Gran Pavese Rossoblu. Bella iniziativa anche se continuo a vederla troppo politicizzata. Nulla da dire sulla quasi totalità dei premiati, tutti ben mirati e appropriati. Uno proprio no perché significa che la storia, per chi ha fatto certe valutazioni, è un vero e proprio optional. Il premio per meriti sportivi e vi giuro che scrivere queste cose mi pesa moltissimo.

Siccome però sono stato parte viva del primo fallimento della Sambenedettese Calcio (una sofferenza per me lunga due anni), sono stato il giornalista  che a quei tempi (contrastato, penalizzato e a volte anche deriso da quasi tutti i miei colleghi e da gran parte della tifoseria) urlò a destra e a manca (vedasi giornali dell’epoca) che tal Antonio Venturato stava portando all’annullamento del blasone rossoblu, dando inizio ad una vera e propria debacle della quale tuttora portiamo i segni, non riesco a star zitto. Non gliela faccio proprio. Pensare a quel periodo mi fa ancora male.

Se il sindaco di quei tempi mi avesse ascoltato (ho sempre in mente uno scontro pubblico in aula consiliare tra me e il primo cittadino durante il quale cercai di convincerlo che continuare ad appoggiare quello che allora veniva definito come finanziere veneto avrebbe portato allo sfascio totale) forse la storia della Samb sarebbe stata diversa. Vedasi, sempre all’uopo, i miei scritti dell’epoca.

Vengo al punto: sapete chi restò, fino alla proclamazione della radiazione dei colori rossoblu (agosto 1994), vicino a Venturato, proteggendolo e  difendendolo (anche politicamente) oltre ogni limite? Colui che è stato premiato per meriti sportivi, tra i quali l’essere stato dirigente della Sambenedettese Calcio.

Così gira il mondo.