SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Cassa di colmata, il Comitato Tutela Costa Picena torna a polemizzare contro la vasca adiacente al molo nord del porto che raccoglie fanghi provenienti dal dragaggio del porto sambenedettese del 2008 e di quello di Senigallia del 2009.
«Tutti i nodi vengono al pettine – affermano in una nota l’imprenditore Nazzareno Torquati e il capitano di lungo corso Romualdo Fanesi – Così è per la vasca di colmata visto che le tante decantate opere di inertizzazione con tanto di piazzale, futuro ormeggio per il diporto e grande terrazza panoramica descritte dal sindaco Gaspari sono smentite dall’inizio dei lavori del Genio Civile Opere Marittime per la copertura totale della cassa con teloni per la modica spesa di circa 500 mila euro”.
Interrogato in merito da Riviera Oggi, l’assessore alle Politiche del Mare Settimio Capriotti però spiega: «Quei teloni fanno parte dei lavori appaltati a una ditta per varie sistemazioni all’ìnterno del porto. E a breve diramerò un report analitico su tutte le cose che abbiamo fatto a favore del porto in queste settimane di fermo biologico, perchè sono passate sotto silenzio. Comunque, quei teloni sono una sistemazione provvisoria, un intervento tampone per evitare sversamenti in caso di piogge o mareggiate. La copertura inertizzante in cemento sarà fatta nei prossimi mesi, il Genio Civile ha pronto il progetto e attende i fondi». Ricordiamo che la vasca non ha ancora avuto una copertura e coloro che ne criticano la realizzazione temono che il mare possa entrarvi dentro portando con sè all’esterno parte dei fanghi.

«Copertura – accusano Torquati e Fanesi – che ha tutte le caratteristiche per essere definitiva e che serve ad evitare che i fanghi inquinati depositati vengano sparsi per il territorio e vista l’estrema difficoltà di amalgamarli al cemento ed alla calce viva considerate le tonnellate di reti, plastica, cavi d’acciaio e putrelle di ferro che vi sono stati riversati come in una discarica. Se così stanno le cose la città ha il diritto di sapere la verità, del perché la tecnica di costruzione non rispetti gli obblighi strutturali delle banchine portuali, del perché vi si sono riversati 50.000 metri cubi di fanghi inquinati, del perché si continui a dichiarare di voler abbattere il muro del molo nord senza tener conto che senza di esso la turbolenza nel bacino portuale impedirebbe l’ormeggio delle imbarcazioni».
Sul versante dell’argomento-scogliere (nei giorni scorsi il sindaco Gaspari e la Regione hanno lanciato segnali positivi per la realizzazione di nuove barriere entro la primavera prossima) il Comitato Tutela Costa Picena afferma:
«Bisogna finirla con le improvvisazioni così come sta succedendo per le scogliere frangiflutti dove il loro rafforzamento è previsto per i prossimi mesi primaverili quando ormai le mareggiate invernali si sono abbattute nelle spiagge divorandole. Gli interventi vanno fatti subito per poi effettuare uno studio altamente specialistico su come intervenire seriamente e risolvere il problema definitivamente».