ASCOLI PICENO – Una vera “mazzata” sul bilancio della Provincia, già ampiamente in rosso. Il Tribunale di Ascoli ha notificato ieri mattina, martedì 14 settembre, la condanna per la Provincia al pagamento di cinque milioni di euro in favore dell’impresa di costruzioni Rozzi, per fatti riguardanti lavori sull’Ascoli-Mare risalenti agli anni ottanta. Per la stessa ragione, è stato condannato anche il Ministero delle Infrastrutture al pagamento di un ulteriore milione di euro.

La situazione era già nota agli amministratori dell’Ente che già in fase di controllo di Bilancio avevano temuto la possibilità che prima o poi arrivasse anche questa situazione a gravare sulle casse.

La sentenza è immediatamente esecutiva, per cui Celani sterebbe pensando di iscrivere la somma fuori bilancio per poi prendere tempo per trovare vie di uscita o quantomeno soluzioni che possano abbassare la cifra da “sborsare”. Anche perchè, viene immediatamente da chiedersi: e ora chi paga?

Al momento ciò che è sicuro è che la Provincia di Ascoli dovrà accollarsi la spesa di 2,8 milioni di euro, pari al 57% del totale, mentre quella di Fermo 2,2 milioni (43%), così come stabilito dai parametri derivanti dalla divisione dei due territori.

Celani starebbe pensando alla possibilità di ricorrere alla Corte di Appello di Ancona, ma anche di avviare una transazione con l’impresa. Nel frattempo però il presidente non risparmia accuse alle precedenti amministrazioni provinciali e afferma a Rivieraoggi.it. «La questione si sapeva già da tempo e andava affrontata dieci anni fa, quando le casse della Provincia erano in una situazione migliore di quella di attuale e l’impresa Rozzi era ancora attiva. Una mediazione sarebbe stata più facile da trovare».

«Abbiamo fin da oggi inziato a definire il percorso da seguire – continua il Presidente – Già dalla prossima settimana dobbiamo provare a  metterci intorno ad un tavolo per affrontare la questione insieme all’impresa, alla Provincia di Fermo, ad una banca e ad un funzionario minsteriale che stiamo cercando di contattare; nella questione il Ministero ha le sue responsabilità, come del resto anche il Tribunale ha stabilito».