SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Far pagare ciò che è gratis. Questa la brillante idea della società di diritto inglese Euro content limited, con sede operativa a Francoforte, che, attraverso il sito www.easy-download.info, attraeva ignari consumatori a scaricare dei programmi (reperibili gratuititamente altrove) chiedendo loro di sottoscrivere un servizio da otto euro al mese, un vincolo di due anni e un pagamento anticipato di 96 euro, senza possibilità di recesso.

L’utente si accorgeva di avere stipulato quel contratto solo nel momento in cui, via e-mail, la Euro content sollecitava il pagamento delle somme, prima sottoforma di promemoria, poi con vere e proprie minacce. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato, investita del problema da parte di privati cittadini e dalle associazioni dei consumatori (oltre 5 mila denunce), dopo un’istruttoria durata quattro mesi, il 15 novembre 2010 ha pubblicato il provvedimento con il quale irroga una sanzione di 960 mila euro alla società inglese per pratiche commerciali ingannevoli e aggressive.

Ecco nel dettaglio il meccanismo che veniva utilizzato e potenzialmente utilizzabile anche oggi da altri soggetti operanti su Internet. L’utente aveva necessità di scaricare ad esempio il programma Adobe Acrobat reader ma, anziché raggiungere il sito della casa produttrice Adobe, faceva una richiesta al motore di ricerca Google. In evidenza, grazie al sistema Adwords di Google, compariva anche il sito in questione www.easy-download.info (ora non più poiché dallo scorso giugno il motore di ricerca ha interrotto ogni rapporto con la società in parola); l’utente cliccava distrattamente dopodiché gli veniva richiesto di fornire tutti i suoi dati per poter procedere. Durante questa fase di registrazione il navigatore doveva accettare diverse condizioni di utilizzo del servizio e finalmente gli veniva concesso il programma desiderato.

La sottigliezza che ha tratto in inganno molte persone è questa: il software è di fatto gratuito, ma il servizio del sito web che lo fornisce è a pagamento.

Soddisfazione da parte delle associazioni coinvolte per l’intervento dell’Antitrust che, dice Massimiliano Dona, segretario generale dell’Unione nazionale consumatori, “ha rilevato due principali profili di scorrettezza: da un lato la società ha tratto in inganno i consumatori utilizzando dei siti ponte attraverso i quali scaricare software genericamente gratuiti senza chiarire in modo adeguato che si trattava invece di operazioni a pagamento; in secondo luogo, l’Autorità ha posto l’attenzione sulla pressione psicologica operata dalla società attraverso le minacce di azioni legali e l’eventuale segnalazione del mancato pagamento ad agenzie di credito. Il che induceva gli utenti a pagare le somme richieste”.