SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Indecoroso e blasfemo. E’ bufera attorno a “Blackout”, lo spettacolo teatrale tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore rivierasco Francesco Tranquilli andato in scena al “Concordia” nelle serate di venerdì e sabato scorsi. La rappresentazione teatrale è infatti finita nel mirino della professoressa Sara Torquati, invitata alla pièce ed uscita dall’ex-Pomponi letteralmente infuriata.

“Sono state ore di continuo gioco al massacro nei confronti delle istituzioni scolastiche e della Chiesa cattolica. Mi sento intimamente toccata in qualità di docente e credente. Non mi reputo una bigotta, ma si è oltrepassato il limite, con l’aggravante che lo show era destinato ai ragazzi del liceo”, inveisce.

La Torquati, docente al Conservatorio Santa Cecilia di Roma, arriva addirittura a descrivere una trama assai torbida che mescola il giallo (“Blackout” era dichiaratamente un’opera thriller) al sesso più spinto, confinante nella religione: “Viene consumato un delitto all’istituto Alberghiero, con la preside che viene assassinata. Partono le indagini e contemporaneamente cominciano interminabili caratterizzazioni negative, con la vittima descritta come un’usuraia che ricattava i professori protagonisti di filmati hard con le studentesse; il vicepreside definito un violentatore ed un bidello che intratteneva rapporti sessuali con un’insegnante che in una scena veniva persino accostata all’immagine della Madonna”.

Insomma, un quadro della scuola italiana che non lasciava trasparire nulla di buono e che ha spinto Bruno Gabrielli, assessore provinciale al Turismo e consigliere di opposizione del Pdl ad annunciare un’interpellanza in occasione del prossimo Consiglio Comunale: “Certi valori dovrebbero essere alla base dell’agire sociale, a prescindere dall’appartenenza a destra o a sinistra. L’associazione Amat ha grande responsabilità, considerato che utilizza soldi pubblici. C’erano dei minorenni in platea ed è stato tirato in ballo il cristianesimo in modo inopportuno e diseducativo. Li sfido a fare altrettanto con l’Islam o Maometto, ne avrebbero il coraggio?”.

Immediata e stizzita la replica dell’assessore alla Cultura, Margherita Sorge: “Mi dispiace per quella persona che ha ricavato un giudizio nettamente diverso da quello delle tantissime persone che si sono complimentate con la produzione e gli attori. Tra essi, studenti, insegnanti e anche l’assessore alla cultura del comune di Ascoli Aliberti. Analogo positivo riscontro lo abbiamo avuto dalla critica che ha elogiato il lavoro frutto di tante intelligenze del nostro territorio. E’ normale che l’arte susciti sentimenti diversi in sensibilità differenti. Rispetto quindi, anche se non condivido, l’opinione di una persona che ha assistito ad uno spettacolo che ha totalizzato il tutto esaurito in entrambe le serate”.

Infine, ecco l’affondo diretto all’esponente del Pdl, con la Sorge che si toglie dalle scarpe vecchi e fastidiosi sassolini: “Evidentemente Gabrielli è in crisi di visibilità alla vigilia di una campagna elettorale che dovrebbe vederlo protagonista. A teatro non si è visto e strumentalizza l’opinione di una persona per gettare discredito su un’operazione culturale tutta pensata e realizzata nel nostro territorio. Forse ha nostalgia delle cosce femminili esibite in piazza durante la registrazione delle puntate di “Veline”, quelli sì spettacoli altamente educativi e che certamente rilassano e divertono come ci ha spiegato il Presidente del Consiglio”.