CUPRA MARITTIMA – Giovani cultori del buon bere crescono. Il 20 settembre scorso presso l’Hotel Ritz di Londra, il ventiquatrenne cuprense Filippo Lanciotti è risultato tra i vincitori del premio “Innovazione nella Professione”. Giunto alla sua decima edizione, il riconoscimento è istituito dalla cantina Villa Sandi di Crocetta del Montello in provincia di Treviso, insieme all’Associazione Italiana Sommelier. L’iniziativa ha lo scopo, come si legge sul regolamento, di gratificare tre sommelier che non abbiano ancora compiuto 29 anni e che si sono particolarmente distinti per le loro qualità. Così il presidente di Villa Sandi, Giancarlo Moretti Polegato ed il Presidente dell’ Associazione Italiana Sommelier, Terenzio Medri, hanno consegnato il premio , che consiste in una borsa di studio, anche ad Alessandra Celio e Carlo Ferrigno.

Abbiamo raggiunto Filippo, che lavora presso il ristorante e hotel di famiglia “Anita” a Cupra Marittima. Come e quando è nata la passione per il mondo del vino?
“Già da qualche anno, da quando frequentando l’Istituto Alberghiero e portando avanti esperienze all’estero, ho deciso di approfondire la materia seguendo il corso per sommelier presso l’Ais di Offida e conseguendo la qualifica di professionista nel maggio 2010. Oggi sono molto soddisfatto di aver raggiunto questo risultato e non me lo aspettavo”.

Sei giovanissimo, ma ti sarai già fatto un’idea sulla qualità delle cantine locali. Ci puoi dare la tua opinione?
“Penso che stiano migliorando e che il livello si sia alzato. Le cantine stanno infatti chiedendo con maggiore frequenza consulenze ad enologi di fama internazionale. Molti rimangono prodotti di nicchia pubblicizzati solo per i ristoranti locali, molti altri sono conosciuti anche oltre i confini regionali. Inoltre, la tendenza generale è che si stanno apprezzando sempre di più i nostri vitigni autoctoni. C’è tanto lavoro da fare ma secondo me si sta andando nella giusta direzione”.

Sempre secondo la tua esperienza, i nostri prodotti sono realmente aprezzati anche all’estero?
“Sì, tutta la ristorazione italiana lo è. I nostri prodotti enogastronomici sono molto ricercati e riconosciuti come sinonimo di qualità”.

I tuoi progetti?
“Effettivamente mi sento ancora alle prime armi, ho tanto da imparare e spero di crescere professionalmente attraverso un percorso quanto più costruttivo possibile. Aspiro poi a lavorare in una struttura di livello e di diventare un giorno una personalità qualificata del settore”.