dal settimanale Riviera Oggi numero 840
GROTTAMMARE – «Occorreva sistemare una situazione dove l’ente pubblico non poteva arrivare. Questo non significa che lo stadio Pirani è stato privatizzato, ma che è stato dato in gestione a costo zero». A spiegare il punto di vista dell’amministrazione sulla convenzione fatta tra pubblico e privato è il sindaco Luigi Merli.
Tutta la polemica è partita da un cartellone in piazza Fazzini (domenica 12 settembre) dove il Popolo della Libertà per voce del consigliere comunale Maria Grazia Concetti rifletteva su questo accordo, portando le preoccupazioni di alcuni cittadini sulla temuta “privatizzazione” del campo Pirani. A rispondere (il 14 settembre) è stato l’assessore provinciale Filippo Olivieri, sempre del Pdl, che si è dissociato dal cartellone del suo partito affermando che “Tutte le società sportive hanno le convenzioni con i Comuni, gestiscono il bar e le entrate pubblicitarie: la Concetti prima di parlare si informi. Il presidente del Grottammare Calcio Luigi Furnari ha fatto qualcosa in più per la collettività di Grottammare e per i circa 300 giovani che praticano attività calcistica: realizzerà a proprie spese tre campi di calcio minori (visto che a Grottammare c’è carenza di spazi del genere), rimetterà a posto la segreteria, i locali dove si svolgono le conferenze stampa e quant’altro. Tutto rimarrà di proprietà del Comune”.
Il 21 settembre arriva la risposta della Concetti, che si rivolge però al presidente del Grottammare Calcio, Furnari: “Gentile presidente, la polemica che ha tenuto banco sui giornali nasce dalla posizione di chi ha voluto sferrare un attacco personale alla sottoscritta, strumentalizzando il suo nome, la sua persona, il suo ruolo e la posizione che riveste”.
Ma quindi, la morale?
Storicamente, anche negli anni passati era stata fatta questa richiesta al Comune, ovvero di poter gestire da parte dei fruitori del campo Pirani alcuni servizi associati, per dare un plus valore agli spettatori. La gestione tecnicamente è stata data all’associazione più grande, il Grottammare calcio, appunto, ma non esclude ovviamente l’utilizzo da parte delle altre due presenti sul territorio. «Non avevamo mai accettato prima – spiega il sindaco Merli a Riviera Oggi – ma attualmente il Comune non può fornire questo servizio e per questo l’ha dato in gestione al Grottammare calcio. Ma non si privatizza nulla, la proprietà rimane del Comune. Molte amministrazioni comunali stanno lavorando in questo senso – conclude Merli – ovvero si sta andando verso l’idea di far contribuire il privato alla gestione degli spazi pubblici, dove il Comune continua a dare il suo appoggio ad esempio per la manutenzione ed il contributo alle associazioni, oltretutto invariato da ormai dieci anni. Di questa convenzione se ne è parlato per diversi mesi prima dell’estate e crediamo che sia chiara, pulita e alla luce del sole”.

COSA PREVEDE LA CONVENZIONE

Ma cosa prevede la convenzione? In allegato a questo articolo i file completi (formato pdf) degli atti amministrativi inerenti la convenzione e il contributo del Comune. Qui ve ne diamo di seguito alcune informazioni sommarie.
La convenzione fra Grottammare Calcio e Comune ha una durata quinquennale. La società del presidente Furnari potrà gestire e ricavare dal bar ristorante all’interno dell’impianto. Il Comune ha a disposizione 30 giorni all’anno per le proprie attività. E’ previsto l’uso gratuito per le società Gran Madre di Dio (tre giorni a settimana, due ore al giorno) e alla Robur (due giorni a settimana).
I lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria sono a carico del gestore, cioè del Grottammare. Può essere previsto, e in effetti è previsto, un eventuale contributo economico da parte del Comune.
Un dipendente comunale si occuperà delle mansioni di apertura e chiusura dell’impianto, e delle piccole manutenzioni. Il canone annuo pagato dal Grottammare è di 6531 euro. Il Comune eroga un contributo annuo di 11mila euro per il 2010, 53mila euro annui dal 2011 al 2015. Per la manutenzione dell’impianto e il sostegno al settore giovanile.
Alla società di Furnari dunque vanno gli incassi della biglietteria, della pubblicità, dell’uso dell’impianto da parte di terzi, oltre ai già citati ricavi del bar ristorante da essa gestito.