SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Tutto rinviato a data da destinarsi e sinceramente c’era da aspettarselo. L’attesa riunione del Popolo della Libertà svoltasi nella sede sambenedettese di via Carducci alla presenza, tra gli altri, degli onorevoli Remigio Ceroni e Carlo Ciccioli (rispettivamente coordinatore e vice coordinatore regionale), non ha aggiunto nulla di nuovo a ciò che da qualche settimana già si sapeva.
Il candidato sindaco per ora non c’è e, a conti fatti, non esiste nemmeno un favorito. Bruno Gabrielli, Pasqualino Piunti e Luca Vignoli rimangono dunque in lizza, senza che vi sia stata da parte dei due parlamentari marchigiani una presa di posizione definitiva in merito.
Una situazione di stasi che sembra sempre più corrispondere ad un piano ben orchestrato per sondare il terreno circostante delle alleanze. Nel comunicato stampa del responsabile provinciale Luigi Citeroni, inviato successivamente alle varie testate, emerge infatti la “volontà di discutere con quelle realtà che condivideranno un programma di rinnovamento cittadino” che vada dalla scuola al lavoro, passando per l’urbanistica e la sanità. Un’apertura sussurrata ed indiretta agli ex alleati di Futuro e Libertà ai quali l’imposizione di un unico nome come possibile primo cittadino ovviamente non sarebbe andata a genio.
“Non parliamo, ci siamo dati una consegna e intendiamo rispettarla”, affermano a chiare lettere i tre contendenti, non lasciando trasparire una benché minima reazione.
Ad essere favorito, risultando l’esponente più accreditato alla corsa per la poltrona di Viale De Gasperi, rimarrebbe comunque Gabrielli, al quale Ceroni (lo stesso che nel marzo scorso gli garantì una sicura competizione alle tornate regionali per poi “tradirlo” in extremis su direttiva dei vertici nazionali) consegnerebbe volentieri le chiavi della competizione con Gaspari. Unico neo? Il pessimo feeling con i “finiani” e con quel Punto Pdl che dall’interno si dichiara allergico all’assessore provinciale al Turismo.
Discorso quasi identico per Piunti, un ex-aennino rimasto tuttavia fedele al gruppo berlusconiano, proprio per questo motivo poco gradito da Benito Rossi e soci e, a sua volta, in guerra fredda con Luca Vignoli, che non avrebbe spinto e sostenuto sei mesi fa nella competizione per l’ingresso a Palazzo Raffaello. Un outsider debole l’ex assessore alle Finanze, ma che al contempo gode di ampia stima nell’attuale opposizione comunale. Che fra i due litiganti il terzo goda?
Lascia un commento
Non ci sono parole per descrivere lo sconforto che un elettore ed un cittadino di centrodestra sente nel leggere pagine come questa. Il fatto che le liste elettorali nazionali siano decise dalle segreterie romane non e’ una novita’ al di la’ della legge elettorale in vigore. Lo scorso Marzo si era consumata un ulteriore pagina nera, le candidature alle regionali dovevano dare atto delle quote interne al PDL e quindi nuovamente decisioni prese dalla testa del partito. Oggi, forse non consci di quello che succede nel nostro territorio, neanche la candidatura cittadina rientra nelle nostre possibilita’ e quindi pendiamo dalle… Leggi il resto »
le parole di formentini sono dei macigni, se corrispondono al vero. Chissà se Piunti, Gabrielli o Vignoli le condividono o meno. Sarebbe interessante anche sapere quanti voti hanno preso il rapagnanese (prov. FM) Ceroni (a cui va il merito di essere l’onorevole più presente in Parlamento, per cui è poco presente a San Benedetto) e l’anconetano Ciccioli alle ultime elezioni sambenedettesi, per essere persone tanto influenti.
Non che dall’altra parte sia diverso: si smuove paglia senza il consenso di Luciano Agostini?
Ma è questa la politica cittadina?
Rassegnamoci a perdere per l’ennesima volta le elezioni. Del resto una regione con scarsa popolazione evidentemente non merita l’attenzione dei vertici.
troppa l’importanza data alle mie parole. dire che sono dei macigni, vorrebbe dire che qualcuno le legge e recepisce e ne capisce anche il senso. Dubito. Comunque vorrei sottolineare che quanto ho affermato non e’ smentibile da nessuno. Dunque, sulla veridicita’ di quanto detto non possono esservi dubbi, se mai tantissimi si aspettano un colpo di reni, un occasione per poter vivere il partito. Un partito che sia un mezzo dei cittadini e non un club di 5 persone. Vedremo, come si dice la speranza e’ l’ultima a morire. Basterebbe far presto, perche’ se dopo essere stati responsabili della sconfitta… Leggi il resto »
Certo, se non la prospettiva di lasciare il posto a persone che abbiano voglia di fare politica per il bene della collettività !
Non solo per bramosia di potere ed egoismi personali !
Quando in un pollaio ci sono presumibilmente troppi galli a voler cantare , le galline non dormono mai .
Incominci qualcuno a fare due passi indietro.