SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Caso Medusa, la società che gestisce lo chalet espone il suo punto di vista in un comunicato e annuncia di aver annullato tutte le serate con ospiti musicali di rilievo nazionale, pur revocando i paventati 35 licenziamenti e quindi i dipendenti “continueranno a lavorare per allietare le vacanze dei turisti anche per stemperare ogni eventuale ulteriore polemica”.
Nella nota i responsabili dello chalet Medusa affermano relativamente all’incontro avuto con il sindaco Gaspari giovedì mattina all’indomani dell’ordinanza urgente del Comune che ha vietato lo svolgimento di pubblici spettacoli per ragioni di sicurezza: ” Il Sindaco ha dichiarato che vi è massima disponibilità degli uffici preposti per consentire l’esercizio delle attività nel pieno rispetto delle normative vigenti. In estrema sintesi il concessionario ha illustrato al Sindaco il tortuoso iter amministrativo. Lo chalet decide nel gennaio 2009 di rinnovarsi e fa istanza di rilascio di permesso di costruire. Il progetto è bellissimo – afferma la nota- la struttura che tutti possiamo oggi osservare ne è la prova. L’investimento è di assoluto rilievo e la progettazione tiene conto di tutti i requisiti di sicurezza preparandosi a ricevere tutte le autorizzazioni previste dalla legge per poter esercitare la propria attività nel pieno rispetto delle regole: si tiene conto delle vie di fuga, si prevedono e si installano i naspi, si impiega materiale ignifugo, gli impianti sono realizzati con la migliore tecnica disponibile, tenendo conto di tutte le esigenze di sicurezza, prevenzione incendi ed ogni altra regola edificatoria, in materia di impatto acustico, di impianti, e tutto ciò per ottenere le licenze di pubblico spettacolo”.
Della sicurezza e dell’incolumità degli avventori, afferma la nota, si è fatta ” la propria religione”. Per i gestori della Medusa il permesso di costruire sarebbe completo in quanto rilasciato dalla Conferenza dei Servizi che raggruppa i vari enti come Capitaneria di Porto, azienda sanitaria, Demanio, Comune.
“Tutti hanno detto sì – afferma la nota – noi abbiamo fatto la nostra parte spendendo rilevanti somme di denaro per la realizzazione del progetto approvato”. Poi prosegue il racconto: “In corso d’opera sono realizzate alcune modifiche, per lo più di carattere estetico: i parapetti e le decorazioni traforate piuttosto che ringhiere liberty, un pavimento piuttosto che un altro, un divisorio qualche metro prima piuttosto che qualche metro dopo e poco altro. Prontamente, e siamo nell’ottobre del 2009, la ditta inoltra domanda di concessione in sanatoria. L’ufficio tecnico a febbraio 2010 comunica che non sarà rilasciata l’autorizzazione in sanatoria per queste varianti estetiche”.
La nota parla di sconcerto in quanto la risposta del Comune avrebbe affermato che “la cucina è stata realizzata con altezze inferiori a quelle previste dalla legge”.
“Ma come? – afferma la nota passando al discorso in prima persona – Io chiedo la sanatoria per le balaustre ed il pavimento e l’ufficio tecnico me la nega per opere realizzate in osservanza – sostiene la nota – del permesso di costruire?”.
Insomma, secondo i responsabili della Medusa sarebbe iniziato un rimpallo di responsabilità fra Comune e Asur “tanto è che all’ufficio tecnico in data 01/04/2010 viene inviata una diffida scritta ad approvare la sanatoria ed a completare l’iter amministrativo. La sostanza è che il concessionario è costretto a cedere e cambiare percorso per evitare infinite cause e per poter quindi rispettare gli impegni assunti con gli ingenti investimenti effettuati senza dover subire ulteriormente i ritardi derivanti dalla lentezza e dalle contraddizioni della Pubblica Amministrazione”.
Copyright © 2021 Riviera Oggi, riproduzione riservata.
E come al solito i privati pagano, investono e il Comune che fa? Gioca al rimpallo con gli altri enti…come i bambini lagnosi, bel modo di uccidere ogni velleità imprenditoriale della riviera… e poi ci lamentiamo perché le persone tengono i soldi sotto al materasso.
Cioè? La conferenza dei servizi ha approvato un progetto con una cucina con altezza inferiore alla norma?
In passato ad altre attività è stato bocciato il progetto con un semplice deposito alimenti di altezza inferiore alla minima stabilita dalle norme igienico-sanitarie.
Ma del resto l’arroganza di alcuni si evince anche dalla “diffida a concedere una sanatoria”…
Ti ordino di perdonarmi… bah
Norme di sicurezza, locali a norma, serate con troppai clienti……. E le manifestazioni di strada, tipo sagre, mercatini, feste e spettacoli vari, organizzati / autorizzati dal comune, che in piena stagione attitrano l’attenzione e la curiosità di tutti ( spesso causando mancati guadagni agli esercenti fissi ) che nel 99 % dei casi si svolgono intralciando il traffico e mettendo a rischio la sacrosanta tranquillità di cittadini e turisti, con una discutibile osservanza delle infinite norme igienico sanitarie a cui, chi ha un locale e paga tasse e stipendi tutto l’anno, deve sottostare mentre davanit alla propria porta avviene di… Leggi il resto »
Anche io ho una attività ricettiva.
Purtroppo tutte queste lentezze burocratiche e rimpiattini di questi enti che, di fatto, bloccano una attività, li conosco benissimo.
Però, prima di aprire ho aspettato di avere TUTTI i permessi.
lode lode a pippopippo130. Avrà guadagnato di meno in pecunia ma, in compenso (per quel che vale), ha guadagnato tutta la mia stima di concittadino. Assieme, l’onesto imprenditore e l’onesto utente potranno lottare contro le lentezze burocratiche che ostacolano la libera ma corretta e lecita attività d’impresa.
Mi dispiace deluderti Galie.
Mi sento un coglione (fatemi passare il termine) perchè ad ossere onesti ci si rimette (nel mio caso 300.000 euro spesi ed 8 (otto) mesi ad aspettare le decisioni dei burocrati quali Comune, Asl, e via dicendo).
Son contento di avere la Tua stima, ma ho deciso di vendere tutto.
Non si può lavorare così.
capisco il risentimento degli esercenti, ma permettetemi di notare che gli chalet (come ogni altro
esercizio commerciale destinato al divertimento) non forniscono un servizio di utilità sociale, ma hanno l’unico e sacrosanto scopo di fare soldi; la Medusa non fa eccezione e nessuno può rimproverarglielo, ma mi fa solo tristezza notare che le uniche questioni che infiammano la cittadinanza sambenedettese e i suoi più illustri esponenti solo quelle riguardanti il DIO DENARO…
Concordo con Galie, San Benedetto ha bisogno di imprenditori e commercianti come pippo130, non di imprenditori improvvisati. Se sai che ancora non sei in regola, che cosa organizzi feste ed eventi? Non ci vuole una laurea per capire che le REGOLE vanno rispettate. IL RISPETTO DELLE REGOLE PORTA RISPETTO. Se non vi vanno bene le regole che ci sono a San Benedetto andate a fare gli imprenditori in un’altra città.