SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Proviamo a uscire dalla classica forma-articolo. Del resto, per parlare di una trasmissione televisiva fatta di elenchi, ragionare per proposizioni in fila può far bene. Ma questa è solo questione di forma. Nella sostanza c’è molto da discutere su “Vieni via con me”, il nuovo programma televisivo del lunedì sera con Fazio Fazio e lo scrittore Roberto Saviano. Proviamo a farlo con questa serie di ragionamenti. E voi che ne pensate?

Mi è piaciuto Fazio-Saviano perché gli elenchi mi ricordano Umberto Eco, la semiologia, i Bestiari e gli Erbari medievali. Mi ricordano il tamburo, danno ritmo al pensiero, sono facili da leggere ma difficili da concepire. Perché gli elenchi danno suggestione al pensiero, e perché la brevità può andare d’accordo con la profondità.

Mi è piaciuto Fazio-Saviano perché il complesso vale più delle singole parti, perché è la somma che fa il totale, perché Fazio da solo ha un non so che di piacione che irrita mentre con Saviano questo si sente meno. O comunque si può trascurare. Mi è piaciuto Fazio-Saviano perché oh, Roberto ha 32 anni. E la gente lo ascolta, davvero. Nel paese per Vecchi non è stupendo, qualsiasi cosa dica?

Mi è piaciuto Fazio-Saviano perché finalmente una trasmissione tv di questo scialbo presente nomina Marco Pannella, guerriero gandhiano.

Mi è piaciuto Fazio-Saviano perché i monologhi e l’unità di tempo e spazio sono elementi teatrali. E il teatro ha sempre ragione, perché è libero.

Mi è piaciuto Fazio-Saviano perché si sono lette le frasi di Welby, ed è il modo più saggio e profondo per parlare di Welby.

Mi è piaciuto Fazio-Saviano perché gli arrangiamenti sulle musiche di Paolo Conte sono eleganti e intensi.

Mi è piaciuto Fazio-Saviano perché è servizio pubblico. Cattedra di insegnamento a una popolazione de alfabetizzata, perché il monologo non è che la forma narrativa dell’insegnamento, perché infine il monologo ha almeno un vantaggio: dribbla con gioia l’urticante accavallarsi delle voci nei talk show, il compendio casinaro di urla e “non mi interrompere”. Lì non si è interrotto nessuno. I politici, poi, hanno parlato per soli tre minuti a testa, senza interrompersi.

Non mi è piaciuto Fazio-Saviano per gli stessi motivi che ha notato Marco Travaglio: un programma troppo “pettinato”, troppo “carino”, che racconta molta storia ma che fa pochi nomi scomodi sul presente. Che raccontando la storia sbaglia pure qualcosa, come quando accomuna i “corvi” subdoli contro Falcone a chi invece il grande giudice lo criticò pubblicamente e non senza ragioni.
Ma siccome anche io come Travaglio detesto gli infallibili e gli encomi da santino, allora ben venga un programma che si fa criticare per motivi seri. Quindi mi è piaciuto Fazio-Saviano. E lo critico proprio perchè mi è piaciuto.

Mi è piaciuto Fazio-Saviano, infine, perché ha detto cose chiare e trasparenti, e così criticarle o apprezzarle è più facile, per tutti.