SAN BENEDETTO DEL TRONTO – C’è grande attesa per la pièce teatrale Blackout, tratta dall’omonimo romanzo dello scrittore sambenedettese Francesco Tranquilli, che andrà in scena venerdì 12 e sabato13 novembre al Teatro Concordia alle ore 21.
L’assessore alla Cultura di San Benedetto Margherita Sorge spiega che questo lavoro nasce in provincia, ma uscirà presto dai confini territoriali per seguire le orme delle due precedenti produzioni dell’ Officina Concordia If I was Madonna di Alessandro Sciarroni e Maratona di New York di Edoardo Erba.
“Nonostante il momento di ottusità culturale complessiva e di crisi economica delle istituzioni culturali – prosegue l’assessore – l’Officina Concordia, grazie alla collaborazione dell’associazione Amat che opera in maniera fattiva nel territorio, ha dato vita ad un lavoro di grande qualità”.
Il presidente dell’Amat Gino Troli che per primo ha individuato nel romanzo la possibilità di farne una riduzione teatrale, ha espresso gratitudine all’autore per aver generosamente messo il testo a disposizione del regista Stefano Artissunch.
“Le Marche – prosegue Troli – «sono una fucina di grandi professionisti e nei prossimi anni si dovrà continuare ad investire su di loro e a supportare i giovani talenti”.
Sono infatti tutti marchigiani gli attori coinvolti in quello che il regista Artissunch ama definire “thriller lirico in prosa cinematografico”. Sul palco del Concordia, insieme allo stesso Artissunch, saliranno Pier Giorgio Cinì, Laura Graziosi, Stefano Tosoni e Gian Paolo Valentini.
“Ho scelto di affidare la realizzazione artistica alla compagnia ascolana Synergie Teatrali – riferisce il direttore dell’Amat Gilberto Santini – poiché la loro ultima produzione Il sogno di Lisistrata mi ha convinto molto”.
“È importate – prosegue Santini – non fare localismi, ma realizzare progetti che abbiano sapore di futuro e la capacità di varcare i confini regionali”.
Valorizzare i talenti locali e promuoverli nel territorio nazionale e all’estero è dunque lo scopo dell’associazione Amat e Blackout sembra avere tutte le caratteristiche per essere esportato.
Sebbene il romanzo sia ambientato in provincia, uno dei primi passi è stato quello di «sprovincializzare» i personaggi – spiega il regista – cercando di far emergere caratteri universali e temi di grande attualità come il degrado, la solitudine e la corruzione della società contemporanea.
“Ho richiesto agli attori di lavorare con una sensibilità alta – riferisce Artissunch – e di mettersi completamente in gioco, spogliandosi di ogni maschera e del lavoro svolto si ritengono tutti pienamente soddisfatti”.
Il regista sostiene, inoltre, che lavorare con un titolo nuovo offre sicuramente una maggiore libertà perché non ha termini di paragone a cui rapportarsi, ma è comunque un rischio, che vale la pena di correre per ottenere dei risultati.
Grande soddisfazione è stata espressa anche dall’autore del romanzo che ha confessato di essersi commosso nel vedere l’allestimento dello spettacolo e dal sindaco Giovanni Gaspari, soddisfatto dell’investimento fatto dall’Amministrazione Comunale per sostenere la realizzazione dello spettacolo.
A questo punto al pubblico l’ ultima parola.
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