SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Nessun passo indietro, anzi due passi avanti. Giovanni Gaspari non arretra di un centimetro e prosegue la sua battaglia di legalità contro gli chalet “irregolari” anche dopo l’incontro fiume tenutosi in Comune tra lo stesso sindaco e i gestori della contestata “Medusa”. «Signor Sindaco, ci faccia continuare a lavorare», si leggeva nel cartellone esposto dai dipendenti e comparso all’esterno del Municipio prima, durante e dopo il faccia a faccia.

Ma il diretto interessato non s’è lasciato intenerire, ribadendo i principi della sua amministrazione: «Sulla sicurezza non transigo, non si può pensare di ottenere una deroga su questo tema. La mia tolleranza in quattro anni è stata altissima, ho sempre messo tutti in condizione di lavorare e di mettersi in regola. Il recente Piano di Spiaggia è stato approvato proprio per questo motivo».

La condizione del celebre locale è dunque chiara: «Secondo l’articolo 80 del Tulps, la struttura non ha i titoli per dar vita ad attività di pubblico spettacolo. Gli Uffici del Comune sono stati coerenti, non è mai esistita una libera interpretazione».

Su precisa provocazione il primo cittadino rigetta poi con fermezza la cosiddetta teoria del complotto, che vedrebbe la concessione numero 6 protagonista di bombardamenti costanti e unici, a differenza degli esercizi concorrenti.

«Siamo sicuri che gli altri siano perfettamente a norma? Perché nessuno indaga mai sugli altri?», si era affermato ripetutamente nel corso della serata di mercoledì. «Non è mai carino gettare fango nel ventilatore per spruzzarlo sugli altri», ammonisce Gaspari. «Nel 2009 feci chiudere il “Geko” il 13 agosto, a riprova che non esistono figli e figliastri. In ogni caso quest’ultimo, assieme al “45.com”, al “Johnatan”, al “Pao”, al “Da Andrea” e all’“Amerigo Village” ha già ricevuto il sopralluogo della commissione comunale di pubblico spettacolo. I titolari della “Medusa” hanno assicurato che a fine stagione inizieranno i lavori per ottenere le autorizzazioni igienico-sanitarie. In seguito, pure a loro la commissione farà visita e comunicherà quante persone potranno entrare all’interno».

C’è inoltre da chiarire la questione della tempistica. Lo “scacco al re”, come ripetuto più volte, è avvenuto alle porte del ferragosto e all’indomani di ben tre esibizioni di enorme affluenza (e quindi pericolo) come quelle di Sandy Marton, Sabrina Salerno ed Ivan Cattaneo. Possibile che nessuno potesse muoversi prima? «Probabilmente ho avuto la colpa di non sapere niente, ma chi è quell’imprenditore che pur senza una benché minima autorizzazione se ne frega delle regole e organizza tranquillamente i suoi appuntamenti?»

La guerra del sindaco sceriffo continua: «Esigo il rispetto della legge. Lo trovate così strano?».