SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il direttore dell’ospedale civile Antonio Maria Novelli rassicura sulla vicenda dei medici dimissionari dal Pronto Soccorso: “L’interpretazione corretta è che si tratta di medici residenti a Pescara e a Chieti, in Abruzzo è uscito un bando dopo tanto tempo, loro hanno presentato domanda per la normale voglia di riavvicinarsi a casa. Noi abbiamo attivato un altro bando di mobilità per fare in modo che non ci sia soluzione di continuità fra la loro uscita e l’ingresso dei medici che li sostituiranno. Ho interpellato i quattro medici, e mi hanno assicurato che loro lavorano bene qui, non ci sono altre motivazioni alle loro richieste che non sia quella del riavvicinamento a casa”.
Riguardo alla bassa spesa sanitaria pro capite registrata nel sud delle Marche, il dirigente del Servizio Salute della Regione, Carmine Ruta, ha così risposto in occasione dell’assemblea di venerdì sera con i farmacisti: “Le Marche devono fare in  modo che si decentrino le risposte sanitarie e le competenze, creando un forte polo attrattivo nel sud delle Marche, in base alle tipologie di servizi richiesti dai cittadini. Se si accentra tutto in un sito, infatti, non si distribuiscono certo le risorse. Ripeto, il sistema sanitario regionale sta vivendo un eccellente momento nonostante le critiche, siamo un esempio virtuoso fra tante Regioni che hanno i conti in rosso. Capisco i campanilismi, ma Ascoli e San Benedetto devono dividere e organizzare in maniera complementare i servizi fra i due ospedali. Vorrei ricordare che c’è la metà montana e collinare delle Marche che fatica a trovare risposte sanitarie adeguate, dobbiamo pensare anche a questi cittadini, ricordiamo che sono proprio le zone con la più alta longevità”. 
Riguardo al nuovo reparto di Neurochirurgia, previsto a San Benedetto da una delibera regionale che ancora deve trovare attuazione, il direttore dell’ospedale Novelli ha risposto: “Contiamo di attuare nel più breve tempo possibile le previsioni di quella delibera, vediamo come trattenere il primario Curatola (sulla via del pensionamento, ndr), sarebbe ottimale se il reparto partisse con la sua fondamentale competenza, ma si tratta di un progetto di interesse regionale e comunque andrà avanti ugualmente, anche se Curatola non dovesse rimanere neanche come consulente”.