SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Stanca di ascoltare lamentele de parte dei suoi clienti ha stilato una “black list” di servizi extra alberghieri che spera qualcuno possa comprendere. «Il turista non è solo guadagno, ma il parametro per misurare la qualità del nostro lavoro. Se non ascoltiamo il suo appello il turismo locale rischia “l’estinzione”». Lo dice Petra Pokorna, una giovane albergatrice di 30 anni, comproprietaria di un residence a Porto d’Ascoli, che negli ultimi dieci anni ha monitorato e raccolto oltre 10 mila schede di clienti, di cui circa il 70% esprimeva lamentele della città e dei servizi che essa offre al turista.
«Mi riferisco proprio a quelle carenze che non ci si aspetta di trovare in una città insignita della bandiera blu», dice Petra. Non serve solo una spiaggia ed un lungomare per accontentare un turista. E’ necessaria l’agibilità urbana, i trasporti speciali e il collegamento con i principali terminal aeroportuali. In ultimo e non per importanza occorre celerità nella sanità. Un mio cliente ha atteso 9 ore prima di essere operato d’urgenza».
Petra rivolge il suo appello alle autorità locali e a tutti i colleghi che nel silenzio hanno riposto la speranza: «Esiste una reale difficoltà di fare impresa in un territorio che nonostante il potenziale, soffre un deficit dovuto alla mancanza d’innovazione e progresso nel settore turismo. Non servono grandi investimenti ma menti al passo con i tempi».
Una lista, quella stilata da Pokorna, che raccoglie centinaia di annotazioni fatte da turisti che, nel corso degli anni, testimonierebbero di un lento declino della Riviera.
Le perdite del turismo si esprimono con i numeri dice Petra: «Un esempio lampante di quante sono e saranno le occasioni perdute le troviamo proprio per la scarsa attenzione verso i portatori di handicap. Oggi in Italia questo segmento conta il 2,3% dell’intero indotto ricettivo. In cifre 889.330 di 31.165.062 di turisti all’incirca. Una fetta sostanziosa dalla quale siamo tagliati fuori e il perché lo dimostrano anche i cittadini diversamente abili che in questi giorni stanno protestando».
«E poi – continua Petra – un buon 5% del turismo internazionale si perde solo perché in spiaggia è proibito l’accesso ai cani. Basterebbero piccoli investimenti per realizzare “vere” spiagge per cani avvicinando coloro che ieri guardavano la Riviera delle Palme con interesse, ed oggi scelgono altre mete come la Liguria, solo perché trovano risposte più concrete».
La lista di Petra sembra proprio dipingere un realtà sempre più lontana dal proprio investitore primario, il turista. La vedranno così anche gli altri albergatori o sarà un semplice caso isolato?
Copyright © 2021 Riviera Oggi, riproduzione riservata.
Concordo perfettamente con quello che dice la signora Petra Pokorna, a SBT ci vogliono delle novità, tipo la spiaggia per i cani, che permetterebbe un’affluenza maggiore di turisti italiani e stranieri che richiedono un certo tipo di turismo e il turismo per i diversamente abili, le concessioni balneari sono molto buone a San Benedetto Del Tronto, sono quasi tutte munite di scivoli e di bagni adibiti ai disabili, però la città presenta alcune barriere architettoniche, ma soprattutto i mezzi pubblici esplicitamente gli autobus urbani sono poco agibili per i portatori di handicap,non hanno la pedana elettrica per far salire i… Leggi il resto »
invece di vagheggiare di improbabili aeroporti da realizzare in città o nell’ hinterland , si pensi a collegare bene la città con gli aeroporti vicini…
Questa mania dei cani in spiaggia non la condivido.
Intanto la spiaggia non è l’ambiente naturale per i cani, inoltre trovo ripugnante stendersi vicino ad un cane e ai suoi bisogni.
E’ ripugnante sedersi vicino ai bisogno di un cane, come è ripugnante sdraiarsi vicino ad un pannolino sporco e abbandonato. E’ ripugnante sdraiarsi all’assorbente utilizzato e dimenticato. E’ ripugnante sdraiarsi persino vicino a centinaia di cicche di sigarette, a carte di gelato e a bottiglie di plastisca accartocciate o imbucate nella sabbia. E’ ripugnante sdraiarsi vicino a siringhe utilizzate e forse pure infette, a bottiglie rotte, a bombolette spry, a profilattici secchi e a buste di plastica etc, etc. Ripugnante forse è l’inciviltà dell’uomo. La maggior parte dei cani con padrone civile ama la spiaggia perchè è un ambiente aperto… Leggi il resto »
Sono pienamente d’accodo con Salvatore Antonelli in merito ai cani in spiaggia. Certamente credo sia il caso di rendere possibile la loro presenza solo in zone attrezzate o spiagge dedicate, ma credo sia una condizione possibile così come accade in molti hotel, navi da crociera, villaggi turistici.
Imparate a vivere con gli animali e vivrete meglio con gli uomini.
Anch’io sono pienamente d’accordo su tutti i punti che ha esposto Salvatore Antonelli.
Chi ha il compito di organizzare e promuovere un sano turismo DEVE informarsi sulle esigenze del turista ed agire, di conseguenza, correttamente e in maniera costruttiva .
concordo in pieno con il commento di Salvatore Antonelli. E’ grottesco che nella attuale società non si reputi “naturale” la presenza di un animale sulla spiaggia(ricordo che anche il gioco del calcio dei bambini è mal tollerato)ma ci si sia adattati a sopportare gente maleducata, suonerie di cellulari e video-giochi, musica altissima da parte degli animatori(spesso orribile e datata, poi) oltre quanto già citato da Salvatore appunto. Il punto è sempre uno: che la libertà di ognuno deve conciliarsi con i diritti dell’altro e in moltissimi Paesi molto civili gli animali hanno accesso quasi ovunque, proprio perchè gli UMANI che… Leggi il resto »