MARTINSICURO – Martinsicuro catapultata suo malgrado alla ribalta delle cronache nazionali per l’ordinanza contro gli schiamazzi e le multe verso quelli che sono stati  impropriamente definiti gli “amplessi rumorosi”.

E’ stata una giornata piuttosto movimentata in Comune, con la notizia che, man mano che veniva rilanciata dalle varie testate giornalistiche, si arricchiva di ulteriori (e talvolta inverosimili) dettagli, come la connessione dell’ordinanza con i risvolti erotici che, si sa, attirano immancabilmente l’interesse dei lettori.

«E’ un’assurdità, non so come si siano potute scrivere simili nefandezze» – ha affermato un furibondo sindaco Abramo Di Salvatore, che nella giornata di oggi è stato tempestato da decine di telefonate di giornalisti anche delle maggiori testate di quotidiani e Tg nazionali: tutti a caccia di informazioni e dettagli sulla piccante questione, con tanto di richieste di interviste sul tema. E il primo cittadino, come arma di difesa e mezzo chiarificatore, ha inviato alle redazioni di mezza Italia una copia dell’ordinanza, nella speranza di diradare l’enorme polverone nel frattempo sollevato.

Perché seppure nel documento in oggetto si sanziona e «si vieta la prostituzione negli edifici condominiali quando, a seguito delle consuete verifiche della Polizia Locale, venga accertato che essa provochi disturbo alla tranquillità degli altri residenti o offenda la civile convivenza per le modalità con cui essa si svolge», è anche vero che il provvedimento, nelle intenzioni dell’amministrazione comunale, è finalizzato a scoraggiare il perpetuarsi della prostituzione in appartamento, con tutti i fenomeni criminosi ad essa correlati, per ripristinare quel decoro urbano e quella convivenza civile nei condomini che in molte zone della città sono ormai merce rara.

Come riportato nell’ordinanza, «si ritiene di dover fronteggiare quei comportamenti che precludono disturbo alla tranquillità dei residenti (come l’eccessiva rumorosità nello svolgimento dell’attività di prostituzione o nel passaggio di clienti attraverso le zone condominiali comuni) o che tendono ad offendere la civile convivenza, come ad esempio un “incipit” delle prestazioni sessuali negli spazi condominiali comuni, l’indecenza o anche l’assenza dell’abbigliamento, al fine di adescamento della clientela, nei locali comuni utilizzati anche da altri soggetti, tra cui eventualmente minori».

La possibilità di segnalare a Vigili Urbani e Carabinieri il verificarsi di tali situazioni permetterebbe di avviare controlli negli appartamenti, portando allo scoperto tutte le eventuali situazioni criminose o di irregolarità.

Ma la salvaguardia della quiete pubblica passa anche dal divieto negli edifici condominiali di tutti «quei comportamenti che, mediante schiamazzi, eccesso di rumore o abuso di strumenti sonori, arrechino disturbo e turbamento alla tranquillità, ledendo la civile convivenza o determinando lo scadimento della qualità urbana».