SAN BENEDETTO DEL TRONTO – L’assessore alle Politiche del Mare Settimio Capriotti ripercorre l’iter che ha portato alla realizzazione della cassa di colmata, in giorni in cui tornano in auge le polemiche da parte del Comitato Tutela Costa Picena. Afferma Capriotti: «La cassa di colmata è stata realizzata all’inizio del 2008, per ospitare il materiale di escavo del porto di San Benedetto, non compatibile con il cospicuo ripascimento della spiaggia. Non dobbiamo dimenticare che il ripascimento effettuato in quel periodo ha impedito che le mareggiate arrivassero a danneggiare le strutture stesse degli stabilimenti, come avvenuto in altre località delle Marche».

«Nell’autunno-inverno 2008/2009 le mareggiate danneggiarono anche la cassa di colmata – ammette Capriotti – e l’Amministrazione comunale ne diede comunicazione al Genio Civile. Quando, nel 2009, il Genio Civile decise di portare i fanghi di Senigallia a San Benedetto, noi ne fummo informati e ne discutemmo durante un incontro che si tenne nell’ufficio dell’ingegner Marzialetti, dirigente del settore Difesa della Costa della Regione Marche».

E questo era d’obbligo, quantomeno.

«Il Comune di San Benedetto – rivendica poi Capriotti – ottenne che il Comune di Senigallia stornasse oltre 400 mila euro dai fondi che gli erano stati assegnati per l’escavo. Cifra che fu destinata alla cassa di colmata, con i seguenti interventi: posizionamento di teli impermeabili e rinforzo della scogliera protettiva, con innalzamento fino al livello attuale. Il tutto in attesa della copertura, da effettuarsi dopo che la cassa fosse stata completamente riempita. Oggi quest’ultima copertura è stata posizionata. Nella cassa di colmata sono quindi presenti tre teli sul fondo, per evitare la fuoriuscita di materiali, e un telo sulla superficie, per evitare la fuoriuscita in acqua del materiale, in conseguenza di piogge e mareggiate. Nel corso dell’intera vicenda è stata anche smentita la pericolosità dei materiali contenuti nella cassa di colmata».
Verso Nazzareno Torquati, poi, tante critiche dall’assessore: «Dopo tutti i chiarimenti che ha ottenuto, oggi Torquati è un pugile suonato, che però non ne ha abbastanza. L’ultimo telo di copertura è costato 58 mila euro e non 500 mila come dice lui».
Il progetto per la solidificazione della cassa di colmata sarebbe pronto, conclude l’esponente della giunta Gaspari, e sono stati individuati i materiali per realizzarlo.
«Quanto infine all’accusa di superficialità nei confronti dell’Amministrazione comunale, penso che l’aver ripercorso le tappe di tutta la vicenda dimostri abbondantemente il contrario. La cassa di colmata è un risultato storico, Torquati si faccia una ragione».

Giungono gradite le precisazioni dell’assessore. Sul “risultato storico” forse c’è un pelino di esagerazione, però.