SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Ci sono due piani per valutare Samb-Santarcangelo e il campionato rossoblu, giunto alla undicesima giornata (praticamente un terzo del totale), e a sette punti di distacco dalla capolista Teramo. C’è un piano razionale, e uno irrazionale.

Sarebbe più logico cominciare dal primo, ma considerate le ultime due prestazioni dei rossoblu, del tutto indipendenti da quanto visto precedentemente, sarebbe il caso di valutare, invece, proprio la parte irrazionale.

Qualcosa sembra essersi rotto, nella testa dei giocatori, o nel rapporto tra il “gruppo” – confermato questa estate quasi in blocco – e l’allenatore (nonostante che i “matusa” lo abbiano difeso e abbiano fatto respingere le sue dimissioni). Un Giudici che, raccolta l’eredità di Palladini, aveva esordito con due belle vittorie e dieci punti in quattro partite, mentre adesso vivacchia con quattro punti in quattro gare. La vetta è addirittura più lontana di quando è subentrato ad Ottavio.

In questo rapporto compromesso – almeno a guardare quel che avviene in campo – sembra essere la chiave di tutto. Un giocatore dal rendimento costante come Oresti è parso, nella gara contro il Santarcangelo, addirittura irritante. Lo si è visto giochicchiare per quarantacinque minuti non al suo livello, sbagliando passaggi a ripetizione, sbagliando posizione, rischiando l’espulsione gratuita.

Non si è vista, nell’arco dell’intera partita, neppure una triangolazione riuscita. Siamo in Serie D e, pur considerando l’alta qualità del gioco del Santarcangelo (sovrapposizioni, gioco di prima, lanci), la Samb sembrava una squadra di un paio di categorie inferiori. Bene sta facendo Spina a chiamare tutta la squadra, Giudici e i dirigenti a rapporto: guardarsi negli occhi e dirsi quel che occorre dirsi è una medicina doverosa.

È un momento in cui il campionato rischia di scivolare via: domenica si va a Jesi contro una squadra sconfitta a Teramo ma mai doma fino all’ultimo secondo. Non si può davvero perdere.

C’è, poi, un piano razionale. Lo ripetiamo ancora, a costo di essere tacciati, da qualcuno, come menagrami. La gestione degli under non è stata all’altezza delle aspettative. Ricordiamo: ne servono quattro in campo: un nato nel 1990, due nel 1991, uno nel 1992. La scelta estiva è stata quella di giocare con un portiere, Lima, nato nel 1991. Decisione doverosamente rientrata: Chessari lo ha dimostrato oggi, con almeno tre interventi decisivi, altrimenti la Samb avrebbe perso.

La questione “under”  è centrale per capire la Samb scesa in campo oggi, tenendo conto che alcune supposizioni possono essere errate (i rossoblu sono in silenzio stampa, Giudici non ha potuto rispondere alle nostre richieste di spiegazione).

Tolto Lima, domenica scorsa ha giocato Evangelisti a centrocampo. Oggi, però era assente (a Recanati è uscito anzitempo per crampi, probabilmente aveva ancora problemi fisici). Ecco che, in assenza di un altro nato nel 1991 a centrocampo, si è dovuto ripresentare Carioti in attacco, con Pazzi addirittura in panchina.

Nessuno degli under, fatta eccezione per D’Angelo e Grieco (entrambi del 1990: l’unica “staffetta” azzeccata), che pure vanno ad alti e bassi, sta dando garanzie minime. Di Lima si è detto, Nicolosi fa il suo compitino e spesso soffre, Zero dall’altra parte ha gran vigore fisico ma poca precisione e spesso – come oggi – va in barva, Pergolizzi non sembra maturo, Evangelisti è deludente, Carioti contro il Santarcangelo ha marcato presenza e basta.

Oltretutto la regola della Serie D avrebbe imposto alla Samb di puntare su otto under tutti degli stessi ruoli, in modo da garantirsi un cambio (possibilmente tutti nei ruoli di terzino e esterni di centrocampo). Invece nell’anno 1991 abbiamo un portiere, un centrocampista, un terzino e un attaccante… Se viene a mancare uno bisogna modificare tutta la formazione. Ricordiamo anche la grande ingenuità di schierare inizialmente un portiere under con una riserva “over”: in caso di espulsione o infortunio, cosa sarebbe successo? E se in panchina non fosse stato disponibile neanche un cambio nato nel 1991 (perché magari subentrato a un altro ragazzo sostituito), cosa sarebbe accaduto? Lasciamo perdere.

Adesso Giudici, Spina e Spadoni sanno bene queste cose: sappiamo però che se non si rimonta qualche posizione si rischia di ritrovarsi a giochi fatti già a fine novembre. E se qualche giocatore ha in testa di giocare “contro”, tutto diventa più difficile