MONTEPRANDONE – In merito alle dimissioni da delegato al Turismo per il comune di Monteprandone del consigliere del Partito Democratico Stefano Barbizzi (“Dimissioni da uomo del Partito Democratico che resta nel Partito Democratico”, scrive), pubblichiamo di seguito, integralmente, una lettera dello stesso Barbizzi (i grassetti sono nostri).

Care elettrici e cari elettori,

nel ringraziarvi ancora per avermi dato fiducia nelle passate elezioni del giugno 2009, sono oggi con rammarico e immenso dispiacere a comunicarvi che esco dalla maggioranza Stracci e sarò un consigliere autonomo di minoranza.

Tanti mesi fa, accettai la richiesta di Stracci di candidarmi, mosso dalla volontà di contribuire a cambiare la politica e a migliorare il nostro territorio. Come sapete non faccio politica di professione, vivo del mio lavoro. Anche per questo ho deciso di impegnarmi; penso infatti che nella fase attuale di crisi della buona politica sia necessario portare dentro l’amministrazione il punto di vista di cittadini come me, come noi, che non hanno bisogno di fare carriera attraverso gli incarichi pubblici, e che perciò si aspettano trasparenza, centralità degli interessi generali e del bene comune, scelte aperte, condivise, fatte discutendo con tutti e non soltanto con i gruppi “di potere”. Sapevo che Stracci è cresciuto nella e per la politica, ma speravo che l’età e le dichiarazioni dello stesso Pd, tutte tese a richiamare la necessità di cambiare, potessero permettere un percorso rispondente ai miei, ai nostri ideali civili ed etici.

Invece, fin dall’inizio, appena dopo la conclusione della campagna elettorale, ho capito che così non sarebbe stato. Vinte le elezioni, non è stato avviato nessun lavoro comune sul progetto per il territorio, nessuna collegialità, nessuna condivisione, ma pratiche e comportamenti tutti volti a cercare la visibilità del singolo, il consenso anche quando questo si ottiene a spese della risoluzione dei problemi, a danno dell’interesse generale e, soprattutto, contro cittadini, gruppi, associazioni, persone non disposte a fare del silenzio una merce di scambio.

E’ forse un caso che il sindaco, in particolare, cerca e trova i peggiori nemici proprio nel gruppo con cui dovrebbe amministrare? E’ forse un caso che uno di questi nemici è il sottoscritto, reo di aver portato avanti una campagna basata sul rinnovamento? Reo di non avallare atteggiamenti, scelte non trasparenti, fatte soltanto con il fine della visibilità individuale, in particolare del sindaco e sotterfugi di ogni genere?

In concreto per formulare un esempio, come sapete, avevo avuto la delega al turismo, ho provato a fare qualcosa, a capire su quante risorse si poteva ragionare: ebbene di soldi, sul capitolo turismo, pressoché niente!, e non possiamo spendere perché ci sono molte meno entrate, non c’è più l’Ici: bene, lavoriamo al minimo cercando di collaborare con le associazioni che tanto danno al territorio. Ma stranamente, per altre scelte, i soldi ci sono: a distanza di poco tempo arriva l’attivazione di due nuovi contratti triennali, tra cui cosa c’era? Anche un addetto al turismo! Peccato che il delegato al turismo nemmeno fosse stato informato della scelta! La ritengo una cosa grave, non solo per mancanza di rispetto del ruolo, ma per evidente indifferenza verso una reale progettazione condivisa!

Andiamo avanti ancora e termina l’anno (il 2009, il primo della Giunta Stracci, ndr). Si lavora per il bilancio preventivo, ma ancora una volta nessuna condivisione, nessun ascolto, nessun investimento nel settore che pure in campagna elettorale e sui giornali si dice importante per l’economia del territorio; chiedo di fare una programmazione basata sulle disponibilità economiche, niente da fare, siamo fuori dal patto di stabilità e anche questa volta non esce un messaggio vero di lavoro nuovo e serio nel settore. Mi chiedo: le deleghe servono per impegnare attivamente il delegato o per farlo diventare uno specchietto per le allodole o , peggio, l’eventuale capro espiatorio di quello che non va?

In così pochi mesi ho avuto dunque chiaro quale fosse il metodo dell’amministrazione Stracci: non si sceglie pensando a cosa è giusto ed alla qualità, ma si sceglie in base ai voti da conquistare e a chi deve essere tenuto in disparte! Una continua propaganda elettorale puntando solo ed esclusivamente sulle potenziali carriere politiche personali. Ecco perché non si discute, non ci si incontra e non si affrontano le cose insieme! Una sola finalità, stare continuamente sui giornali per le minime stupidaggini, puntando alla continua promozione del singolo.

E per raggiungere questi obiettivi si fa degenerare la democrazia, si ricorre a metodi spesso bassi e basati anche sulla diffamazione personale, senza curarsi minimamente della verità e della dignità propria e delle persone. Negli ultimi mesi quindi ho maturato la consapevolezza che fosse opportuno, necessario allontanarsi da queste logiche e da questi comportamenti, che non hanno niente a che fare con me, che non rientrano nel mio modo di essere, nell’idea che ho di amministrazione e che mi ha fatto accettare la richiesta di Stracci di essere in lista con lui.

Ci tengo quindi a scusarmi con tutti i cittadini, uomini e donne, che mi hanno sostenuto. Ma credo che questo mia decisione non sia una rinuncia bensì un punto di partenza importante; mi auguro, infatti, che serva anche a quanti fanno parte dell’attuale maggioranza e ne osservano, silenziosi, i comportamenti più cinici, assumendosene con ciò tutte le responsabilità; mi auguro inoltre che la mia presenza in consiglio dai banchi dell’opposizione possa essere un punto di riferimento per i cittadini e per i giovani – quelli veri e non tali solo per età – che sono convinti che non abbiamo futuro se non ritroviamo la voglia e la forza per comportarci in un altro modo, a partire dal come governare insieme e democraticamente il nostro territorio.

Con rammarico, ma con immodificato impegno.

Stefano Barbizzi, consigliere di minoranza.