riceviamo e pubblichiamo l’intervento dell’assessore alla Cultura Margherita Sorge, nel solco di un fecondo scambio di idee sul valore della “impresa cultura”, sui suoi risvolti virtuosi nell’economia reale e in quella della conoscenza. Un dibattito iniziato con questo intervento dell’assessore regionale Pietro Marcolini e proseguito con questo testo di Gino Troli, presidente dell’associazione marchigiana attività teatrali
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Lo dicono tutti: per superare la crisi, in una società fortemente interconnessa, oramai priva di confini, “globalizzata” come si dice, è necessario reinventare nuovi modelli economici, puntare alla creatività e all’innovazione. Ma creatività, innovazione, informazione sono conseguenze, non presupposti del possibile cambiamento: alla base c’è la conoscenza. Non è un’invenzione dei nostri giorni, basta ricordare che Napoleone, nella costituzione del suo impero, ritenne necessario istituire per legge la scuola pubblica superiore, legge non solo non abrogata nella Restaurazione ma anzi esportata nel mondo. Dunque sono secoli che l’istruzione e la cultura sono ritenute, in fasi cruciali della storia, strumenti indispensabili allo sviluppo di nuove società che intendono puntare ad economie fondate sulla conoscenza.
E allora chiedo: se queste sono le leve su cui agire in questo obbligato cambiamento della società postindustriale, come declinare questa strategia a livello locale? Come può San Benedetto del Tronto avere un ruolo in questo processo? A mio giudizio, una risposta credibile deve essere imperniata su due elementi: guardare necessariamente oltre i confini cittadini e operare avendo come referenti finali delle proprie azioni politiche amministrative non il mercato ma le comunità locali.
In altre parole, un territorio che vuole crescere, che vuole far crescere la propria comunità ha bisogno di impostare politiche culturali in un’ottica comprensoriale, nell’ormai indispensabile logica di rete, sapendo però che non basta “possedere” beni culturali, ma bisogna “farli vivere”. Come ci ricorda il prof. Gino Troli in questi giorni, la cultura siamo noi, non è un lusso da potersi permettere nei momenti di opulenza. Se l’Italia riesce ancora a rappresentare qualcosa nell’immaginario collettivo mondiale è per ciò che ha prodotto con continuità nei secoli: la cultura, intesa non solo come patrimonio fisico, ma come capitale di conoscenze, di identità locali, di ciò che profondamente costituisce il valore della nostra produzione.
Va superato quindi il malinteso che ha portato in questi anni a pensare al patrimonio culturale come “giacimento” e all’idea che già il possesso fosse ricchezza. La cultura bisogna viverla, produrla, rinnovarla per evitare che gli italiani diventino custodi sorridenti di un paese cristallizzato e dagli alti costi di manutenzione.
Come amministratore, è stato continuo e tenace il mio impegno di questi anni per vedere nella città di San Benedetto, dopo oltre 30 anni, un luogo di riconoscimento della civiltà marinara delle Marche, non solo uno spazio fisico ma soprattutto uno spazio di documentazione e tutela attiva del patrimonio immateriale, che molto ha significato nell’identità della nostra costa. Il Polo museale del Mare, la Biblioteca, l’Archivio storico, la piccola Pinacoteca del mare, il Teatro Concordia in rete con altre realtà territoriali costituiscono la necessaria infrastruttura culturale fisica sulla quale forse ancora troppo poco si è investito.
L’impresa – cultura produce beni intangibili, il cui valore non può essere quantificato con risultati a breve termine negli usuali parametri numerici. E’ un’impresa articolata in mille ramificazioni (editoria, musica, spettacolo, design, grafica, audio video, cinema, gestione del patrimonio, mercato dell’arte), ha riflessi importantissimi nella gastronomia, nel turismo. L’azione politica di chi amministra il territorio localmente è chiamata oggi ad assumersi la responsabilità di sostenere questo settore, nonostante le scelte miopi e sciagurate che si stanno attuando a livello nazionale.
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Concordo pienamente con quanto esposto dall’assessore Sorge ed è un peccato che queste considerazioni, assieme a quelle espresse da Gino Troli in altra pagina (citata dalla redazione) siano poco lette e non animino alcun dibattito né sollecitino dei contributi. La cultura e lo sviluppo turistico di una città vengono spesso viste in contrasto fra loro come se tutto si riducesse alla cosiddetta movida che, in definitiva, non mi pare altro che una trasmigrazioni di corpi da un locale a un altro. Non voglio apparire più snob di quanto sia e non mi sogno di dileggiare chi vive di quelle cose,… Leggi il resto »
Caro Galie mi sta bene il tuo discorso e quello della Sorge ma si arriva ad un vicolo di cui nessuno parla: la meritocrazia. La cultura, le competenze e la creatività sono delle capacità proprie degli individui ma non tutti le possiedono allo stesso modo, se finora non siamo riusciti a farle emergere vuol dire che questo sistema clientelare non ha funzionato perchè nei ruoli chiave magari ci sono persone incapaci o i cosiddetti yes-man (è un problema che c’è in tutta Italia sia ben chiaro) ma allora che si fa? Continuiamo a fare proclami ed aumentando le aspettative oppure… Leggi il resto »
E’ doveroso chiedere un commento a Bruno Gabrielli, o quanto meno le sue idee per promuovere il Piceno nei prossimi anni. Sotto Cupra Marittima c’è un immenso tesoro nascosto.
Non so cosa induca Galiè a fare queste considerazioni: “La cultura e lo sviluppo turistico di una città vengono spesso viste in contrasto fra loro come se tutto si riducesse alla cosiddetta movida”.
Mi inducono a quella frase i tanti commenti, con relative polemiche, che leggo su questo quotidiano laddove prevale un’attenzione – secondo me esagerata – ad iniziative o attività che, pur legittime, non hanno radici e guardano più alla quantità che non alla qualità, all’effimero che non alla duraturo, alla pancia e non alla testa. E poiché si dice spesso che la nostra città è morta, è ex, non ha futuro, non ha sviluppo e cose similari alla luce di quanto queste attività abbiano o meno la possibilità di dispiegarsi, mi sono permesso di dirlo. Leggo, ad es., che si vorrebbe… Leggi il resto »
Caro galiè,
a scanso di equivoci devo precisare che Riviera Oggi dedica attenzione a tantissimi argomenti nella giusta dose (fino a prova contraria). Alle attività «senza radici» alle quali fai riferimento (credo quelle legate alla cosiddetta movida) abbiamo dato lo spazio indispensabile, non di più, nella cronaca. Caso mai l’attenzione, che tu definisci esagerata, proviene dai lettori e dai loro commenti. Democrazia, pluralismo e libertà, però, è anche questo come la condivisione con realtà che si fa fatica a comprendere. Anche la diversità è un valore. Sbaglio?
Direttore, mi sembra che Galiè si sia riferito ai commenti e non a Riviera Oggi.
Sbaglio?
No, come ha confermato lo stesso galiè. La mia era una semplice precisazione più che una replica.
caro Perotti, l’attenzione che reputo esagerata era ovviamente relativa ai commenti su certi argomenti e non certo al tuo giornale che fa ottimamente il suo lavoro. Quindi, non sbagli.
Il tuo discorso ha senso ma rimane il problema del “fare qualcosa”. Le scelte fatte in fase di programmazione devono essere di largo respiro e, concedimi il termine, di respiro mondiale. Devono essere iniziative per fare la differenza non le solite trovate che vanno sempre a favorire gli amici degli amici. Ad esempio chiediamo alla fondazione di usare i 10 milioni per costruire un centro di ricerca, o qualcos’altro che possa fungere da terreno fertile per la cultura. Dobbiamo partire dal locale per arrivare al Mondo globalizzato non partire dal locale per arrivare al quartiere! Un importante centro di ricerca… Leggi il resto »
Caro Galiè, cosa investire nella cultura e quale è la cultura su cui vale la pena investire, questo in tempo di vacche magre è il problema. La cultura in se crea un bene umano è intellettuale, si può godere dei benefici tutti intimi dell’osservare un bel quadro, nell’ascoltare un quartetto d’archi, nel vedere un film di Olmi, nel leggere l’ulimo libro di Pennacchi, nel vedere e ascoltare il divino Mozart e tanti altri esercizi non ultimo sedersi a tavola e aspettare le pietanze di Massimo Bottura, escluso l’ultimo, nessuno di questi fa e crea una ricchezza ulteriore. La cultura che… Leggi il resto »
Caro Emidio mi permetto di non concordare. In Usa gli investimenti in università prestigiose come Standford, Berkeley e le altre della California hanno creato un terreno fertile senza pari, che ha creato ricchezza e posti di lavoro. Una cosa del tutto simile stanno cercando di crearla in India nei pressi di Bangalore con risultati interessanti. I modi per rendere la cultura redditiva ci sono ma se si continua con la mentalità di adesso più del panino farcito non possiamo offrire. Se cambiamo i paradigmi ed il modo di pensare forse qualcosa di interessante riusciamo a tirarla fuori anche noi.
Se già solo la cultura, attraverso gli esempi che Emidio ha portato contribuisse ad un arricchimento interiore, avrebbe raggiunto un grandissimo obiettivo perchè solo attraverso un arricchimento interiore si può guardare il mondo con altri occhi, più aperti e partecipare alle vicende del mondo in modo più costruttivo, equilibrato. Quindi, da questo punto di vista, investire in cultura, in senso ampio, crea una ricchezza, come dicevo, non quantificabile ma imprescindibile se vogliamo costruire una società di individui pensanti e capaci di prendere in mano il loro destino. Dal punto di vista della cultura in senso stretto, i paesi in cui… Leggi il resto »
Scienza e arte del governare nell’interesse della collettività. Un concetto prutroppo desaparicidos
Parole sagge… ma il problema è capire la relazione che c’è fra l’ispirazione dell’articolo e la megavariante. Se le scelte politiche privilegiano l’investimento nel mattone e la vendita dei beni ambientali per avere moneta contante, si uccide l’idea stessa di investire nella cultura, nel sapere, nel nuovo… nel futuro. Si torna al “dinamismo” degli anni sessanta che ci hanno regalato periferie degradate e Viale De Gasperi. C’è contraddizione fra teoria e prassi, fra ciò che si auspica e ciò che si delibera!
La cultura “buona” si fa con l’entusiasmo, la cultura “buona” in ultima analisi è essenzialmente entusiasmo.
Compito della politica sarebbe, per me, stimolare l’entusiasmo, accompagnare l’entusiasmo, ovviamente capire l’entusiasmo.
I fondi non ci sono, ahimè. Nella loro distribuzione gli enti pubblici devono fare delle scelte, magari privilegiare la ricerca e non privilegiare nel dare contributi le realtà che possono più facilmente accedere a sponsor privati.
Quando parlo di ricerca, ovviamente, parlo anche e soprattutto di entusiasmo che si mette nel farla. L’entusiasmo crea e dà entusiasmo, tutto il contrario delle nicchie
Comunque, tanto per andare oltre nella discussione, mi pare che finora siano state fatte unicamente considerazioni di ampia portata, senza scendere mai in proposte concrete. La dott.sa Sorge da 4 anni si occupa di cultura, ma non mi pare abbia fatto qualcosa di nuovo e diverso da ciò che accadeva in precedenza. Quindi, direttore, le chiedo di pretendere IDEE e non mere considerazioni da chi interverrà in futuro su questa discussione. Quanti turisti sono a conoscenza dei musei che abbiamo nella Provincia? Perché le piantine turistiche di SBT non comprendono tutto il suo territorio (via Albula Alta fa parte di… Leggi il resto »
Io sono un lettore, non un amministratore, per cui da lettore non posso che rimanere nell’ambito delle considerazioni personali e generiche. Se si parla di cultura, cerco di dire quello che penso e capire quello che altri scrivono. Se la piantina illustrativa di SBT non riporta albula alta, al massimo posso esserne edotto e consigliare di farlo presente all’ufficio preposto, ma non mi pare un grande contributo, per quanto utile. Che il direttore debba PRETENDERE IDEE E NON MERE CONSIDERAZIONI mi pare pure una richiesta bizzarra alla quale potrà rispondere il direttore stesso. Credo che diriga un quotidiano e non… Leggi il resto »
E’ chiaro che non raccoglierò la provocazione di Gundam e lui lo sa. Non posso pretendere nulla da chi commenta se non onestà, serietà e un contributo al dialogo costruttivo. Quella cigliegina sulla torta, cioè, che può completare il nostro progetto informativo, che non vuole essere predominante ma al servizio dei cittadini. Come nello spirito dei pioneri dell’informazione oggi praticamente scomparso perché inquinato da proprietà “intenzionate ad utilizzare strumentalmente il proprio mezzo per dare addosso a qualcuno“, cosa che effettivamente qualche lettore (non è però il caso di Gundam) cerca di fare tramite Rivieraoggi.it. Il mio lavoro di moderatore ha… Leggi il resto »
La laurea non denota assolutamente nulla, tant’è che come detto in altri casi sono a favore dell’abolizione del valore legale della laurea ed anche degli ordini professionali solo così si può ridare valore e centralità alla cultura del singolo individuo ed alle esperienze maturate. Io non chiedo un “Sindaco laureato” chiedo un Sindaco consapevole dei propri limiti che sappia rivolgersi in certi case a persone più esperte di lui. Questo è un gesto che mi aspetto perchè chiaramente non si può essere onniscienti ma avere l’onesta intellettuale di sapere i propri limiti ed chiamare in causa chi è più idoneo… Leggi il resto »
Caro Galie, dovresti fermarti un attimo e riflettere. Argomentare ricorrendo alle iperboli non è molto utile alla discussione, così come utilizzare tale “enciclica” di Pasolini non riguarda la questione che ho posto. Nel suo solito (a volte opportuno) pontificare, Pasolini non riesce a cogliere le persone che hanno una mezza cultura e cercano di conviverci senza urlare o sgomitare. Pasolini dove avrebbe posto se stesso? Riguardo alla tua espressione “Lo spessore, le capacità di una persona non si misurano semplicemente con un pezzo di carta, ma da quello che costruisce nella sua vita”, mi vengono in mente tante battute fatte… Leggi il resto »
Prendo per buono il tuo interrogativo e lo giro ai lettori
Azzardo una risposta: più meritocrazia attraverso sistemi di valutazione oggettivi, partendo proprio dalla Pubblica Amministrazione. Non si può vedere che il punteggio di un docente dipenda in parte da quanti figli minorenni ha!!!! Che centra con i meriti lavorativi?
Mi ripeto, io propongo di rivalutare IL PAESAGGIO, proposte a costo zero, vogliamo parlare dei pannelli solari sulle colline, vogliamo parlare delle case nei pressi dei letti dei fiumi, vogliamo parlare delle coste saccheggiate…Questi esseri indifesi sulla coscienza per usare i soldi per fare cultura ! Avete letto su La Repubblica di oggi a pagina 42 Edoardo Nesi, l’avete letto?
chiede gundam: cosa proponete, in concreto, per valorizzare la nostra “cultura”? Dopo 23 interventi, credo che si possa rispondere: basta tornare alle parole della Sorge e il cerchio è chiuso. Per il resto, non si può stare a rintuzzare su ogni parola o espressione. Quelle considerazioni sul popolo della lega che, senza laurea, ha “costruito” molto meriterebbero una risposta, ma credo che ormai stiamo e ci stiamo stancando. Almeno io. Anzi, raccogliendo in pieno il consiglio di gundam, mi fermo e me ne esco all’aria aperta a riflettere un pò. Vi leggerò con attenzione più tardi.
Ho letto il commento di Galiè e concordo totalmente.
Un gran bel commento ed anche molto fruttuoso, non finanziariamente magari ma…
E’ anche mia opinione che i frutti della cultura non possono identificarsi con la piccola economia, ovvero quella del successo, della finanza, dell’accumulo di capitale ….
La Cultura porta frutti diversi e molto più saporiti, non legati a budget e tempi.
L’Economia ne trae vantaggio in seconda battuta, ma in questo caso parlerei di Economia con la “E” maiuscola.
La cultura ad uso per l’economia con la e minuscola come definirla? Cul-tura? Chi ha idee migliori?
Anche io sostengo che la cultura porti vantaggi all’economia attraverso “frutii più saporiti”, ma affinché accada ciò è necessario che ci sia un terreno fertile sul quale far germogliare i semi della cultura. Questo terreno manca, e le parole della Sorge sono piene di buone intenzioni ma null’altro, nessun provvedimento d’impatto reale.
Non posso definirla una risposta al quesito posto da Gundam, ma solo una piccola riflessione (dico questo sia perché ritengo di non avere le capacità per il tema in questione, sia perché sto scrivendo di getto). Per valorizzare la “nostra cultura”, mi viene in mente quell’entusiasmo di cui scriveva Oliver Panichi, che collegherei anche all’amore per la nostra terra e per terra non intendo solo SBT, ma almeno il territorio provinciale. Noi amiamo la nostra terra? Ci sta a cuore? Riusciamo a vederci la storia, le persone che ci hanno preceduto e che ne hanno avuto cura? Ci vediamo un… Leggi il resto »
Mi riallaccio al discorso di Giovanni Marucci, anche se è davvero difficile per me parlare di amore per la cultura e per il territorio, quando proprio in virtù di quelli si è dovuto prendere la difficile decisione di espatriare. Una cosa certa, già evidenziata da alessandro84 è che la cultura, dalle nostre parti come nel resto d’Italia, è scarsamente meritocratica e fortemente “allineata”. Raramente mi è capitato di vedere politici o dirigenti che facessero cultura “a prescindere”. E le strutture preposte alla valorizzazione delle risorse locali sono troppo spesso cieche nei confronti delle grandi ricchezze che il nostro territorio può… Leggi il resto »
Proposte: 1. L’ho già scritta (meglio) in un altro commmento: studiare a livello PROVINCIALE lo standard di una brochure in cui ogni paese deve presentare la sua storia, la sua architettura, le sue opere artistiche, i suoi musei, fatti e documenti curiosi e certamente le attività commerciali. 2. Queste brochure, studiate nei dettagli per incuriosire i turisti, devono essere gratuite e reperibili all’ingresso di ogni paese. Per la maggiore ogni centro storico Piceno è accessibile da una Porta, ecco, le brochure vanno offerte alla Porta di ogni paese. 3. Depositare il marchio Piceno, che deve essere riconoscibile e deve trasmettere… Leggi il resto »
Questo commento mi fa tornare in mente una mia idea: ai sette punti ottimi elencati da Gundam ne andrebbero aggiunti altri per settori diversi, direi di tutti i più importanti. Quindi andrebbero proposti al popolo tramite la stampa (noi lo faremmo) per conoscerne il gradimento. Dopo di che si potrebbero chiedere i nomi di chi ha voglia e si ritiene in grado di attuarli con varie scadenze punto per punto, pena immediate dimissioni. Credo che verrebbe fuori una buona squadra o più squadre nel senso di più liste tra le quali i cittadini sceglierebbero i più credibili. E’ un po’… Leggi il resto »