ASCOLI PICENO – “Valutare l’operato della Fondazione con metro economico-finanziario è un sistema errato e primitivo.”- così il presidente della Fondazione Carisap Vincenzo Marini Marini ha spiegato uno degli  aspetti  che ha maggiormente influito nella redazione del piano pluriennale 2011 -2013,  approvato il 29 ottobre scorso e presentato questa mattina alla presenza del segretrio generale Zappasodi e di diversi componenti degli organi della Fondazione. “Abbiamo infatti  constatato questa tendenza negli ultimi anni. – ha aggiunto – Bisogna invece guardare all’utilità sociale degli interventi. Perciò uno dei punti ai quali daremo maggior risalto è la moltiplicazione dell’efficacia sociale del denaro utilizzato. Alcuni interventi meno onerosi hanno fruttato più utilità sociale di altri che hanno richiesto un maggior impegno economico”.

La Fondazione ha evidenziato anche la scelta di voler percorrere, nonostante la crisi,  una strada di alto rischio in termini di investimenti, scartando quelli a basso rischio poiché anche a basso rendimento,  per venire incontro alle esigenze sociali del territorio.  “Un tessuto sociale a forte rischio di disgregazione a causa degli scenari economici che vanno delineandosi”- ha spiegato Marini Marini.

Infine, il terzo punto che si  sottolinea riguarda  la volontà da parte della Fondazione di avviare un’ attività di collaborazione sinergica e paritaria con altri soggetti impegnati nel terzo settore.

Un piano fortemente indirizzato al sociale, dunque, ribadisce la Fondazione, ma con una grossa novità rispetto al passato: nessun intervento sarà in favore della Sanità pubblica.

“Senza entrare nel merito delle scelte che vengono fatte in materia sanitaria, – dice il presidente – e senza nessuna polemica, aspettiamo una situazione organizzativa e gestionale più chiara”. Una decisione forte, considerando che negli ultimi anni i contributi della Fondazione sono risultati indispensabili ad esempio per l’acquisto di macchinari altamente tecnologici.

“Una scelta che vuole però anche essere da stimolo  affinchè la situazione migliori – continua Marini Marini – Anche in passato ci sono state situazioni di instabilità ma da parte nostra c’è ora la volontà di non  commettere di nuovo gli stessi errori. I fondi  destinati alla Sanità verranno impiegati in altri settori”.

Ecco nello specifico le spese previste, per un totale calcolato in quasi sette milioni di euro (a fronte di un minimo di legge di 4,5 milioni), ripartiti  in tre settori.

Il primo riguarda quello del volontariato, della filantropia e della beneficenza, dove compaiono contributi  in aiuto alle politiche familiari, per gli anziani e per i giovani, come il progetto di Housing Sociale “Abitiamo Insieme Ascoli”.

Nel settore arte, attività e beni culturali, la voce più importante la fa il Caffè Meletti, che attraverso la gestione diretta la Fondazione vuole rilanciare come centro culturale e di promozione del territorio, e per il quale è previsto uno stanziamento complessivo di  un milione e ottocento mila euro. Per lo storico caffè si prevede la riapertura soltanto prima della prossima estate.   Per la Quintana dieci mila euro l’anno, 150 mila euro per le altre manifestazioni culturali musicali ed artistiche e 20 mila per l’Istituto medievale Cecco d’Ascoli. Altri fondi anche per il nascente Auditorium “Virgili”di Amandola e per quello “Carisap” di Ascoli.

Infine nel settore Educazione, Istruzione e Formazione, la Fondazione interviene con assegni di ricerca per neolaureati o in possesso di dottorato per 50 mila euro l’anno, per interventi in favore dell’Università locale con 100 mila euro l’anno e per la riqualificazione e il reinserimento lavorativo dei disoccupati con un importo complessivo di 380 mila euro.

In molte voci mancano i destinatari delle somme che verranno erogate; la sensazione è quella di un atteggiamento, da parte della Fondazione, di massima prudenza, in modo da poter valutare meglio sul momento ogni singolo intervento.