FERMO – Dopo che la settimana scorsa anche l’imprenditrice Ermetina Mira, titolare dell’hotel ristorante San Giacomo di Monteprandone (nonché presidente dell’associazione “I Sapori del Piceno”) si era espressa negativamente sulla proliferazione delle sagre estive, anche il presidente dell’associazione “Chi Mangia la Foglia!” di Fermo, Noris Rocchi, interviene sull’argomento.
«Esprimo condivisione sulla riflessione espressa dalla signora Ermetina Mira in relazione al proliferarsi in modo sregolato delle sagre (paesane o di associazione), che si alternano e sovrappongono nell’area Piceno-Fermana – inizia Rocchi – Considerando l’intento di sagra, come promozione della tradizione enogastronomica locale ad un costo promozionale, ritengo che oramai sia comune sentire, l’evidente disordine del proliferarsi delle sagre, sia per la stravaganza dei menù proposti, sia per la bizzarra collocazione territoriale, a volte per l’utilizzo di prodotti da supermercato, altre per costi troppo elevati, o disequilibri con le attività della ristorazione locale e così via».
«Tutto ciò – continua Rocchi – a discapito anche di chi vuol proporre sagre di qualità evidenziando prodotti, produttori e tradizione locale, magari evitando montagne di rifiuti neppure riciclabili, attraverso l’utilizzo di materiali biodegradabili o raccolta differenziata (casi più unici che rari come a Fermo e Senigallia). In considerazione dei numerosi partecipanti a questi appuntamenti diventa imperativo regolamentare tempi, luoghi e temi delle stesse sagre, al fine di passare all’avventore un messaggio univoco, coeso e coerente sulle peculiarità gastronomiche, sulla tradizione sulla cultura e sulla valorizzazione del territorio».
«L’Associazione “Chi Mangia la Foglia!” che promuove da anni i circuiti delle cucine tipiche locali nei numerosi comuni aderenti del territorio interprovinciale di Ascoli e Fermo, da sempre attenta alla valorizzazione e tutela del territorio nei molteplici aspetti, intende essere da sprone attraverso il coinvolgimento delle istituzioni ed delle parti interessate, all’analisi ed alla ricerca delle possibili soluzioni organizzative, anche attraverso la stesura di un disciplinare che dia ordine e valore questi eventi».
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