TURISMO. L’estate 2010 sta per chiudere i battenti, è quindi tempo di consuntivi. Stavolta il futuro che si intravvede è meno grigio delle stagioni precedenti. Le nostre riviere di riferimento, quella delle Marche sud e quella dell’Abruzzo nord, hanno lanciato, seppur senza averle progettate (e si è visto), alcune iniziative che potrebbero risultare utili per dare al territorio una sua specificità nazionale e internazionale che adesso manca.

Spettacoli musicali di grande richiamo, un incremento utile delle sagre per vivacizzare zone prima anonime e, dulcis in fundo, incontri settimanali con tutto il territorio piceno (iniziativa che nel prossimo anno allargherei alle colline abruzzesi e cioè al cosiddetto Marcuzzo) che hanno lasciato un segno indelebile, sottoforma di bellissimi ricordi da trasmettere a parenti e amici al ritorno nelle città di provenienza. Mi riferisco chiaramente a Vivendo il Piceno, iniziativa dell’assessorato al turismo della Provincia. Grazie ad essa l’estate 2010 per molti turisti (ancora pochi però) non resterà anonima e fine a se stessa. Infatti, la cosa peggiore che può capitare ad una località turistica è vedere i villeggianti finire le vacanze senza ricordi in tasca, se non quelli legati alla spiaggia e al tragitto che li riporta in albergo o nell’appartamento affittato e pagato saporitamente.

Tante buone idee ma da coltivare perché, se restano tali, fanno la fine di tante altre che non hanno fatto rima con il proverbio: “chi ben incomincia è a metà dell’opera” o “il buongiorno si vede dal mattino”. Sento riparlare di Miss Italia, un’idea che io scarterei a priori, i cavalli di ritorno non sono mai stati efficaci. A meno che non si tratti di un puledro di razza che, nel caso specifico, potrebbe essere lo spostamento (probabilmente impossibile) della finalissima da Salsomaggiore a San Benedetto. Sennò meglio lasciar perdere.

Mi preme chiudere l’argomento con l’invito ai nostri rappresentanti della politica di mettere da parte le forzate “divergenze di pensiero a tutti i costi”, perlomeno in campo turistico. Farebbe bene un bel ritorno al passato quando, prima dell’amore per il “voto”, tra i pioneri del nostro turismo c’era un comune denominatore: la grande voglia di portare San Benedetto del Tronto (allora era così, oggi lo stesso ragionamento va fatto per tutto il Piceno) ai vertici nazionali del soggiorno turistico estivo. Ci riuscirono ed ora (essendo quasi tutti morti) si stanno “rigirando nella tomba”, come si suol dire quando un grande impegno viene stupidamente vanificato, quasi azzerato, dai successori.

Se la proliferazione delle Sagre (chiaramente non alla rinfusa e senza regole) ha movimentato come mai luoghi che prima erano un “mortorio”, se gli spettacoli musicali doc (anch’essi da organizzare meglio a tavolino) hanno attirato turisti dalle regioni vicine, se l’iniziativa “Vivendo il Piceno” è stata un grande successo, i politici di sinistra, di centro, di destra devono contribuire insieme alla loro crescita e non combatterle se di “matrice” contraria, per la ormai consolidata ma balorda idea che la demonizzazione dell’avversario politico è l’unico sistema per accrescere la propria credibilità. E’ giunta l’ora di iniziare a ragionare più con la testa che con e per… i voti.