SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Sul rapporto (non sempre rose e fiori) fra concessionari balneari e amministrazione comunale, interviene il presidente dell’associazione di categoria Itb Italia, l’imprenditore sambenedettese Giuseppe Ricci: “Da tempo, ormai, è in atto una campagna di disinformazione sui mass media (vedi articoli sul “Corriere della sera”, su “Repubblica”, vedi i servizi su “Report”…), basata sull’assunto che i concessionari balneari sono approfittatori dei beni demaniali, pronti a negare l’accesso libero, disposti a snaturare la ragion d’essere delle concessioni balneari, a fare selezioni all’ingresso. Non è così – afferma perentorio Ricci, che argomenta – Noi vogliamo fortemente ribadire che il cattivo comportamento di alcuni gestori, giustamente sanzionati dalle autorità preposte, non può e non deve essere il metro di misura della grande ed onesta massa di imprenditori che operano sulle nostre spiagge al solo scopo di soddisfare le esigenze del turista unico nostro patrimonio”.

Secondo Ricci le generalizzazioni non sono giuste perchè “per il cattivo, scorretto e sfacciato comportamento di alcuni gestori spesso occasionali – pari si e no al 3 % della categoria – non si può colpevolizzare tutto il restante 97 %. L’accesso alla battigia è consentito, sempre, a tutti, attraverso ogni concessione, come l’uso dei servizi igienici. Le concessioni scadranno tutte nel 2015, dopodiché si andrà verso gare d’appalto europee, mettendo così a repentaglio la qualità del nostro turismo balneare e il lavoro di 30.000 imprenditori turistico balneari: il tutto anche perché è stato abolita la 2° parte dell’art. 37 del Codice Navale che prevedeva il diritto d’insistenza. Che cosa aspettiamo ancora Noi per compattarci in una unica forza propositiva”.
E infine:  “Contrariamente a quanto asserito in un articolo, i canoni pagati nelle nostre realtà sono quelli definiti di cat. B, dal comma. 251 della Legge finanziaria del 2006/7. Gli scorretti comportamenti dei concessionari, quali il tollerare i sonni del bagnino, l’utilizzo dello stabilimento balneare come discoteca a ingressi controllati o il divieto di ingresso ai normali turisti in pantaloncini corti, sono, giustamente, sanzionati a norma del comma 250 della stessa legge, fino al ritiro della concessione. E’ nostro compito se vogliamo riconquistare la credibilità della nostra categoria favorire i comportamenti adeguati al nostro ruolo di pubblici esercenti: quindi rispetto delle leggi vigenti, delle disposizioni del Comune, dei bisogni dei nostri clienti”.