servizio video a cura di Maria Josè Fernandez Moreno, per visualizzarlo clicca sull’icona rettangolare a lato in basso sulla destra

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Anche la Riviera si unisce al coro di protesta che in queste ore si innalza da tutta Italia contro i tagli alla scuola pubblica. In occasione della Giornata mondiale del diritto allo studio, oltre 150 studenti delle scuole sambenedettesi hanno partecipato al corteo di mercoledì mattina, organizzato dall’associazione studentesca Robin Hood.

Gli studenti, partiti dal piazzale del Liceo Scientifico, hanno raggiunto la Rotonda Giorgini dopo aver attraversato le vie del centro cittadino sotto lo sguardo incuriosito di passanti ed automobilisti. Tante le bandiere al vento, fumogeni, tamburi e gli immancabili cori da manifestazione che hanno animato il corteo: “Contro la scuola dei padroni dieci, cento, mille manifestazioni”, “La vera scuola siamo noi“.

Il futuro è adesso…Riconquistiamolo!”: è questo il motto principale del corteo. Unanime il coro di protesta che accomuna i partecipanti: “Con questi tagli ci stanno togliendo la possibilità di costruirci un futuro” afferma uno dei manifestanti, mentre un passante commenta: “Questi ragazzi fanno bene a protestare, sono loro il futuro di questo Paese”.

Daniele Lanni, coordinatore provinciale dell’associazione Robin Hood, ci spiega le ragioni della protesta: “La scuola pubblica sta morendo. Mentre in tutte le nazioni occidentali si stanziano risorse per l’istruzione, in Italia assistiamo ad un taglio di ben otto miliardi di euro alla scuola pubblica”.
“Dobbiamo convivere con una situazione che si aggrava sempre di più: alcune realtà scolastiche del Meridione sono al collasso, non ci sono più fondi per i laboratori, sono a rischio i servizi più basilari, e in questo scenario così preoccupante il Ministro Gelmini approva un ulteriore finanziamento alla scuola privata”.

“Il governo ha destinato oltre 20 miliardi per le spese militari – continua Lanni – mentre nella scuola pubblica non si investe da anni. Non è possibile che in un periodo di crisi economica come questo si spendano 13 miliardi di euro per 130 bombardieri…”

Un messaggio di protesta ben chiaro, dunque, indirizzato al Ministro Gelmini ed alla classe politica in generale, nella speranza che si possa finalmente aprire un confronto serio e costruttivo su questo importante tema.