Riceviamo e pubblichiamo da Filippo Mignini, storico monsampolese

MONSAMPOLO DEL TRONTO – “DIVIDE ET IMPERA” (dividi per dominare), dice una massima latina di incerta paternità. C’è chi la fa risalire a Filippo il Macedone, chi ad un imperatore romano, chi, invece, a Luigi XVI di Francia. Essa è impiegata in particolare a descrivere la politica della Casa d’Austria nel secolo XIX ed in realtà seguita da molti, sovrani o potenze, collettività o individui. Serve a fomentare le divisioni tra i popoli soggetti o comunque tra eventuali nemici, impedendo loro di coalizzarsi, e favorisce chi detiene una posizione di potere. Questo  è quanto avviene, da moltissimi anni, a Monsampolo del Tronto, dove le frammentazioni tra i gruppi politici opposti, consentono allo stesso individuo di arroccarsi sempre più tenacemente al proprio persistente potere, in modo unilaterale ed indisturbatamente. Le frammentazioni convengono alla stessa persona che non vuole assolutamente lasciare il suo scranno. Nell’ultima competizione elettorale sono state presentate quattro liste di cui tre gruppi, anziché fare insieme quadrato per abbattere il comune avversario, si sono suddivisi, perché i loro capilista avevano le spasmodiche velleità di aspirare alla carica di Sindaco. Tutti sappiamo che l’ambizione è connaturata nell’essere umano, ma se supera un certo limite diventa patologica, traumatica. Questo, purtroppo, è accaduto ancora una volta lo scorso anno 2009.

Certe scelte puntano più sull’utilitarismo che sul segno identitario dell’ispirazione cristiana e sociale. Mirano solo al risultato numerico che nell’affermazione di una autonomia politico-amministrativa, basata su valori esplicitamente proclamati. Un tale risultato non sarebbe poi tanto grave se i componenti dei tre gruppi della minoranza facessero in consiglio comunale una opposizione costruttiva e forte e magari informando la popolazione attraverso manifesti o locandine di quello che accade nel “bunker” del palazzo comunale. L’opposizione viene fatta, invece, quando si apprendono alcuni gravi errori, solo da privati cittadini attraverso la stampa. Che fanno i consiglieri della minoranza? Giocano all’”immobilismo” e chi ci rimette è sempre la comunità.

Filippo Mignini