SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Entro il 31 dicembre il consiglio comunale dovrà decidere il futuro delle società miste partecipate dal Comune di San Benedetto. In base alla legge 244 del 2007 (articolo 3 comma 27), che è la Legge Finanziaria del 2008, le pubbliche amministrazioni non possono costituire società aventi per oggetto attività di produzione di beni e servizi non strettamente necessari per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali, nè avere partecipazioni azionarie in queste società (fra i documenti allegati trovate il file pdf con il riepilogo dei bilanci 2009 di tutte le società partecipate dal Comune).
Il termine ultimo previsto da quella legge per adempiere alla disposizione è appunto il 31 dicembre prossimo.
Mercoledì pomeriggio si è riunita in Comune la Commissione consiliare Bilancio, che ha appunto il compito di monitorare l’andamento economico delle società partecipate dal Comune.
In base a quanto spiega il presidente della commissione, l’Udc Pino Nico, sono due in particolare le società pubbliche per le quali occorrerà prendere decisioni importanti.
Partiamo dalla Azienda Multiservizi, la municipalizzata al 99% del Comune di San Benedetto che si occupa della segnaletica e della manutenzione stradale. Così come è adesso, a livello di statuto, non potrà rimanere tale, afferma Nico, in quanto i servizi che offre potrebbero essere svolti anche da operai direttamente impiegati del Comune.
La soluzione per non dover stravolgere tutto potrebbe essere la mutazione della Multiservizi da società per azioni a società di scopo, afferma Nico. In sostanza potrebbe diventare una realtà economica senza più consiglio di amministrazione, senza un proprio bilancio: un mero braccio operativo del Comune di San Benedetto, conservando il proprio patrimonio di personale.
Per quanto riguarda il Consorzio Turistico Riviera delle Palme, la partecipazione azionaria del Comune (41%) è a rischio, in quanto le attività di promozione e accoglienza turistica non sarebbero strettamente connesse alle finalità dell’ente di viale De Gasperi. A rischio anche la partecipazione del 3,44% al capitale azionario dell’istituto di ricerca applicata e sviluppo tecnologico Asteria.
Per quanto riguarda il Centro Agroalimentare (43,18% di partecipazione azionaria), siamo di fronte anche qui a finalità non istituzionali, ma la vendita delle quote ai privati è stata decisa da anni e si attendeva il 2010 in quanto ultimo anno di vincolo in seguito all’apertura di un mutuo negli anni ’90 proprio per la creazione della società e della maxi struttura vicino al casello A14.
Per qunnto riguarda Picenambiente (19,36%), l’affidamento della gestione dei rifiuti dovrebbe rimanere in capo alla società sambenedettese, ma bisognerà che le azioni di proprietà private vengano rimesse sul mercato tramite un’asta. Per la partecipazione nella Start (7,36% direttamente, un altro 21% tramite la Multiservizi) e nella Ciip (14%) non ci sono problemi in quanto il trasporto pubblico e il servizio idrico integrato rientrano fra le finalità istituzionali.
Poi ci sono i consorzi obbligatori, come l’Ato 5 (autorità di ambito idrico), il consorzio industriale Piceno Consind (che è in liquidazione) e il Bacino Imbrifero del fiume Tronto.
Insomma, da qui al 31 dicembre bisogna che il Comune decida cosa fare di queste partecipazioni azionarie. Ci saranno proroghe? Staremo a vedere.
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MI rammarico per l’ipotesi del tutto conservativa di “preservare il patrimonio di personale” impiegandoli come dipendenti comunali non vedendo le opportunità di una fusione con Picenambiente che potrebbe regalare alla nostra provincia una multiutility tale da garantire economie di scala ed efficienza regalando così un’importante realtà economica in un momento di crisi come questo. E pensare che non sono stato l’unico a presentare tempo fa quest’ipotesi ma anche il Vice-Presidenti di Confindustria AP (Tommaso Caroselli Leali) aveva presentato quest’ipotesi. Con questi politici c’è da rimanere sempre sconcertati, non prendono la strada giusta nemmeno se la si indica chiaramente. Lo scioglimento… Leggi il resto »
Non ci sono dubbi che ci saranno deroghe (si veda a livello regionale cosa e’ successo con la questione traffico e Donati) ed anche qui si parla di cambiare le strutture societarie pur di salvarle. Caro Alessandro, tu parli di economie di scala e multiutility, ma dimentichi le economie di poltrona. Tra dipendenti, consigli di amministrazione e presunte cariche la fama e l’opinione pubblica locale si svolge attraverso queste strutture. Non e’ forse che il Presidente dell’Ato n.5 del Piceno, le cui competenze sono sconosciute al popolo della strada, oggi e’ sindaco di Monteprandone? Non e’ forse che il Presidente… Leggi il resto »
Giuseppe non è che abbia dimenticato le “economie di poltrona” ma semplicemente mi rifiuto di accettare che esitano tali logiche. Se la logica della poltrona deve essere predominante non ci resta che fare bagagli ed andarcene da un’altra parte, e così tutto (compreso questo giornale che cerca di fare luce su aspetti poco chiari) non avrebbe più senso. L’opposizione è sparità perchè, a causa dei problemi di governance interna si prepara a riscuotere un sonora sconfitta. Serve una mobilitazione della società civile (intesa come non militante attivamente nei partiti) che possa offrire una seria alternativa a Gaspari, perchè non è… Leggi il resto »