TERAMO – Una lite tra due badanti degenera in un omicidio. Gabriella Baire, eritrea di 52 anni è stata trovata morta nella soffitta di una palazzina di via Pannella a Teramo. Il corpo della donna era a terra riverso in una pozza di sangue, con il capo fracassato. A commettere l’efferato delitto sarebbe stata una donna etiope (le cui generalità non sono state date dai Carabinieri), che lavorava come badante presso un’anziana ultracentenaria di Teramo, e a cui la Baire dava una mano nei fine settimana.

In base ad una prima ricostruzione dei fatti tra le due donne nella giornata di sabato sarebbe scoppiato un violento litigio (probabilmente per motivi di natura economica) mentre si trovavano nella soffitta dello stabile. L’etiope avrebbe preso quindi un corpo contundente (c’è chi parla di una spranga di ferro, chi di un ferro da stiro) e avrebbe colpito più volte l’eritrea, che si è accasciata al suolo.

Dopodichè sconvolta da quanto accaduto, ha chiuso a chiave la soffitta ed è tornata al piano di sotto. Nell’appartamento dell’anziana poi, si è sviluppato poco dopo un principio di incendio. Dal trambusto successivo (il salvataggio della centenaria portata ai piani sottostanti e l’arrivo dei Vigili del Fuoco che hanno domato le fiamme), ci si è cominciati a chiedere dove si trovasse Gabriella Baire, che doveva essere in quelle ore nell’appartamento con la badante etiope, che nel frattempo aveva fatto perdere le proprie tracce.

Sono cominciate le ricerche ed è stata allertata l’intera comunità eritrea di cui la Baire era un importante punto di riferimento. Il corpo è stato ritrovato solo nel tardo pomeriggio di domenica. Determinante è stata la confessione della badante etiope: rintracciata da alcuni membri della comunità eritrea ed in preda ai sensi di colpa, ha confessato quanto era successo. Dopodichè ha tentato il suicidio ingerendo della varechina. Ora la donna è ricoverata all’ospedale di Giulianova ma non è in pericolo di vita.