essersi liberati di terreni che venivano… Leggi il resto »
Apri google maps e vai qui:
45.038612,11.570728
Fintanto che le mappe non verranno aggiornate c’è la prova che “l’enorme area ex-industriale” è una enorme balla.
Bye
Gigi
Attenzione, come visibile dalla foto, l’impianto di Rovigo – e non potrebbe essere altrimenti – è in pianura, quindi ad impatto visivo molto basso, direi quasi nullo. Certo, è meglio sui tetti e sui parcheggi. Però non è da confrontare con la “pannellizzazione” di una collina, fonte di reddito quando non piacere e bellezza.
Caro Pier Paolo, leggiti i link di maxone, cosa sostengono gli agricoltori di Rovigo quando dicono no al fotovoltaico nelle aree agricole? 1) Occorre conservare i valori naturalistici del paesaggio (DI ROVIGO, SPECIFICO…) 2) Per loro un impianto fotovoltaico è un impianto industriale e deve essere impiantato solo in una zona industriale. Aggiungono che un eventuale impianto fotovoltaico in zona agricola, solo gli agricoltori, EVENTUALMENTE, hanno diritto di farlo. Dunque è evidente che i maniaci del no, i neoconservatori, dietro la difesa del paesaggio celano la difesa dei propri interessi, lo strenuo mantenimento del proprio eccellente status quo. Per questo… Leggi il resto »